Caos presidi, i vincitori del concorso riservato nel limbo: nominati 519 dirigenti reggenti. Saranno “supplenti” fino alla decisione del Tar
Erano convinti di diventare dirigenti scolastici dal primo di settembre e, invece, rischiano di restare insegnanti ancora a lungo. Al loro posto, il ministero dell’Istruzione del Merito ha nominato dei “reggenti” allo scopo di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico in attesa che il Tar Lazio si esprima, il cinque e l’otto settembre, in merito ai ricorsi presentati da alcuni insegnanti che hanno partecipato al concorso ordinario lamentando la disparità di trattamento per delle assunzioni previste soltanto per la procedura riservata e per una questione di punteggi.
Sono 519 i presidi interessati alla procedura straordinaria di reclutamento bandita con il Decreto ministeriale 197 del 2023, procedura sospesa in via cautelare dal tribunale amministrativo nei giorni scorsi.
Uno “stop” che ha costretto questi papabili dirigenti a finire in un limbo da cui non si sa quando e come usciranno. Il provvedimento dei togati ha creato un boom di reggenze che non era previsto, appunto 519. In quest’ultima settimana, infatti, gli uffici di viale Trastevere, con una nota della direzione generale per il personale scolastico nella quale si è preso atto che non sono state accolte le richieste di annullamento della sospensiva avanzate dall’amministrazione, hanno invitato i direttori degli uffici scolastici regionali ad affidare in reggenza le sedi destinate ai vincitori della procedura di reclutamento riservata, così da far partire le lezioni.
In pratica, presidi che già sono in servizio in altri istituti, hanno preso in carico le altre scuole ma – secondo la nota del ministero – “fino a successive comunicazioni sull’esito delle vertenze”.
In buona sostanza, questi dirigenti potrebbero fare i supplenti per una decina di giorni qualora la Terza sezione bis decidesse di respingere i ricorsi annullando la decisione del giudice monocratico. Allo stesso modo, si potrebbe verificare il caso della remissione degli atti alla Corte Costituzionale, rinviando il tutto a distanza di mesi: a quel punto le scuole sarebbero governate dai reggenti per tutto l’anno. Altra ipotesi: se il Tar dovesse confermare la decisione presa a metà agosto, i 519 è quasi scontato che faranno appello al Consiglio di Stato.
Una situazione paradossale a causa del doppio binario richiesto dal Parlamento tra procedura ordinaria e straordinaria: due regole per lo stesso concorso. Un caso complesso anche per i direttori degli Uffici scolastici regionali che si sono trovati a fine agosto a dover nominare i reggenti per tutto l’anno con la “clausola” che qualora dovesse arrivare l’avente diritto si interromperà l’incarico.
Un vero e proprio caos che preoccupa le organizzazioni sindacali. “È stato inevitabile – spiega la Cisl Scuola – un forte incremento del numero delle scuole affidate in reggenza, che saranno in totale almeno un migliaio, se non di più, con punte di particolare criticità in alcune regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte). Una situazione tutt’altro che confortante per l’avvio del nuovo anno scolastico”.
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