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L’imprendiscibilità fa rima con Darmian

Il vocabolario Treccani spiega così il termine imprescindibile: “da cui non si può prescindere, di cui si deve assolutamente tenere conto..” Nello spogliatoio nerazzurro c’è un giocatore che si sta scomprendo sempre più importante all’interno dello scacchiere nerazzurro. Imprescindibilità fa rima con Matteo Darmian, il jolly di Simone Inzaghi.

Imprescindibilità in fascia

A ridosso della partita con il Lecce, Inzaghi aveva un solo vero dubbio, sulla fascia destra, tra l’olandese Denzel Dumfries e l’italiano Matteo Darmian. Fino agli ultimi istanti antecedenti al match il popolo nerazzurro è rimasto con il dubbio fino a quando, all’uscita delle formazioni ufficiali, si è scoperto che la scelta era ricaduta sul numero 36 italiano.

Scelta giusta? Senza dubbio. Dopo poco meno di 5 minuti di gioco cross di Di Marco, sponda di Taremi ed ecco sul secondo palo l’arrivo puntuale di un ragazzo 34enne che porta in vantaggio i nerazzurri. Inzaghi premiato alla prima occasione utile. Per il resto della contesa, Matteo ha sfornato la solita prestazione attenta nelle due fasi, facendosi trovare pronto quando il gioco si sviluppava in maniera veloce attraverso la propria fascia di competenza. Non a caso è stato suo il cross che stava regalando a Taremi, (in rovesciata), un gol da cineteca. A fine gara il voto assegnatogli, dalla Gazzetta dello Sport, sarà 6,5 e sarà eletto migliore in campo da Panini. Imprescindibilità al potere.

 Ad averne jolly così…

Jolly. Oltre ad essere imprescindibile, Matteo Darmian è un vero e proprio jolly che Inzaghi può usare a proprio piacimento. E’ sicuramente questa la caratteristica che determina un’importanza maggiore del numero 36.

Sono almeno tre i ruoli che può ricoprire senza scomporsi troppo. Ha nelle corde, infatti, sia il doppio ruolo di esterno, (destro e sinistro), nei cinque di centrocampo, sia il ruolo di braccetto di destra nei 3 difensori. E’ una caratteristica questa che gli permette, rispetto ad altri compagni, di avere possibilità maggiori di essere impiegato nello scacchiere nerazzurro.

La storia di Darmian ricorda, un po’, la storia di J.Zanetti. Ci sono state estati in cui l’ex capitano nerazzurro non figurava mai nei campetti disegnati dalla Gazzetta, ma, puntualmente, ogni anno finiva con il disputare tutte le gare disponibili. Certo il grado da capitano faceva la sua parte, ma erano le caratteristiche tecniche e fisiche a determinare la sua titolarità. Ecco, Darmian un po’ ricorda la sua storia di giocatore “messo in panchina” da molti addetti ai lavori, ma che con la cultura del lavoro sa sempre ritagliarsi i suoi spazi

La capacità di essere leader

Darmian è un leader? Si, viene da dire di sì. Al netto della carta d’identità che lo elegge ad uno dei più anziani del gruppo squadra, ha altre caratteristiche che gli permettono di essere annoverato tra i giocatori maggiormente presi in considerazione nello spogliatoio nerazzurro

Il suo carattere calmo e tranquillo che traspare anche in campo genera un profondo rispetto da parte di allenatore e squadra. E’ oramai un veterano dello spogliatoio. Arrivato con Conte è stata già una figura importante nell’annata dello scudetto numero 19 e poi si è conquistato, sempre più, un ruolo di prim’ordine nello spogliatoio.

Tutto questo contribuisce, unitamente alle caratteristiche tecniche, a far di lui il titolare della corsia esterna destra con Dumfries relegato a riserva, anche per colpe sue. Venerdì, contro l’Atalanta, l’imprescindibile Darmian è pronto a var valere ancora le sue ragioni

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