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Domenica di lotta ai nuovi focolai nei 30 ettari martoriati dal fuoco a Monfalcone

MONFALCONE. Il Carso martoriato ha continuato a fumare per tutta la notte, e il fuoco ha rialzato la testa, generato da una serie di focolai che ancora covavano sotto le ceppaie, nel terreno incandescente. L’odore acre e ammorbante ha insidiato le abitazioni più a ridosso della Strada regionale 14, in particolare nel tratto finale di via Romana. Meglio tenere chiuse le finestre, per diversi residenti è stato automatico, con il respiro messo ancora alla prova dopo l’intero pomeriggio di sabato sotto la cappa caliginosa e densa alimentata dalla furia delle fiamme, che hanno bruciato oltre 30 ettari.

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Sabato sera, attorno alle 22.30, l’incendio era stato dichiarato spento. Ripristinata anche la linea ferroviaria, mentre il tratto della Sr 14 anche ieri è rimasto presidiato dalle forze dell’ordine, interdetto alla viabilità per tutta la giornata, in quanto l’area circostante era per l’appunto sottoposta all’operazione di bonifica. Tutto era sostanzialmente incentrato sulle complesse attività di messa in sicurezza. Salvo poi consegnare, invece, altro fuoco, una serie di riprese che hanno dato filo da torcere agli operatori impegnati: la Forestale con quattro agenti che hanno curato il coordinamento delle operazioni, sotto la guida del direttore dell’Ispettorato forestale di Trieste e Gorizia Paolo Benedetti, e il personale della Protezione civile, una trentina di uomini.

Attività da terra, dunque, e appena è spuntata l’alba le masse d’acqua sono piovute di nuovo pure dall’alto, scaricate dall’elicottero del Servizio aereo regionale. Non solo. In piena notte le fiamme hanno aperto un nuovo fronte, un punto esterno al perimetro già tracciato sabato dal rogo, a una distanza di qualche centinaio di metri, verso l’autostrada A4. Forse, può accadere, innescato da un tizzone.

Non è stato certo facile per la Forestale e le squadre di Protezione civile, assieme ai volontari dell’antincendio boschivo, setacciare la radura carsica ripulendola, pressoché palmo a palmo, dai carboni ardenti. Si è lavorato in un ambiente dalla penetrazione piuttosto difficile e, nel contempo, per stoppare l’area di fuoco disgiunta. Sul posto anche la squadra Aib dei Vigili del fuoco, con due mezzi.

Insomma, in una sorta di caccia al bersaglio, tanto mobile quanto imprevedibile può presentarsi la dinamica dei focolai. La bonifica s’è dovuta confrontare con la nuova fonte di fuoco annidatasi dentro la fitta vegetazione, mentre le riprese delle fiamme si perdevano alla vista nella radura buia.

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Un rebus nelle mani pure del meteo, che anche nella giornata di ieri ha mantenuto altissime temperature, compresa una calda ventilazione costante.

Forestale e Protezione civile hanno continuato a fare quadrato, tra bonifica, monitoraggio e pre-allerta, diventata ancora fronte di battaglia riacutizzando lo stato di emergenza.

L’attività non si è mai allentata. L’elicottero della Protezione civile non ha lasciato l’area carsica, stazionanndo al campo base, ricavato all’altezza del negozio di pneumatici in via Colombo, per sollevarsi appunto in volo con le prime luci mattutine. Si è andati così avanti a ciclo continuo. Il timore è rimasto quello di ulteriori recrudescenze e nuovi agguati di fuoco rispetto all’innalzarsi delle temperature nel corso della giornata. Verso le 14.30, comunque, grazie quindi ai potenti scarichi d’acqua sganciati dal velivolo impiegato nelle operazioni, le fiamme si sono fermate. In serata la situazione si presentava in netto miglioramento permettendo così alle squadre sul campo di concentrarsi sulla messa in sicurezza dei terreni coinvolti.

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