US Open: subito fuori Tsitsipas e Auger-Aliassime, avanti Hurkacz
T. Kokkinakis b. [11] S. Tsitsipas 7-6(5) 4-6 6-3 7-5
Il primo set fra Tsitsipas – al suo primo match senza il padre Apostolos nel box – e Kokkinakis – che ha già affrontato il greco in Australia, tre anni fa, in una maratona che alla fine l’ha visto sconfitto – dura un’ora e nove minuti di lotta ed equilibrio. Entrambi commettono un buon numero di errori gratuiti (Tsitsipas 16, Kokkinakis 18), entrambi concedono nei loro turni di servizio. Il primo a cedere è Tsitsipas, che subisce, alla terza palla break, un break in apertura. In questa fase iniziale, Kokkinakis concede poco in battuta (alla fine del set avrà vinto 17 su 21 punti giocati con la prima), e, sfruttando le difficoltà in risposta del suo avversario, sale 4-2. Sul 4-3, l’impulsività di Kokkinakis ha la meglio sul suo talento: in due situazioni di parità tira la seconda come la prima, commette doppio fallo e concede il contro break. Apertamente innervosito dal pubblico, è lui ora a dover inseguire: riesce comunque a tenere sul 5-5 con il quinto degli otto ace del parziale, che è deciso dal tiebreak: l’australiano sale subito 3-0, poi, sul 6-1, ha di fronte a sé cinque set point. Sul quarto, commette un clamoroso errore nei pressi della rete. Ora serve Tsitsipas, sembra tutto vanificato: eppure, riesce a vincere il punto successivo e a chiudere un parziale molto lottato.
Nel secondo parziale, il grande caldo e la fatica continuano a farsi sentire: entrambi devono salvarsi più volte da situazioni di svantaggio, ma quello che sembra più insicuro nei momenti importanti rimane il greco. Nonostante il break ottenuto in apertura, infatti, Tsitsipas lo restituisce subito. Poco più in là – sul 2-2 – ottiene due palle break , ma Kokkinakis è bravo a spingere col servizio e rimanere avanti.
Il match, pian piano, comincia a cambiare binari: è Tsitsipas a condurre il gioco. L’australiano è meno preciso, i colpi non trovano più l’incisività del set precedente. Sprecata un’occasione di break nel settimo gioco, Kokkinakis è ancora una volta vittima di grandi dubbi: si concede alla prima chance del greco, regalandogli il parziale per sei giochi a quattro.
Al rientro in campo Kokkinakis non è più quello del primo set, così come non lo è Tsitsipas: dal lato bimane l’australiano fatica troppo, chiedendo eccessiva potenza e precisione al suo dritto. La percentuale di prime palle in calo permette al greco di entrare nello scambio con grande aggressività, fin dal primo colpo, impedendo all’oceanico di trovare gli appoggi e lo spazio per tentare il facile vincente. Nonostante le difficoltà e il fisioterapista chiamato al cambio di campo, Thanasi non molla, mantenendo il vantaggio dopo aver annullato 2 palle break.
Tsitsipas comincia ad arretrare sempre più la propria posizione e Kokkinakis, come suo solito, si dimostra formidabile quando chiamato a spingere, ma troppo confuso quando costretto a pensare e a gestire lo scambio.
Il greco, però, è ancora troppo lontano dal suo livello: un gioco discontinuo e ricco di grande passività, lo costringe a lottare in un game che sembrava già chiuso. Sopra 40-0, il servizio perde incisività, Kokkinakis gioca due punti fenomenali e infila 5 quindici consecutivi, ottenendo il break alla prima occasione del suo terzo set. Al servizio per il parziale, Thanasi non si spaventa: il dritto funziona alla perfezione, fra grande potenza e buona profondità. Alla prima occasione, chiude un set di meraviglioso cinismo.
