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25 nuovi infermieri nell’Asl del Canavese, ma Cuorgnè soffre

Ivrea

La buona notizia è che tra i 99 infermieri che hanno passato il concorso a tempo determinato fino a 36 mesi (e come vedremo, in quel fino, si nasconde un’insidia), ci sono anche 25 persone che non avevano partecipato ad alcun concorso, quindi dei nuovi ingressi a tutti gli effetti.

Pare, però, che tra questi solo due sarebbero propensi ad accettare gli ospedali di Ivrea e Cuorgnè, mentre la maggior parte preferirebbero Chivasso. E la questione più urgente, al momento, è proprio il pronto soccorso di Cuorgnè. Qui, infatti, cinque infermieri hanno formalizzato le dimissioni: tre sono già andati via, uno andrà via da settembre e un altro da ottobre. Lasceranno il pubblico per il privato perché, per lo più, stanchi dei carichi di lavoro.

A gennaio 2023, il giorno della riapertura h24 fortemente voluta dalla giunta Cirio, erano 20 gli infermieri, a ottobre, se non ci saranno prima nuovi ingressi rischiano di rimanere in 12, su un fabbisogno minimo stimato in 18. L’Asl/To4, per tamponare l’emergenza, ha deciso di destinare quattro operatori socio-sanitari in più, che potranno almeno in parte sgravare le carenze. «Al momento è meglio di niente, ma non basta - spiega Giuseppe Summa del Nursind -. Servono politiche di incentivazione abitativa fin dagli anni universitari. Serve una fidelizzazione con chi si laurea a infermieristica a Ivrea e poi resta a lavorare qui. Sia abitativa, sotto forma di rimborsi spese, ma bisogna premiare chi sceglie di restare».

Da non dimenticare, inoltre, che lo stesso Nursind ha chiesto alla Regione Piemonte di seguire l’esempio del Veneto che ha approvato un piano strategico di contrasto alla carenza e stanzia 150 milioni di euro in tre anni per incrementi salariali al personale sanitario, per invogliarlo a restare nel pubblico. Incrementi che dovrebbero essere previsti a livello nazionale, ma purtroppo non lo sono.

Il problema è che spesso, invece che incentivare, si disincentivano gli ingressi. Nel concorso a tempo determinato fino a 36 mesi, infatti, c’è stato un piccolo giallo. Gli infermieri che lo hanno passato hanno poi letto nella delibera di pubblicazione della graduatoria, di soli dodici mesi. Molti, che già lavoravano nel privato erano sul punto di rifiutare. Il Nursind, poi però, ha scritto alla direzione sanitaria, manifestando il problema. E allora l’azienda si è detta disponibile ad ampliare il contratto fino a 36 mesi.

Tra Ivrea e Cuorgnè, gli ospedali più in sofferenza, ci sono al momento una ventina di maternità ad aumentare il numero delle assenze. In tutto gli infermieri attualmente in servizio in Asl/To4 sul fabbisogno minimo - esclusi, cioè gli infermieri di comunità, quelli del Dm Arcuri - sono 1.554 di 1.575.

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