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Droni sulla Russia, in fiamme un deposito di carburante. Zelensky: “Situazione critica a Pokrovsk”. Ue valuta l’addestramento in Ucraina

La strategia ucraina appare ormai chiara: cercare di resistere alla pressione russa in Donbass e, allo stesso tempo, portare il maggior numero di attacchi oltreconfine. Così anche nella notte tra martedì e mercoledì una pioggia di droni si è abbattuta nelle regioni della Federazione al confine col Paese di Volodymyr Zelensky. Le forze di difesa di Mosca hanno fatto sapere di aver abbattuto 12 velivoli, ma altri hanno colpito gli obiettivi nella regione di Voronezh e di Rostov, mentre continuano le battaglie di terra nel Kursk e al confine con Belgorod. In Unione europea, secondo quanto riportato da Die Welt che cita un documento del servizio europeo per l’azione esterna, intanto si riflette sulla possibilità di svolgere addestramento militare su suolo ucraino.

Gli attacchi ucraini
I residenti di due le località della regione di Voronezh sono stati evacuati a causa della caduta di un drone che ha provocato un incendio vicino a strutture contenenti sostanze infiammabili, ha detto il governatore della regione, Alexander Gusev, che poi ha spiegato che le difese aeree hanno intercettato elettronicamente il drone nel Comune di Rossosh, sottolineando che non ci sono stati danni o vittime. “Le squadre di pronto intervento hanno deciso di evacuare i residenti di due località in una sistemazione temporanea nel centro del distretto, utilizzando gli autobus. I residenti stanno tornando alle loro case in quanto la situazione è stabile”.

Diverso, invece, l’esito di un altro attacco nella regione di Rostov, dove ha preso fuoco un deposito di carburante colpito da altri droni, come conferma il governatore Vasily Golubev. L’attacco è avvenuto nel distretto di Kamensky, provocando un “incendio in un deposito di carburante”, ma “nessuno è rimasto ferito”. I vigili del fuoco intervenuti sul posto hanno combattuto l’incendio che non ha minacciato le abitazioni, secondo la stessa fonte.

La Russia risponde nel Donetsk
L’esercito di Mosca, invece, continua la sua pressione in Donbass, in special modo nel Donetsk dove continua a conquistare territori. Tanto che anche il presidente Volodymyr Zelensky ha ammesso le difficoltà sul campo: la situazione attorno alla città orientale di Pokrovsk, un hub logistico chiave nella regione, è “estremamente difficile – ha detto – Gli sforzi chiave russi e le forze più grandi sono concentrate lì”. Gli uomini di Mosca attaccano anche nell’area di Sumy, dove un raid ha colpito un deposito di razzi Himars distruggendo un sistema lanciarazzi e sei set di munizioni.

La Federazione fa inoltre sapere che non ci sarà alcuna tregua nei territori occupati dall’esercito, nonostante le recenti dichiarazioni di Zelensky su un piano di pace da sottoporre ai candidati alla Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump, oltre che a Joe Biden. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti dichiarato: “Non è la prima volta che sentiamo tali dichiarazioni da parte dei rappresentanti del regime di Kiev. Noi continuiamo la nostra operazione militare speciale e raggiungeremo tutti i nostri obiettivi”.

La Nato chiede più sforzi. E l’Ue pensa a un addestramento in Ucraina
Intanto il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, rilancia il proprio appello agli alleati affinché aumentino gli sforzi per sostenere Kiev nel resistere alla pressione dell’avanzata russa. “L’Ucraina continua a intercettare quotidianamente i missili russi, salvando innumerevoli vite. Ma la capacità dell’Ucraina di mantenere le proprie difese richiede maggiori forniture e più sostegno: sulla scia dell’ultimo assalto russo, gli alleati hanno ribadito oggi che stanno intensificando gli aiuti militari all’Ucraina”, ha detto. E ha poi aggiunto che al vertice Nato di luglio numerosi alleati hanno annunciato che invieranno all’Ucraina ulteriori sistemi strategici di difesa aerea, tra cui altre batterie di Patriot. Gli alleati hanno concordato che insieme forniranno almeno 40 miliardi di euro di assistenza alla sicurezza nel prossimo anno e deciso di coordinare l’assistenza alla sicurezza e la formazione per l’Ucraina, con un nuovo comando della Nato che si occuperà di questi compiti e che diventerà operativo a settembre.

A proposito di addestramento, Die Welt ha diffuso la notizia secondo la quale in Ue, stando a un documento del servizio europeo per l’azione esterna, si sta discutendo della possibilità di inviare addestratori direttamente sul campo in Ucraina. Una mossa che, in caso di incidente con l’esercito russo, rischierebbe di aumentare il coinvolgimento dei Paesi Nato nella guerra. L’Ue, si legge, prenderebbe in considerazione la possibilità di addestrare soldati in Ucraina “qualora fossero soddisfatte le necessarie condizioni politiche e operative. Sarebbe necessaria un’analisi più approfondita e completa, al fine di valutare appieno i rischi e le possibili misure di mitigazione, nonché i vantaggi politici e operativi di condurre alcuni addestramenti” sul suolo ucraino, dice il documento di 34 pagine. Kiev ha chiesto all’Ue di svolgere l’addestramento dei suoi soldati in patria, nell’ambito della missione di addestramento europea, che sinora ha preparato 60mila militari ucraini. Ma tra i 27 ci sono posizioni contrastanti sul punto e lo stesso documento sottolinea che la decisione verrebbe percepita come “provocatoria”.

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