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Open Fiber, viaggio nei piccoli borghi italiani “connessi” e rinati grazie alla fibra ottica FTTH

L’integrazione tra tecnologia e sostenibilità è una priorità strategica per le aziende moderne. Nel suo ultimo report di sostenibilità, Open Fiber, l’azienda leader nella costruzione dell’infrastruttura FTTH (Fiber to the home), racconta come in questi anni abbia lavorato ogni giorno per affrontare le sfide ambientali e sociali. La missione era e rimane quella di condurre l’Italia tra i Paesi tecnologicamente più avanzati, eliminando il digital divide e garantendo un accesso alla rete uniforme e paritario, ma avvalendosi sempre di tecnologie altamente performanti ed ecosostenibili. La fibra ottica FTTH di Open Fiber copre l’intera tratta dalla centrale all’abitazione del cliente e ciò consente di ottenere il massimo delle performance con velocità fino a 10 Gigabit al secondo (Gbps). Un servizio “a prova di futuro”, in grado di supportare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie che arriveranno nei prossimi anni tutelando l’ambiente e le persone.

In quest’ottica Open Fiber contribuisce attivamente al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – definiti nel 2015 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Dalle grandi città metropolitane ai piccoli borghi, l’azienda opera per connettere tutto il Paese con un grande intervento di inclusività territoriale: oltre 5mila piccoli comuni in commercializzazione, 178 comuni “bianchissimi” coperti (cosiddetti comuni “no internet” dove prima dell’intervento di Open Fiber, non era disponibile neanche la connessione in tecnologia Adsl), 21mila scuole raggiunte, circa 1.570 strutture sanitarie connesse, numerose partnership sottoscritte per la digitalizzazione della PA e lo sviluppo delle imprese. Un impegno dedicato alle persone, alle famiglie e alle aziende, su tutto il territorio nazionale, come testimoniato dalle tante piccole grandi esperienze che arrivano dalle varie regioni della penisola. (Nelle foto, i borghi di Castell’Arquato e di Pentidattilo)

A supporto delle attività economiche dei piccoli centri

A San Giuliano del Sannio, piccolo borgo in provincia di Campobasso, Open Fiber ha portato la fibra a molte attività commerciali che da tempo erano costrette a usare antenne scadenti e con un pessimo segnale. Tra queste Le Scuderie del Peschio, campeggio/ristorante, che ha migliorato l’offerta per i clienti e il proprio business grazie alla fibra ottica. Un presupposto fondamentale per una proficua digitalizzazione delle PMI italiane è dato dal miglioramento della loro connettività. Con l’obiettivo di incentivarle ad aumentare la propria connettività, il Governo ha stanziato un fondo di quasi 600 milioni di euro per l’erogazione di voucher che garantissero un contributo, sotto forma di sconto, sul prezzo di vendita dei canoni di connessione a internet in banda ultra larga. Il distretto industriale di Casoli in provincia di Chieti, una delle aree più industrializzate dell’Abruzzo, è stato interamente rilegato in fibra ottica. Tra le aziende che ne hanno beneficiato c’è la Icet Impianti, azienda metalmeccanica, che si occupa di componenti e impianti per il trattamento dell’aria in Italia e all’estero.

Ripopolamento e attrattività dei piccoli Comuni d’Italia

Popolazione in calo e borghi che si svuotano. Anche l’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni (ANPCI), nel suo Atlante dei Piccoli Comuni, ha evidenziato come negli ultimi anni le cittadine con meno di 5mila abitanti siano andate incontro a un inequivocabile spopolamento. Nello specifico, il 73 per cento dei piccoli Comuni italiani è stato considerato in esodo, ovvero con una variazione negativa della popolazione residente. Per invertire questa tendenza, Open Fiber non smette di dare il suo contributo.

Castell’Arquato (PC): abitare nel bello senza rinunciare ai servizi

Presso Castell’Arquato, la perla medievale sulle colline piacentine della Val d’Arta, Open Fiber ha realizzato ben 44 chilometri di rete a banda ultra larga per permettere a 2.790 edifici dell’antico borgo di navigare su internet alla stessa velocità di una grande metropoli. Grazie alla fibra ottica, il numero dei residenti di Castell’Arquato non cala già da qualche anno invertendo, così, il trend dello spopolamento. Oggi, giovani coppie e famiglie potranno decidere di abitare nel bello senza rinunciare ai servizi di connessione più all’avanguardia.

