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Ivrea, caos in carcere: detenuti si arrampicano sul muro di un cortile, poi un pestaggio

IVREA. Ieri, martedì 22 agosto 2024, giornata d’inferno nel carcere di Ivrea: a comunicarlo è il sindacato Osapp.

Due detenuti, sembrerebbe al precipuo fine di ottenere il trasferimento in altro carcere, si sono arrampicati sul muro del cortile del passeggio, chiedendo anche di parlare con l’educatrice di riferimento; mentre un altro gruppo di detenuti al terzo piano ha pestato a sangue un altro detenuto probabilmente per ragioni di 'potere' interne al carcere.

L'aggredito è stato ricoverato all’ospedale di Ivrea da dove è stato dimesso nella tarda serata di ieri. Disordini si sono verificati anche al secondo piano dove altri due ristretti si sono azzuffati duramente. Inoltre, nel reparto isolamento del carcere di Ivrea, altri due detenuti si sono categoricamente rifiutati di rientrare nelle celle. Tali e tanti gli eventi critici nel penitenziario eporediese che appartenenti alla Polizia penitenziaria sono smontati dal servizio solo dopo circa 16 ore di lavoro continuativo.

E’ quanto comunica l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Dott. Leo Beneduci.

«Il personale di polizia penitenziaria è in balia degli eventi e nel marasma più totale - aggiunge il sindacalista - perché le carceri sono vere e proprie bolge infernali dove il personale rischia la vita ogni giorno. E’ inaccettabile che l’amministrazione penitenziaria centrale sia silente a fronte di un dramma di una portata così imponente che vede il personale ormai allo stremo delle forze affrontare in povertà di mezzi e di organico ogni tipo di emergenza con costanti rischi per la propria tenuta psico-fisica. Non va, inoltre, sottaciuta la gravissima circostanza- indica ancora il leader dell'Osapp- che il carcere di Ivrea, da diversi anni è senza un comandante di reparto titolare e che il personale sia di fatto privo di linee guida costanti, tanto che improvvisa quotidianamente il suo agire nonostante siano in organico nell’amministrazione penitenziaria ed in ambito nazionale ben 127 primi dirigenti e 234 tra dirigenti e dirigenti aggiunti e altrettanto accade presso il carcere di Torino da alcuni mesi privo di un comandante di reparto titolare. Rinnoviamo ancora una volta l’invito al Ministro Nordio - conclude Beneduci - di attivare una urgente indagine sulle modalità di gestione del personale e degli istituti penitenziari adottate presso l'amministrazione penitenziaria centrale, il Dap, invero discutibili dubbie e disfunzionali per l'intera istituzione e a partire proprio dalla incapacità di individuare costanti responsabili di reparti e carceri se non previe retribuzioni aggiuntive di svariate migliaia di euro mensili solo per alcuni 'eletti'».

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