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Lgbt e Drag Quenn: è l’ultima trovata della Ue per “educare” i minori. FdI: basta follie gender con i soldi pubblici

È in arrivo l’ultima operazione targata Ue per incentivare la conoscenza del mondo Lgbt. L’iniziativa, che non è passata inosservata agli europarlamentari di FdI, nell’ambito del programma Erasmus+, propone a ragazzi e ragazze fra i 14 e i 17 anni  una settimana con le drag queen. Uomini, generalmente omosessuali o transessuali, che si esibiscono davanti a studenti minorenni per avvicinarli all’universo gender. “Seminari sulla decostruzione del gender, formazione sull’attivismo Lgbtq+, laboratori sulla storia e sulle figure iconiche del “Drag”. Il tutto con  l’ausilio di un team di facilitatori “Drag”. Ecco il programma del costoso  progetto “DragTivism Jr”,  35.730 euro. All inclusive,  itto e alloggio, per questa full immersion nell’ideologia queer. Appuntamento dell’1 al 10 settembre a Girona, in Spagna.

Dalla Ue arriva il DragTivism per gli studenti minorenni

Gli obiettivi dell’esemplare iniziativa sono espliciti: «Esplorare i nostri possibili alter ego»; «indagare il concetto di genere da diverse prospettive»; «celebrare la cultura Lgbt»; «conoscere le competenze legate all’arte del drag, che possono anche sostenere l’occupabilità futura»; «utilizzare il programma Erasmus+ come strumento per realizzare progetti che promuovano i diritti Lgbt».Tutto all’insegna, neanche a dirlo, del politicamente  corretta e dell’inclusività.  Come si legge nella locandina dell’iniziativa sul sito ufficiale del progetto Erasmus+, la cosa “è concepita come un’opportunità per i partecipanti provenienti da diversi Paesi di esplorare l’espressione di genere come forma d’arte e di attivismo. Che permette di sfidare lo spettro gender e altre situazioni ingiuste affrontate dal divario di genere”.  Sempre sul sito Internet si legge che i Paesi che aderiscono all’iniziativa sono Spagna, paese ospitante, Irlanda, Italia, Grecia e Slovacchia, mentre le attività si svolgeranno a Girona e a Barcellona, «in spazi pubblici o privati che possano fornire supporto ed equipaggiamento adeguati”.

FdI chiede lumi: basta follie gender, si fermi il progetto

L’iniziativa non è piaciuta ai parlamentari  di Fratelli d’Italia. Paolo Inselvini, insieme al copresidente del gruppo dei Conservatori e dei riformisti europei (Ecr) Nicola Procaccini e il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea “per chiedere di interrompere il progetto, imponendo che fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di esporre i più giovani all’ideologia gender e all’attivismo Lgbt». In una nota, Inselvini ha dichiarato: “Nel contesto della medesima interrogazione,  abbiamo anche chiesto come si intenda garantire che i progetti finanziati da Erasmus+ rispettino pienamente l’integrità e il benessere psicologico dei minori coinvolti. E in che modo si verifichino il coinvolgimento e il consenso informato dei genitori prima di approvare la partecipazione dei minori a progetti che trattano tematiche così controverse. Siamo stanchi di questi finti progetti educativi, pagati con soldi pubblici, che altro non sono che forme di indottrinamento ideologico. A Bruxelles pensino a diffondere i veri valori europei, la solidarietà, la dignità umana, la pace; altro che queste follie “in salsa woke””. Inutile dire che la sinistra è entuasiasta. Per il radicale Riccardo Magi lo scandalo è a destra. “Oggi il partito di Giorgia Meloni prosegue la sua caccia alle streghe Lgbti+ prendendo di mira il programma Erasmus+”.

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