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Migranti, Scholz scopre che la linea italiana è quella giusta. Ma scivola nel ridicolo con la stretta sui coltelli

Vertice in cancellaria a Berlino tra il cancelliere Olaf Scholz e il leader dell’opposizione tedesca Friedrich Merz per discutere delle conseguenze dell’attentato di Solingen. Ieri, dopo il massacro commesso da un siriano arrivato in Germania nel 2022, costato la vita a tre persone oltre al ferimento di altre 8, Scholz ha annunciato una stretta nelle politiche sulla immigrazione, con espulsioni dei migranti più veloci, arrivando a parlare di “deportazioni”. Oltre a questo il cancelliere ha parlato di una stretta sulle armi, coltelli compresi. Si tratta di un annuncio che lascia perplessi, considerando che se un terrorista è intenzionato a fare una strage all’arma bianca anche un coltello da cucina può andare bene. La stretta riguarderà anche quelli? Proprio questa proposta dà la misura della difficoltà in cui si trova il cancelliere, costretto anche a proclami di utilità più che dubbia nel tentativo di sedare un’opinione pubblica infuriata per il lassismo delle maglie dei controlli sui migranti.

La Germania alle prese con le conseguenze politiche della strage di Solingen

Il vertice in cancelleria è durato oltre un’ora, e Merz è andato via senza rilasciare alcuna dichiarazione. Il leader dell’opposizione aveva rivendicato nei giorni scorsi lo stop alla concessione dell’asilo per siriani ed afghani. Il ministro della Giustizia tedesco, Marco Buschmann, ha replicato che non è possibile. “È un problema legale per noi dire in tutta l’Ue o in Germania che non accoglieremo più certe persone”, ha dichiarato Buschmann durante un’intervista ad Ard. “Penso che dobbiamo parlare dei numeri, dobbiamo parlare della distribuzione in Europa, dobbiamo parlare della protezione delle frontiere esterne, ma non possiamo semplicemente dire che nessuno può più venire da noi”, ha detto ancora il ministro.

Scholz alla svolta su espulsioni dei migranti e controllo delle frontiere esterne

Buschmann, invece, si è però detto fondamentalmente favorevole alle espulsioni in Siria e Afghanistan e ha ribadito la piega presa dal governo rispetto alle espulsioni dei richiedenti asilo non aventi diritto, che devono essere intensificate. La mancata espulsione dell’aggressore di Solingen non è un caso isolato. “Decine di migliaia di persone non vengono espulse ogni anno perché semplicemente non vengono ritrovate. Ora dobbiamo parlare di come lo Stato possa intraprendere azioni più coerenti e trattare queste persone come richiede la legge”, ha affermato Buschmann.

Solo la sinistra italiana continua a credere alle favole immigrazioniste

La svolta tedesca, tanto sulla necessità di passare dalla logica della redistribuzione a quella della protezione delle frontiere esterne quanto su quella di dare seguito a efficaci politiche di controllo ed espulsione, è stata registrata con favore in Italia. Il centrodestra e in particolare FdI, infatti, ha ricordato che questa, da sempre, è la linea del governo, promossa con forza anche in sede Ue. “Gli unici a non capire i pericoli dell’immigrazione illegale sono Schlein, Conte e company: mentre in Germania, dopo l’attentato rivendicato dall’Isis, il cancelliere socialdemocratico Scholz annuncia finalmente una stretta sui clandestini, in Italia la sinistra continua a credere nelle favole immigrazioniste pur di andare contro a Giorgia Meloni”, ha commentato il capodelegazione di FdI- Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. “Anti-italiani fino alla fine, i campioni della sinistra nostrana sono gli unici in Europa a non aver ancora aperto gli occhi. Chissà se prima o poi ci arriveranno”, ha concluso Fidanza.

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