Bagnara (RA) corre in rete

Nel Comune ravennate di Bagnaraq sono stati posati 11 chilometri di infrastruttura in fibra ottica, per mille unità immobiliari raggiunte, al fine di invertire il trend di spopolamento e garantire una connessione ultraveloce a tutti i residenti.

San Bartolomeo in Galdo (BN), il “gioiello” della fibra ottica

È un “gioiello” della fibra ottica il Comune di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento. Con 4.091 unità immobiliari cablate su un totale di 4.315 abitanti, il piccolo centro campano vanta una copertura in fibra ottica vicina al 100%. E il territorio ne beneficia: dalle scuole alle aziende, fino all’amministrazione comunale.

Pentidattilo (RC): borgo antico al centro di un processo di rigenerazione

Un borgo antico a lungo abbandonato, ora al centro di un processo di rigenerazione nel segno dell’accoglienza e delle tradizioni. Pentidattilo, frazione di Melito Porto Salvo, all’estrema punta meridionale della penisola, è al centro di un processo d’innovazione tecnologica innescato dall’avvio dei lavori per la realizzazione di una rete a banda ultra larga nell’ambito del Piano BUL.

Il borgo più isolato della Toscana: Loro Ciuffenna

Uno dei paesi più isolati della Toscana in cui non prendeva nemmeno il telefono cellullare è stato rilegato completamente in fibra ottica. Si tratta di un Comune montano esteso su 87 chilometri quadrati con 20 frazioni e un’altitudine fino a 1.600 metri. Fino all’arrivo della rete BUL c’erano pesanti difficoltà di comunicazione e di accesso alla rete per tutti i cittadini.

Connessi per la tutela del patrimonio storico. Il complesso di San Michele

Sostenibilità vuol dire anche supportare il passaggio tra passato e futuro preservando il patrimonio naturale e artistico del nostro Paese è da sempre parte fondamentale della Mission di Open Fiber.Grazie a un investimento complessivo di circa 15 milioni di euro sia con fondi privati sia nell’ambito del Piano BUL, Open Fiber ha già connesso numerose unità immobiliari a Salerno, città che risulta tra le più cablate d’Italia. Tra gli edifici collegati alla rete in fibra ottica di Open Fiber c’è ora anche lo storico complesso conventuale di San Michele, gestito dalla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana. Grazie a un progetto di ristrutturazione e di riqualificazione urbana, oggi l’antico edificio ospita spazi di co-working e promuove diverse iniziative socio-culturali.

La fibra fa bene, anche all’ambiente

L’arrivo della connessione internet veloce finanziata dallo Stato nei piccoli centri favorisce lo smart working. E diventa un’alternativa per i pendolari. Nel Lazio, ad esempio, sono 180 i comuni coinvolti nel Piano BUL per portare la fibra internet veloce nelle cosiddette “aree bianche”, i piccoli centri poco popolati in cui gli operatori di telecomunicazioni non hanno interesse a investire. L’utilizzo dello smart working, anche parziale, ha fra i suoi numerosi vantaggi una consistente diminuzione dell’inquinamento causato dagli spostamenti da e verso le sedi di lavoro. Inoltre, studi internazionali evidenziano come una rete totalmente in fibra ottica consumi il 60 per cento di energia in meno rispetto a una in rame.

Aziende più attente al clima 2024

Tutte queste piccole grandi storie che arrivano dai territori costruiscono la missione concreta di sostenibilità di Open Fiber, sul fronte economico, sociale e ambientale. In questa cornice, l’azienda guidata dall’ad Giuseppe Gola è pronta ad abbattere le emissioni nette portandole a zero entro il 2040, come certificato dal Net Zero Plan presentato nel report di sostenibilità. L’impegno di Open Fiber è certificato anche dal suo inserimento alla 13esima posizione nella lista delle realtà aziendali più attente al clima 2024, il report realizzato da Corriere della Sera, Pianeta 2030 e Statista, che premia le imprese italiane che hanno ridotto maggiormente il rapporto tra le loro emissioni di CO2 e fatturato.

 

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