Gaza, ostaggio ritrovato in un tunnel: Farhan al-Qadi libero dopo 326 giorni. L’Idf: “Operazione complessa”
Un ostaggio israeliano a Gaza è stato tratto in salvo oggi dalle Idf. Lo ha confermato l’esercito, precisando che si tratta del 52enne Qaid Farhan al-Qadi, appartenente a una comunità beduina vicino alla città meridionale di Rahat. L’uomo, che lavorava come guardia in una fabbrica di imballaggio nel kibbutz Magen il 7 ottobre, era stato rapito da Hamas nella vicina comunità di Mivtahim. Farhan al-Qadi ha avuto un colloquio con il premier Benjamin Netanyahu, al quale ha rivolto il proprio ringraziamento per il ”lavoro sacro” che ha permesso il salvataggio e ”di stare qui oggi con la mia famiglia”. Ma ”ci sono altri che stanno aspettando”, ha detto al-Qadi.
L’Idf libera un ostaggio israeliano: “Operazione coraggiosa e complessa”
Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha affermato che l’operazione per salvare l’ostaggio a Gaza è stata “coraggiosa e complessa” e basata su informazioni di intelligence accurate. Farhan al-Qadi era da solo in un tunnel nella parte meridionale della Striscia quando è stato individuato dalle forze speciali: accanto a lui non c’erano altri ostaggi o miliziani di Hamas e le truppe israeliane non hanno incontrato alcuna resistenza, riferisce il Times of Israel. Si ritiene che le guardie di Hamas siano fuggite dalla zona in cui era detenuto oppure che al-Qadi sia riuscito a sfuggire ai suoi rapitori, ma sia rimasto all’interno del tunnel. Secondo le Idf, al-Qadi non si trovava all’interno di questo tunnel per tutti i 10 mesi di prigionia e si ritiene che sia stato spostato più volte.
L’uomo ritrovato da solo in un tunnel
Secondo quanto emerso, l’uomo, che è stato trasferito per controlli al Soroka Medical Center di Beersheba, è in buone condizioni di salute. È stato trovato all’interno di un tunnel dai commando dell’unità d’elite Shayetet 13 della Marina, la sua prigionia è durata 326 giorni di prigionia. L’operazione è stata guidata dal Comando meridionale delle Idf, dallo Shin Bet e dalla 162esima divisione delle Idf. Secondo il Times of Israel, si ritiene che 104 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, compresi i corpi di 34 di loro la cui morte è stata confermata dall’esercito.
Un “momento di gioia” per Israele
“Non riesco a spiegare questa sensazione, è meglio persino dell’arrivo di un neonato”, ha commentato uno dei fratelli di Farhan al-Qadi, intervistato dai media in lingua ebraica. Anche il Forum delle famiglie degli ostaggi ha accolto positivamente la notizia. “Il ritorno a casa di Qaid non è altro che un miracolo. Tuttavia, dobbiamo ricordare che le sole operazioni militari non possono liberare i restanti 108 ostaggi. Un accordo negoziato è l’unica via da seguire”, si legge in un nota. Congratulazioni all’Idf, allo Shin Bet e a tutti i servizi di sicurezza coinvolti nel salvataggio sono giunte, tra gli altri, dal presidente israeliano, Isaac Herzog, che si è detto “felicissimo” e ha parlato di “un momento di gioia per lo Stato di Israele e per la società israeliana nel suo complesso”.
Il colloquio tra l’ostaggio liberato a Gaza e Netanyahu
Da una nota dell’ufficio del premier si apprende che anche Netanyahu, nel corso del colloquio con l’ostaggio liberato, ha affermato che tutta Israele si è commossa per il suo rilascio e gli ha garantito che farà tutto quanto gli è possibile per riportare in Israele anche gli altri rapiti ”in due modi: attraverso i negoziati e con le operazioni di salvataggio”. Per liberare gli ostaggi, è stato sottolineato ancora nel comunicato, ”è necessaria la nostra presenza militare sul campo e una pressione militare senza fine su Hamas”.
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