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Autovelox non omologati: pioggia di ricorsi, ma è caos. Come contestare in modo corretto

Autovelox non omologati: pioggia di ricorsi, ma è caos. Come contestare in modo corretto

Autovelox non omologati: nuove regole in vigore da giugno ma non basta. Il tentativo di regolamentare la localizzazione dei dispositivi per il monitoraggio della velocità dei veicoli non sta dando i risultati attesi. Volano i ricorsi e le denunce. Una panoramica della situazione

Autovelox non omologati: pioggia di ricorsi, ma è caos

Autovelox non omologati: a giugno è stato direttamente il Governo nazionale a intervenire sulla questione con un apposito decreto. L’intento principale del provvedimento era quello di razionalizzare l’uso dei dispositivi per il monitoraggio della velocità dei veicoli, quindi, colmare quel vuoto della normativa che probabilmente consegnava un’eccessiva discrezionalità nel loro utilizzo da parte dei singoli comuni.

Tra le principali novità introdotte da due mesi a questa parte:

  • innanzitutto, la presenza degli autovelox dovrà essere segnalata ad una congrua distanza (un chilometro fuori dai centri urbani, 200 metri sulle strade a scorrimento, 75 sulle strade urbane). Inoltre, i dispositivi devono essere posti a un minimo d 4 chilometri sulle autostrade, 3 chilometri sulle extraurbane principali, 1 chilometro sulle extraurbane secondarie e urbane a scorrimento, 500 metri su strade urbane.
  • Le modifiche alla legge riguardano anche i limiti di velocità per cui gli autovelox non potranno essere più posti nei tratti dove il limite è inferiore di 20 chilometri orari rispetto alla velocità massima prevista per quel tipo di strada: in pratica, se su un tratto il Codice della Strada prevede il limite di 110 Km/h, l’autovelox non potrà essere installato se il limite previsto localmente è inferiore a 90 Km/h.
  • Infine, altra importante novità quella che prevede la possibilità di utilizzare i dispositivi mobili solo nel caso in cui sia possibile una contestazione immediata dell’eccesso di velocità.

Come contestare in modo corretto

Autovelox non omologati: al di là di queste misure, con il decreto si affidava un ruolo importante ai prefetti rispetto alla collocazione dei dispositivi. Toccherà a loro autorizzare ciascuna postazione considerando che il decreto precisa come possano essere posti solo nelle aree a maggiore incidentalità. Ora, le regole vogliano contrastare l’uso improprio dei dispositivi, tuttavia, non sembrano ancora dare i risultati sperati. Infatti, le associazioni che difendono i diritti degli automobilisti denunciano tuttora diversi casi di “uso improprio” da parte dei comuni (che comunque hanno fino a giugno prossimo per adeguarsi alle novità).

Molti dei ricorsi riguardano la scorretta omologazione dei dispositivi: la Cassazione si è recentemente pronunciata sul tema dichiarando nulle le multe imposte a seguito della rilevazione da parte di un dispositivo non correttamente omologato. Tuttavia, riferiscono le associazioni dei consumatori, di fatto, nessun autovelox installato sulle strade italiane risulta “omologato” ma solo “approvato” dal Ministero dei Trasporti. Per questo molti automobilisti spesso trovano ragione facendo ricorso in particolare presso il giudice di pace (entro 30 giorni, necessaria una marca da bollo), soluzione che apre la strada ad accertamenti tecnici sul dispositivo di rilevazione che ha fatto scattare la sanzione.

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