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L’addio dell’ateneo triestino a Tonchia, docente poliedrica e gentile

TRIESTE. L’Università di Trieste dice addio a Teresa Tonchia, ricercatrice e docente del Dipartimento di Scienze politiche e sociali scomparsa prematuramente lo scorso 15 agosto. A darne notizia è proprio la pagina internet dell’ateneo, che ne ricorda «i tratti umani di gentilezza», stringendosi attorno alla famiglia.

Tonchia aveva percorso quasi tutta la sua carriera accademica a Trieste, laureandosi nel 1986 in Dottrina dello Stato con il massimo dei voti. Da sempre attratta dai risvolti filosofici del diritto e della prassi politica, negli ultimi anni aveva focalizzato la sua attenzione e i suoi argomenti di ricerca sul ruolo delle donne e sui temi di genere, insegnando Storia delle donne all’interno del corso di laurea di Scienze politiche e dell’amministrazione.

L’incontro fra sollecitazioni di carattere culturale e spunti provenienti dall’attualità politica è testimoniato da una delle iniziative che l’ha vista protagonista in anni recenti, “Società, Politica e Cinema”, rassegna cinematografica di cui Tonchia è stata referente. Qui potevano trovare sintesi i due filoni che hanno caratterizzato la sua attività di insegnamento e di ricerca, quello appunto scientifico e quello proveniente da vari ambiti della cultura di suo interesse, primo fra tutti il cinema.

Come scrive l’Università di Trieste, Tonchia era impegnata «sui temi del rapporto tra i generi, del contrasto agli stereotipi lesivi del femminile e del riconoscimento sociale e politico del ruolo delle donne». Lo dimostrano le parole della stessa Tonchia, durante la presentazione della rassegna cinematografica nel 2017: «Viviamo in una società fatta di stereotipi e canoni sia dal punto di vista sessuale che di genere. Il percorso del femminismo è ancora in fieri».

Anche la sua bibliografia è un riflesso di questa vocazione poliedrica e al contempo ben radicata nei rami disciplinari di sua competenza. In particolare, lo studio dei diversi codici comunicativi e alle rappresentazioni cinematografiche si intravede tanto in “Lo spettro della fine. Pensare l’Apocalisse tra filosofia e cinema” (Mimesis, 2016) quanto ne “L’enigma del potere. L’immaginario politico nel cinema” (Mimesis, 2020), di cui è stata curatrice.

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