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Golf: Lydia Ko non si ferma più. Dopo l’oro olimpico suo il Women’s British Open a St. Andrews

Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando, tra 2014 e 2016, Lydia Ko dominava larga parte di quello che si poteva dominare. La neozelandese ha letteralmente fermato il tempo e, a 27 anni, ritorna a vincere un Major dopo otto stagioni. Suo, per la prima volta, il Women’s British Open, qui sponsorizzato AIG e, per di più, ospitato dal tempio del golf, l’Old Course di St. Andrews. E c’è di più: a risultare decisivo è il suo birdie sull’iconica buca 18, quella dove chiunque sogna di giocare per la vittoria. Lei l’ha fatto e ha vinto in -7 (-3 di giornata), creando un vero e proprio bis con l’oro olimpico del Le Golf National, poco fuori Parigi.

Per lungo tempo, nel finale, il duello è sostanzialmente a quattro, dato che oltre a Ko vi prendono parte Nelly Korda, Lilia Vu e Jiyan Shai. Ognuna avrebbe i suoi ottimi motivi per fare la storia, e a un certo momento tutte sono a -6. Ad avanzare, però, è solo colei che fu la più giovane numero 1 di sempre nove anni fa. Presto o tardi, prima la sudcoreana (che si riprende col birdie alla 18), poi le due USA devono incappare in un bogey. Succede così che finiscano tutte a -5, e a loro si accompagni anche la cinese Ruoning Yin, in recupero con il suo -2.

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A chiudere sesta da sola, a -3, finisce per essere la thailandese Ariya Jutanugarn, che torna a riassaporare la top ten di un Major dopo tre anni (ed era sempre il British Open). Dietro di lei per un colpo le giapponesi Akie Iwai e Mao Saigo e la sudafricana Casandra Alexander.

Decisamente ampio il novero delle decime, dove s’inserisce anche la miglior amateur del torneo, l’inglese Lottie Woad, unica peraltro a chiudere sotto par (-1). Con lei le americane Alexa Pano e Angel Yin, la sudcoreana Jinhee Im, la thailandese Pajaree Anannarukarn, la danese Nanna Koerstz Madsen e la svedese Linn Grant.

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