Ad Avostanis il ricordo dell’artista Giovanna Marini, tra amici e video inediti
Ritorna Giovanna Marini ai Colonos. Perché di ritorno, attraverso la voce di amici e amiche e la proiezione di inediti, si tratta. Lunedì 19 agosto a Villacaccia, alle 21 (in caso di maltempo, rimandato a martedì 20), Avostanis le dedica “Il canto necessario”, a cura di Valter Colle.
Era il 1996 quando la sua musica accompagnò un epocale tramonto d’agosto nel cortile di Villacaccia, per la messa in scena de “I turcs tal Friul” del regista Elio De Capitani. Ed era il 2012 quando nella vecchia stalla, per “In file”, Giovanna Marini raccontava le “Resistencis in pentagrame”.
A tre mesi dalla scomparsa, l’Associazione Culturale Colonos le dedica una serata, curata da Valter Colle, scandita da diversi interventi: Angelo Battel, Gualtiero Bertelli, Mario Brandolin, Vanni Floreani, Michele Gazich, Laura Giavon, Coro La Tela, Tania Pividori, Massimo Somaglino. Tre le testimonianze video: Ascanio Celestini, Alessio Lega, Moni Ovadia, oltre a contributi inediti di Giovanna Marini.
“Necessario” il suo canto, come dice il titolo della serata, ma “necessario” è anche ribadirne il significato, come precisa Colle, che con lei, tra libri, film e dischi, ha realizzato ben 32 progetti a partire dal ‘97: «Ha un ruolo fondamentale nella cultura italiana degli ultimi 60 anni. Ma è solo parzialmente conosciuta in uno dei suoi ambiti, come cantautrice folk o musicista per teatro e cinema o insegnante. Credo sia arrivato il momento di darle ciò che le spetta come “compositrice di musica colta”. Fu la prima donna italiana a diplomarsi in chitarra classica. Divenne ispiratrice del nuovo teatro di narrazione e portò il suo canto impegnato nelle piazze».
Colle individua le peculiarità della sua unicità: «Codificazione di forme non canoniche di scrittura nella musica classica, specificità di tecniche esecutive, timbro, respirazione, inflessione; il trasferimento dei colori musicali nella musica popolare, nei canti antichi e nella didattica; l’uso della lingua friulana, per lei più musicale di quella italiana; il suo rapporto privilegiato con il Friuli, in particolare con Pasolini, con cui scoprì la cultura orale».