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Strade di collegamento al ponte di Vigevano: l’appalto ancora non è pronto

VIGEVANO. È ancora tutto fermo per le strade di collegamento del nuovo ponte sul Ticino. Anche l’annuncio più recente, che parlava di un «bando per i lavori pronto entro giugno», è stato disatteso. La Provincia, stazione appaltatrice dei lavori, a maggio aveva detto che il bando era in lavorazione, spiegando addirittura che «gli uffici – riferivano da Piazza Italia – sono arrivati al capitolo relativo ai requisiti di partecipazione. Quindi potremmo dire che siamo ormai prossimi alla pubblicazione».

Ma come tutti possono vedere sull’albo pretorio dell’amministrazione provinciale, del bando non v’è traccia. Ed anche chiedendo spiegazioni sul perché ci voglia così tanto nel redigere questo bando, non è stata fornita alcuna risposta.

Sempre a maggio, la Provincia parlava di «una gara molto importante, quindi non è semplice prevedere adesso quando sarà l’inizio lavori», assicurando però la copertura finanziaria per l’intero progetto, ovvero per entrambe le strade che devono collegare il nuovo ponte alla statale 494.

Lo scorso 28 giugno, il presidente Giovanni Palli ha siglato l’aggiornamento tecnico del progetto per le rampe di accesso e la relativa viabilità, cosa che ha comportato un aumento di spesa di 12 milioni di euro, di cui 5 già nelle casse della Provincia e 7 che arriveranno grazie all’accordo tra il Ministero dei trasporti ed Anas. Ma allora da cosa dipende tutto questo ritardo?

Secondo gli addetti ai lavori, una risposta potrebbe essere legata al mercato, che vede un continuo aumento dei prezzi delle materie prime. In pratica, alla base potrebbe esserci proprio un gap tra la somma stanziata inizialmente e quella effettivamente necessaria per realizzare il progetto aggiornato.

Sul ritardo, o sulla lunga attesa nella realizzazione delle strade di accesso al nuovo ponte sul Ticino, purtroppo nessuno è ancora intervenuto, se non esplicitamente interpellato: Emanuele Corsico Piccolini, ex consigliere provinciale, aveva provato a scuotere il territorio, invitandolo a «farsi sentire» ed a «chiedere delle risposte», mentre il consigliere regionale Andrea Sala, auspicava semplicemente che la burocrazia avesse tempi veloci per portare entro breve ad un appalto, «perché collegando il nuovo ponte, si libererà il vecchio che è funzionale al raddoppio della ferrovia».

Fatto sta che il nuovo ponte sul Ticino è pronto da un anno e tre mesi, ma ad oggi non c’è ancora alcuna strada che lo renda utilizzabile. —

Selvaggia Bovani

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