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Diga di Genova, la Procura Ue indaga per turbativa. L’intercettazione di Toti sulla maxi opera da un miliardo. “Sappiamo già chi vince la gara”

C’è una svolta nell’indagine della Procura europea (Eppo) sull’appalto per la costruzione della nuova diga del porto di Genova, la maxi-opera da un miliardo e 300 milioni di euro finanziata coi fondi del Pnrr. Il reato ipotizzato dai pm Stefano Castellani e Adriano Scudieri, delegati Eppo a Torino (sede competente sul distretto di Genova) è la turbativa d’asta con danno agli interessi finanziari dell’Unione europea. I magistrati hanno incaricato degli approfondimenti investigativi il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo ligure.

Nell’ambito dell’inchiesta – nata dagli esposti di Ermete Bogetti, ex procuratore regionale della Corte dei Conti e oggi attivista di Italia Nostra – i pm europei hanno acquisito gli atti del fascicolo genovese per corruzione a carico dell’ex governatore ligure Giovanni Toti, del magnate della logistica Aldo Spinelli e dell’ex presidente del Porto Paolo Emilio Signorini (tutti e tre andranno a processo a novembre con rito immediato). A interessare gli inquirenti è in particolare una conversazione intercettata tra Toti e Spinelli in cui il primo, prima ancora che la gara venisse bandita, mostra di avere già le idee molto chiare sul futuro vincitore: “La diga, ma la diga è fatta… Sappiamo già anche chi la fa però non te lo… Però c’è la gara e quindi non si può…”, esita il politico. Salvo poi, di fronte all’insistenza dell’altro, sbilanciarsi: “Ma no vince, vince, vince… secondo me vince Salini con Fincantieri e Fincosit”.

L’appalto, in effetti – dopo una prima scadenza andata deserta – era stato aggiudicato al consorzio PerGenova Breakwater, composto da Webuild (ex Salini Impregilo), Fincantieri, Fincosit e Sidra. Ma la gara era finita ben presto sotto la lente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, che aveva contestato alla stazione appaltante (l’Autorità portuale allora guidata da Signorine) le procedure seguite per l’assegnazione dell’appalto, ma anche la possibilità di ottenere automaticamente delle varianti al progetto (con extra-costi a carico dello Stato) in relazione alle problematiche geologiche. L’aggiudicazione, peraltro, era stata anche annullata dal Tar della Liguria per mancanza dei requisiti da parte del consorzio vincitore, decisione poi ribaltata dal Consiglio di Stato.

L'articolo Diga di Genova, la Procura Ue indaga per turbativa. L’intercettazione di Toti sulla maxi opera da un miliardo. “Sappiamo già chi vince la gara” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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