Nel quarto set è ancora l’australiano ad avere la prima palla break nel quinto gioco, il greco continua a latitare in ogni caso in risposta e si rimane in equilibrio fino al 5 pari. Nell’undicesimo gioco stavolta Tsitsipas cede la battuta e dopo il cambio campo Kokkinakis chiude la pratica dopo quasi 4 ore di partita.
Altra cocente delusione per Tsitsipas che deve rimettere a posto gioco e idee il prima possibile, magari con un vero coach al suo fianco
J. Mensik b. (19) F. Auger-Aliassime 6-2 6-4 6-2
Nonostante il primo break della partita sia suo, il primo set di Auger- Aliassime – che qui a New York ha raggiunto il suo massimo risultato Slam, ovvero la semifinale – è veramente disastroso: concede immediatamente il controbreak con due doppi falli (ne commetterà altri due). Dopo alcuni tentennamenti iniziali in battuta di Mensik, il diciottenne non si guarda più indietro: poco dopo, è in vantaggio 3-1, mentre gli errori non forzati di Auger sono già 8. Al servizio il diciottenne trasforma dieci dei dodici punti giocati con la prima, e in breve si porta 4-1. Auger avrebbe una chance di rientrare sul 2-4, ma, salito sullo 0-30, commette tre gravi errori e finisce per non approfittarne. L’ultimo game è emblematico: un doppio fallo e tre errori, Auger concede tre set point. In qualche modo recupera; poi, al termine di uno scambio ben costruito, affossa in rete un comodo diritto. La quarta volta è quella buona: 6-2 Mensik in 38 minuti. Auger fa tappa negli spogliatoi.
Il secondo set è un assedio: Auger migliora, ma non va molto oltre il difendersi dagli attacchi dell’avversario, che, a partire dal game del 2-2, ottiene per quattro volte di fila almeno una possibilità di break. Auger resiste, grazie al servizio e a una certa lucidità nel condurre lo scambio. Poi, sul 4-5, Mensik coglie la sesta opportunità, che è anche un set point: 6-4 e due set a zero per il ceco.
Il terzo parziale è la conclusione malinconica di un’uscita di scena sorprendente quanto netta e prematura. I break sono due: il primo nel secondo gioco, il secondo nell’ultimo: finisce 6-2 6-4 6-2 in due ore e quattro minuti per Jakub Mensik, che si qualifica meritatamente per il secondo turno.
[7] H. Hurkacz b. [Q] T. Skatov 6-3 7-6(4) 7-6(3)
La grande incognita della partita sono le condizioni del menisco di Hurkacz, che, nonostante il parere negativo di “otto medici su dieci”, ha deciso di rientrare dall’infortunio già sul cemento americano. Nei primi game dell’incontro Skatov sembra reggere all’impatto col servizio del polacco. Pur concedendo una palla break, rimane attaccato fino al 2-2. Gli è fatale il sesto gioco: quattro palle break concesse e, infine, deve cedere. Hurkacz, nonostante l’87 per cento di punti vinti con la prima e le 6 ace, non sembra intoccabile: concede qualcosa (la prima palla break dell’incontro) nel game che chiude il primo set, vinto sei giochi a tre.
Anche nel secondo parziale Skatov rimane incollato a Hurkacz: anzi, è lui a condurre, fin quando, sul 4-4, prende break, e il set sembra declinare verso una conclusione attesa. Essa si verifica, sì, ma non subito, perché con un guizzo il kazako si rialza e trova il 5-5. Il set viene dunque deciso al tiebreak: qui però Hurkacz è molto lucido e chiude sette punti a quattro.
Altro set, altro tiebreak per il numero sette del mondo. Dopo un set complicatissimo e un medical time-out chiamato al cambio di campo, Hurkacz, ancora una volta, dimostra di riuscir a mantenere la massima lucidità nei sette punti decisivi. Un break a testa fra il quinto e il sesto game e per il polacco solo il 48% di prime palle in campo, ma ben 11 ace infilati in un solo parziale. Nel tiebreak conquista tre minibreak, chiudendo al terzo matchpoint dopo quasi tre ore di match.
Ha collaborato Pietro Keller