Meloni-Berlusconi, più che l’agenda giustizia sarà identica la persecuzione subita?
Meloni- Berlusconi, sarà identica la persecuzione? La storia si ripete con i medesimi inquietanti scenari avvertiti negli ultimi trent’anni.
Inutile nascondersi dietro formule edulcorate: la cosiddetta “Seconda Repubblica” altro non è stata che un perpetuo conflitto “civile” tra Berlusconi e i suoi sostenitori, con l’utilizzo di tutti i legittimi mezzi nella propria disponibilità e la sinistra, con i suoi complotti anti italiani prima ancora che anti berlusconiani e soprattutto con la ‘corrispondenza di amorosi sensi’ di una settaria parte della magistratura e di certa stampa.
Gli esempi di un’analogia Meloni-Berlusconi sono innumerevoli: la “bozza Boato” abortita anche su pressione della magistratura che si rivelò esiziale per il progetto di riforma della bicamerale D’Alema; la riforma sulla responsabilità civile dei magistrati in vigore dal 1988 rimasta lettera morta; più in generale qualsiasi ulteriore tentativo di riformare la giustizia stigmatizzato quasi come atto eversivo contro la magistratura.
Le similitudini Meloni-Berlusconi
Questi e altri scenari non sono inediti ma per buona parte li ha rivelati Luca Palamara, arcinoto segretario dell’ANM e autore, insieme al Direttore de “Il Giornale” Sallusti, di due libri intervista sulle scorie insistenti in seno all’organo di autogoverno della magistratura e al correntismo esasperato e politicamente schierato, reo di aver mortificato lo strumento penale utilizzandolo per combattere gli avversari politici e non per accertare eventuali fatti di reato.
Le possibili persecuzioni stile Meloni-Berlusconi
Sarà anche in questo caso una coincidenza che al tentativo di riformare la magistratura si manifesti uno scenario persecutorio stavolta denunciato in un dettagliato quanto allarmante editoriale proprio di Alessandro Sallusti: “Vogliono indagare Arianna Meloni”?
Non vorremmo dover constatare come la vera similitudine Meloni- Berlusconi non sia legata alla paventata identità dell’agenda di governo in materia di giustizia, ma alla persecuzione giudiziaria patita.
La proposta di Almirante per sorteggiare i membri del Csm
La solita stampa e alcune forze politiche instillano continuamente dubbi sul ruolo di Arianna Meloni, quasi a sollecitarne l’iscrizione nel registro degli indagati, e a proposito di giustizia portano avanti un teorema: scrivi Meloni leggi Berlusconi ignorando, per esempio, che una delle prime proposte, se non la prima, analoga per contenuti al ddl approvato in Consiglio dei Ministri, risale al 23 luglio 1971, con la previsione del sorteggio come metodo di scelta per i componenti togati del CSM, primo firmatario, Giorgio Almirante.
Stesso percorso, in tempi invero più recenti, per la proposta del “Msi verso Alleanza Nazionale” di separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante nel 1994.
Sono passati rispettivamente cinquanta e trenta anni ma le motivazioni di quelle istanze sono ancora presenti nella società e richieste dagli operatori del diritto.
“La sinistra cita gli avvocati a piacimento”
D’altronde sono queste le riforme invocate anche dall’Unione delle Camere Penali italiane che nella scorsa legislatura hanno presentato un ddl costituzionale apposito, ma la sinistra gli avvocati li cita solo quando si critica la gestione del sistema carcerario non quando sono unisoni sulla riforma della magistratura, come sempre per loro tutto è sacrificabile all’altare dell’opportunismo.
Curioso pensare che tra i sostenitori di alcune tra queste riforme vi fu anche Giovanni Falcone, evocato giustamente per la grandezza delle sue azioni contro mafia e malaffare più di rado per i dissidi interni alla Procura di Palermo contro lui e il pool, per la sua bocciatura dal CSM nel ruolo di consigliere istruttore del Tribunale di Palermo nel 1988, per la sua posizione favorevole alla separazione delle carriere nella magistratura.
La verità è che scardinare quote di potere per favorire pratiche di civiltà giuridica desta sempre preoccupazione in chi quel potere non potrebbe più esercitare o, magari, a chi di quel potere ha usufruito per la propria carriera o contro qualcuno.
“Meloni proceda con le riforme”
Si vada avanti con le riforme sperando che la storia non si ripeta, neanche sotto forma di farsa, sarebbe egualmente grave e quello sì sovversivo, restando tuttavia sicuri che gli italiani gli ultimi trent’anni di esperienza non li abbiano dimenticati e che Giorgia e Arianna Meloni, così come i vertici di Fratelli d’Italia, non abbiano nulla da farsi rimproverare sul piano etico e morale.
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