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“Mi ha accoltellato”, le verità nascoste nelle ultime parole di Sharon. Altro sopralluogo in casa e fidanzato ancora in caserma

Nell’intricato coacervo di misteri che al momento inchiodano nell’irrisolto il giallo dell’omicidio di Sharon Verzeni torna in primo piano quella frase pronunciata dalla vittima al 118 poco prima di morire: «Mi ha accoltellato». E non «mi hanno accoltellato», come era filtrato dalle indagini in un primo momento. Una differenza che ha il suo peso per gli inquirenti al lavoro sul caso, che tornano a quelle parole e a quella chiamata arrivata ai soccorritori delle 00.52, subito dopo i 4 fendenti sferrati dall’assassino/a.

Sì, perché proprio quell’essersi espressa al singolare sembra dare più forza all’ipotesi di un legame con l’omicida, sostenuto dalla modalità del delitto: quei quattro fendenti inferti con un coltello probabilmente da cucina (è la tesi emersa dall’autopsia sul corpo), che indicherebbero dei chiari segnalie cronaca, letteratura e statistiche sui femminicidi lo confermano – di modalità “passionali”, compulsive. Di una precisa volontà tradita dal killer di uccidere.

«Mi ha accoltellato», la frase di Sharon Verzeni poco prima di morire

Un dato, quello della drammatica frase pronunciata da Sharon, da maneggiare cura, ma che di sicuro – alla luce dei riscontri fin qui acquisiti – potrebbe spiegarsi anche con un ricorso al singolare in quanto aggredita da uno sconosciuto che ha visto bene. Oppure, come scrivono in queste ore molti siti, senza una ragione precisa in un momento in cui la 33enne barese era sotto choc e dolorante, ferita gravemente. Ma chi l’ha aggredita e colpita a morte? Chi è l’assassino di Sharon di cui non si riesce a delineare il volto?

Una frase che rafforza l’ipotesi di una legame con l’assassino

Intanto, mentre testimonianze e suggestioni si affastellano senza per questo preludere a una svolta, i carabinieri oggi hanno effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta di Via Merelli a Terno d’Isola dove Sharon Verzeni viveva da tre anni col fidanzato Sergio Ruocco. Una seconda ispezione dopo quella di ieri, durata circa 15 minuti, durata pochi minuti e a cui era nuovamente presente – come 24 ore fa – il compagno della giovane donna, non indagato: un punto fermo che gli inquirenti confermano a viva voce. Del resto, in tre settimane di indagine non è emerso nulla contro di lui: non un movente serio, non una testimonianza che contraddica le altre. Non uno che abbia riferito di liti nell’appartamento di Via Merelli ispezionato ancora una volta oggi.

Nuovo sopralluogo nella villetta, e nuova convocazione per il fidanzato

E a proposito di nuovi ritorni, sempre oggi, sempre il fidanzato di Sharon Verzeni, l’idraulico 37enne Sergio Ruocco, è stato nuovamente convocato dai carabinieri al comando provinciale. Sempre senza avvocato. E sempre in veste di persona informata sui fatti. Proprio come, oltre al compagno della vittima, ieri i carabinieri hanno  convocato in caserma anche alcuni colleghi di lavoro di Sharon, che da un anno faceva la barista in un locale di Brembate: il Vanilla Food. Alla ricerca di un particolare, di un elemento, che possa fare luce su un mistero sempre più fitto.

 

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