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Mary Poppins compie 60 anni e se ne infischia delle follie del politicamente corretto

Sono passati 60 anni e ‘Mary Poppins’ è ancora il film più “supercalifragilistichespiralidoso” che ci sia. Era il 27 agosto 1964 quando il lungometraggio in tecnica mista fortemente voluto da Walt Disney veniva presentato per la prima volta al Grauman’s Chinese Theatre di Los Angeles. A creare il personaggio della tata magica che scende dal cielo per occuparsi dei figli dei coniugi Banks, fu la scrittrice australiana P. L. Travers. Che nel 1934 pubblicò il primo degli otto libri su Mary Poppins. Tra i tantissimi bambini che in tutto il mondo si innamorarono del romanzo, ci fu anche Diane, figlia di Walt Disney. Grazie a lei il papà di Topolino decise di produrre un film su Mary Poppins. Ma convincere Travers a cedergli i diritti non fu facile: ci vollero circa vent’anni, Disney li acquisì finalmente nel 1961. Il braccio di ferro tra i due – ricostruisce l’Adnkronos-  fu talmente avvincente che a distanza di decenni, nel 2013, la Walt Disney Pictures dedicò un film a questa storia: ‘Saving Mr Banks’: con Tom Hanks nei panni di Disney ed Emma Thompson in quelli di Travers.

Mary Poppins compie 60 anni: il cast

Com’è noto a impersonare Mary Poppins fu Julie Andrews, una scelta in cui Walt Disney credeva profondamente. Andrews all’epoca era una superstar del teatro musicale. Aveva debuttato a Broadway a 15 anni e aveva incantato in spettacoli come ‘My Fair Lady’ e ‘Camelot’. Jack Warner aveva da poco offerto ad Audrey Hepburn anziché a lei il ruolo di Eliza Doolittle nella versione cinematografica di ‘My Fair Lady’, quando Walt Disney la avvicinò. Andrews fu subito entusiasta dalla proposta. Ma, come ha raccontato spesso alla stampa internazionale, spiegò a Disney che era incinta di tre mesi e la gravidanza le avrebbe impedito di interpretare il ruolo. “Non c’è nessun problema, aspetteremo”, disse lui. Julie Andrews si trasferì a Burbank, in California, con marito e figlia circa nove mesi dopo aver partorito e solo allora iniziarono le riprese ai Disney Studios dove fu ricreata la Londra di inizio 1900.

Mary Poppins e cinque Oscar e 13 nomination

‘Mary Poppins’ fu il debutto cinematografico di Julie Andrews. E, nonostante la lunghissima e sfaccettata carriera cinematografica che prese il via da lì, il pubblico l’ha sempre identificata con la tata magica. Il suo volto dolce, la sua voce potente ed espressiva; il piglio affettuoso e insieme autoritario hanno dato vita a uno dei personaggi più amati e iconici della storia del cinema. Per quell’interpretazione Julie Andrews vinse l’Oscar come Miglior attrice protagonista. Battendo proprio Audrey Hepburn in ‘My Fair Lady’. Al suo fianco il talentuoso attore e showman Dick Van Dyke nei panni dello spazzacamino Bert;e anche del direttore della banca di Londra, il signor Dawes). L’iconico duo dei fratelli Robert e Richard Sherman ha impiegato oltre due anni per comporre l’indimenticabile colonna sonora e tutte le canzoni che sono parte sostanziale della pellicola.

La follia woke su Mary Poppins

l valore artistico di ‘Mary Poppins’ fu immediatamente chiaro, tanto che il film vinse cinque Oscar nel 1965 su ben tredici nomination. Eppure, anche su questa pellicola cult si è abbattuta poco tempo fa la follia del politicamente corretto. Conterrebbe al suo interno un linguaggio discriminatorio. E’ stato nel febbraio scorso che la British Board of Film Classification anninciò che sono stati “costretti” a cambiare la classificazione del film. Non è più per “tutti” ma i minori di 12 anni devono essere accompagnati durante la visione da una persona adulta. Le “menti” del Consiglio britannico per la classificazione dei film ha stabilito che la parola “ottentotti”per indicare  una tribù africana nel film viene pronunciata due volte dal padre Ammiraglio: la ripete rivolta ai due figli che si erano sporcati e avevano la faccia nera di fuliggine. Per le vestali della Commissione di vigilanza inglese tanto basta per qualificare il film come offensivo, razzista, discriminatorio e «stressante». Dunque, la più celebre tata della storia della fabulazione non sarebbe più adatta a tenere compagnia ai bambini. Andate a raccontarlo ai piccoli  di ieri e di oggi. E, dopo lo stupore, penserebbero di trovarsi dentro una gabbia di matti.

 

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