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Scavano un bacino per la neve artificiale, la Procura li ferma: “Non hanno autorizzazioni”. Il caso dello scempio al Parco Sirente-Velino

Il progetto dello Stadio del fondo per lo sci ai Piani di Pezza, nel Comune aquilano di Rocca di Mezzo, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino viene accantonato. È successo dopo la citazione diretta in giudizio, disposta dalla Procura di L’Aquila, per il direttore dei lavori e il responsabile della ditta esecutrice. Si legge nel decreto, “per aver realizzato uno scavo di 3200 metri cubi all’interno del Parco, ma anche di una Zona di Protezione Speciale e di una Zona Speciale di Conservazione, in assenza delle prescritte autorizzazioni o comunque non rispettando l’iter autorizzativo previsto con riferimento alla Valutazione di Incidenza pertanto iniziando i lavori in assenza delle prescritte autorizzazioni”. Determinanti gli esposti delle associazioni ambientaliste Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA), Salviamo l’orso (SO) e WWF, che hanno contestato reiteratamente l’avvio dei lavori alla metà di luglio 2023, anche se interrotti dopo pochi giorni e non più ripresi. In ogni caso forniti del nulla osta del Parco a gennaio 2024.

“Seguiremo il procedimento penale ma ora è indispensabile il ripristino dei luoghi”, hanno commentato le associazioni dopo la citazione in giudizio della Procura. “Certo rimane sconcertante l’idea di spendere oltre un milione di euro per sbancare migliaia di metri cubi di un Parco per realizzare un bacino in cui, in piena crisi climatica, si pensa di usare addirittura l’acqua potabile per produrre l’innevamento artificiale”. Già perché il progetto, presentato dal Comune di Rocca di Mezzo, prevede la realizzazione nei pressi del Rifugio del Lupo, a quota 1.482, di “una infrastruttura di innevamento programmato derivante dalla trasformazione di una cava dismessa di ghiaia, appositamente approfondita per realizzare un bacino idrico di 12.000 metri cubi anche se con un volume di 9600 metri cubi, approvvigionato da acque derivanti dallo scioglimento delle nevi, dalle piogge, attraverso opere di convogliamento di prossimità, eventualmente integrate con l’apporto acquedottistico“. In aggiunta, sulla scarpata che separa l’invaso dal rifugio si prevede la realizzazione di “una specie di tribuna per spettatori lunga 400 metri ed estesa su 1600 metri quadrati, rivolta verso una struttura in legno a livello del suolo, di 200 metri quadrati, che può fungere da podio, pi-stop e palcoscenico per eventuali spettacoli”. Il tutto, completato da “un piccolo ma funzionale Stadio del fondo”. Un progetto che, come si sostiene nello Studio di Incidenza ambientale di maggio 2023, ha tra le motivazioni e i punti di forza l’incremento della funzione “di luogo di svago e divertimento in forme compatibili con la tutela ambientale” dei Piani di Pezza.

Lo studio di fattibilità tecnica ed economica approvato dalla giunta comunale a novembre 2022 potendo contare su un importo complessivo di 1.103.969,87 euro dal Piano Nazionale per gli investimenti Complementari del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. “Un progetto che non esito a definire ecologista”, sostiene a gennaio 2022 il sindaco Mauro Di Ciccio. Che ad agosto 2023 spiega: “Lo stadio del fondo? Inserito nel contesto naturale e funzionale al sostentamento economico delle popolazioni locali”. Di tutt’altro avviso le associazioni ambientaliste. Che oltre a sottolineare il disastro che la realizzazione del progetto comporterebbe si chiedono che “cosa porterà alle comunità locali?”. Una domanda che rischia di divenire retorica se si ha la pazienza di raggiungere i Piani di Pezza, per guardare il “buco” del progettato bacino per l’innevamento artificiale.

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