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Forum Army 2024, a Mosca va in scena l’export militare russo

Quattro nazioni, Iran, India, Bielorussia e Cina, insieme con la Russia, hanno partecipato all’edizione 2024 del Forum Army presso il Patriot Park di Mosca alla metà di Agosto. Si è trattato di un evento soltanto statico (niente dimostrazioni) della durata di due giorni, durante il quale oltre un centinaio di aziende hanno mostrato i loro prodotti del settore difesa, dalle attrezzature militari ai jet, dagli elicotteri ai droni. Alla kermesse hanno partecipato le delegazioni di 83 nazioni con le quali si sono svolti numerosi incontri bilaterali e riservati, volti a innescare occasioni di collaborazione, anche se la parte del leone l’ha fatta l’agenzia per l’esportazione russa Rosoboronexport, mostrando un catalogo molto esteso con 250 tra prodotti e progetti. La guerra in Ucraina ha dato all’industria militare russa diverse lezioni e ora il Cremlino ha tutta l’intenzione di applicare quanto ha imparato per modernizzare i prodotti russi e recuperare sul fronte delle esportazioni militari, settore nel quale negli ultimi anni ha spesso segnato il passo perdendo commesse andate a favore di Cina e Francia. Per questo la vetrina moscovita era molto attesa e per l’occasione la Pjsc-Yakovlev ha portato la più recente versione dell’addestratore avanzato/bombardiere leggero Yak-130M, che ora può lanciare missili aria-aria e aria-suolo ad alta precisione mediante capacità di guida laser e via satellite. Si tratta dell’aeroplano dal quale è derivato anche il nostro M-346FA, del quale è ovviamente concorrente, una storia nata ufficialmente nel 1993 con un accordo tra l’Allora Aermacchi (oggi Leonardo Velivoli) e appunto Yakovlev, prima che le due aziende decidessero di proseguire separatamente. Dello Yak-130M saranno realizzati tre prototipi per collaudare le nuove capacità di combattimento e di autoprotezione del velivolo, che sono state notevolmente ampliate, con il programma di cominciare i voli entro giugno del prossimo anno. La spinta per ammodernare l’aeroplano è arrivata direttamente dagli operatori clienti del consorzio Uac (che riunisce le aziende russe), tra i quali Algeria, Bangladesh, Bielorussa, Laos, Vietnam e ovviamente Russia. Bocche cucite, invece, sull’esportazione di jet militari per supremazia aerea, anche se è noto che il cacciabombardiere Sukhoi Su-34E sia in fase di implementazione oltre che essere il velivolo più usato nella guerra contro l’Ucraina, nella quale ha quindi la visibilità che serve per attrarre potenziali clienti che guardano a questo aereo come a quello di quinta generazione Sukhoi 57, mentre è ancora in fase di progettazione il caccia leggero Su-75 Checkmate sviluppato in collaborazione con partner mediorientali. Durante l’evento grande attenzione è stata riservata ai droni, settore per il quale è stato svelato lo Zala Lancet-E, il sistema di munizioni guidate composto da un drone da ricognizione a corto raggio Zala Z-16E e dalle munizionivaganti Izdeliye 51E e “52-E”, che variano per capacità di trasporto dell’esplosivo. Altrettanta attenzione dei visitatori è stata riservata al drone supersonico Kronshtadt Grom, perché in grado di operare in collaborazione con velivoli pilotati in modo tradizionale per colpire in anticipo le difese nemiche. A questo ordigno sono particolarmente interessate le forze armate di Nigeria e Angola, che stanno anche valutando l’acquisizione dei droni Supercam per azioni di sorveglianza, come già fanno Pakistan e Bielorussia. Per il settore elicotteristico sono state mostrate le varianti da esportazione dei Mil Mi-28NM e Kamov Ka-52, protagonisti in Siria e Ucraina, mentre nel campo civile è stato mostrato il medio-leggero Ansat in configurazione per il trasporto sanitario, con installato il modulo per la ventilazione polmonare artificiale, sistemi di telemedicina e defibrillatore. Infine, è stata presentata la versione ultima del sistema per difesa aerea Pantsir (Smd-E), pensato per proteggere siti industriali e critici da attacchi compiuti con droni. Esso può essere equipaggiato con 48 piccoli missili guidati o, in opzione, con una serie di 12 missili antiaerei standard, per tracciare e colpire, anche in modo automatizzato, fino a 40 bersagli che volino a velocità comprese tra zero e mille km l’ora. Il Forum di Mosca ha dimostrato in primo luogo che la Russia vuole recuperare terreno sul piano delle esportazioni militari e che è ormi indispensabile poter fornire ai propri clienti sistemi ad alta precisione, sempre più mezzi a controllo remoto (droni aerei ma anche terrestri, navali e sommergibili, nonché mezzi robotizzati), ed anche controllati da intelligenza artificiale e una formazione continua del personale tecnico e operativo di alto livello.

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