Caos M5S, volano gli stracci tra Grillo e Conte. Il garante stoppa la rifondazione, la replica: nessuno decide a priori
Il post di Grillo per blindare nome, simbolo M5S e la regola del doppio mandato, scuote l’agosto del Movimento 5 Stelle. Il comico genovese sgancia la bomba e resta a guardare come deflagra nel martoriato Movimento. E mentre tra post, chat, dichiarazioni, repliche piccate e silenzi eloquenti, i pentastellati a rumore commentano ognuno a proprio modo, facendo registrare sussulti e malumori, il destinatario del post del fondatore dei 5S, Conte per ore tace (e incassa l’ennesimo colpo). Poi, in serata, replica senza mai nominare il garante. E nel frattempo la compagine pentastellata trona a spaccarsi, dividendosi tra sostenitori e detrattori dell’ennesimo richiamo all’ordine del padre nobile, fondatore e garante.
I paletti di Grillo alla rifondazione M5S targata Conte. L’avvocato: «Non ci sono gerarchie, io stesso mi metto da parte»
Un Grillo parlante – nel senso letterale del termine – torna dunque a bacchettare i suoi e a bastonare Conte, con un post che detta diktat comportamentali che rispolverano dettami e manifesti statutari della prima ora movimentista. Regole e precetti su cui Conte prova a passare – non senza difficoltà e con scarsi risultati al momento – un improbabile colpo di spugna. E allora, se per Grillo – come ha chiaramente sentenziato nel post che ha scatenato la bufera tra i pentastellati – simbolo e doppio mandato vanno difesi in quanto «pilastri non negoziabili», per Giuseppe Conte non è tabu mettere in discussione questi temi. E dopo la linea del “no comment” l’avvocato – pur senza citare il garante pentastellato – lancia un messaggio preciso a Grillo: «In questo processo (verso la costituente del Movimento 5 Stelle ndr) non ci sono gerarchie. Io stesso mi metto da parte. Insieme ci mettiamo da parte con l’attuale gruppo dirigente», dice l’ex premier in un video.
La replica di Conte (senza mai nominare Grillo e il post): «Nessuno decide a priori su cosa si può deliberare»
Quindi aggiunge: «Lasciamo che siate voi iscritti simpatizzanti a indicarci le soluzioni, voi a votarle. È per questo che potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente. Sì, anche il simbolo, anche la denominazione, anche le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse», prosegue Conte. Che poi aggiunge: «Non possiamo ammettere che quando a pronunciarsi è la comunità degli iscritti si debba decidere da parte di alcuni arbitrariamente e preventivamente di cosa si può discutere. Su cosa si può deliberare. In passato non è stato così». E ancora: «Il simbolo è stato cambiato più volte. È stata cambiata anche la regola del doppio mandato».
Il post di Grillo scuote pentastellati e processo costituente
Nemmeno un mese fa del resto – era il 1° agosto – il leader del M5S ha ribadito, al termine del consiglio nazionale del Movimento, che in occasione della prossima costituente saranno «sollevate tutte le questioni che stanno a cuore ai nostri iscritti e simpatizzanti. E potrà essere modificato lo statuto ed integrata anche la carta dei principi e dei valori. Discuteremo su tutto», ha annunciato Conte, ammettendo nelle more che sì: con Grillo esistono visioni diverse. «Ma questo processo costituente – ha assicurato il presidente 5 Stelle – non si fermerà. Grillo è fondatore e attualmente garante, ma adesso non conta Grillo, non conta Conte, contano gli iscritti e i simpatizzanti che ri-ossigeneranno e rilanceranno il Movimento».
Il post di Grillo scuote l’agosto dei pentastellati (e fulmina Conte)
Ma dichiarazioni ecumeniche a parte, l’avvocato del popolo sembra aver fatto i conti senza l’oste. E così oggi il lider maximo del M5S gli ha presentato la parcella. Un conto salato, quello richiesto dall’ex comico via blog, che torna a dividere la già martoriata galassia pentastellata tra chi ne condivide i dogmi statutari e chi, sulla scia della rifondazione contiana, dissente e protesta. Si, perché l’intervento di Grillo per blindare il simbolo M5S e la regola del doppio mandato sta turbando non poco la truppa dei parlamentari, creando scompiglio tra i deputati e i senatori più vicini all’ex presidente del Consiglio, preoccupati che la presa di posizione del comico possa pregiudicare il percorso del Movimento verso la fase costituente.
L’ok di Toninelli, e la Maiorino che rispedisce al mittente le parole di Grillo
Una su tutte, dopo l’assenso a Grillo arrivato dall’immancabile Toninelli, è Alessandra Maiorino – senatrice alla seconda legislatura e vicepresidente vicaria del gruppo M5S a Palazzo Madama – che all’Adnkronos commenta: «Tutte le più grandi e belle filosofie classiche sono morte di dogmatismo, penso ad Epicuro e ad Aristotele in particolare». Un approccio che la prende un po’ alla lontana e che poi prosegue: «Quando ci si rinchiude nel dogmatismo – rincara Maiorino – vuol dire che non si ha più niente da dire. Ad ogni modo c’era da aspettarselo: quel post non ci sorprende minimamente…». La dichiarazione della senatrice M5S figura però come un’eccezione, perché il “no comment” sembra essere in questo momento la risposta più gettonata tra big e parlamentari di lungo corso quando viene chiesto loro di esprimersi su Grillo.
M5S, Gasparri: «Grillini partiti come rivoluzionari, ora abbarbicati ai loro scranni»
Ma se dal M5S trapela poco, da Forza Italia Maurizio Gasparri commenta e dichiara: «Grillo non molla e intima ai suoi, un tempo seguaci, che deve rimanere la regola del tetto massimo di due mandati. Molti grillini quindi devono rassegnarsi a sloggiare. Erano partiti come rivoluzionari entusiasti, adesso sono abbarbicati ai loro scranni», ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia. Ma anche a questo Conte, al momento, non ha replicato. E il sipario resta a mezz’asta…
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