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Che cosa sta succedendo alla Sagra degli Osei di Sacile e perché gli allevatori protestano

La Sagra dei Osei non canta più: la protesta degli allevatori di uccelli ha bloccato a Sacile, all’alba di domenica 1 settembre, i concorsi canori. Hanno deciso di non aprire le gabbie e non era mai successo in 751 anni di sagra. “È ora di cambiare”.

Una sessantina di allevatori arrivati dalla Toscana, Veneto, Lombardia e altre regioni hanno deciso la linea dura. «Non “appendiamo” gli uccelli per il canto – erano affiancati dai giudici della Pro Sacile – perché siamo stanchi di essere trattati come criminali, nei controlli alle fiere ornitologiche». I sequestri di decine di uccelli nella fiera di Annone Veneto, una settimana fa e altrove hanno fatto scattare la protesta anche a Trebaseleghe, nel padovano. «Un segnale forte – ha commentato Lorena Bin, presidente Pro Sacile – e speriamo che possa servire». La protesta ha alzato la voce tra la folla dei turisti, appassionati di chioccolo, curiosi. «In 40 mila alla nostra Sagra per gli eventi – ha indicato Bin – nel fine settimana: un successo».

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La protesta

«Abbiamo deciso con la Pro Sacile di non esporre gli uccelli nelle gare canore allo scopo di informare sulle recenti vicende che hanno preso di mira il mondo ornitologico».

Gli allevatori Luigi Cartello e Stefano Lancini di Brescia, Luca Peluzzi di Pistoia, Luca Palatesi di Empoli, Massimo Zanardelli presidente dell’associazione di categoria Fimov non hanno alzato bandiera bianca sui sequestri di uccelli. «È stato messo in discussione l’intero sistema di allevamento degli esemplari – hanno continuato in piazza del Popolo –. Alcuni uccelli sono stati oggetto di contestazioni che si sono rivelate, poi, infondate: il problema è ideologico, piuttosto che legato a fatti di rilevanza legale».

L’appello della categoria è stato alle istituzioni. «Tutelate queste forme di cultura rurale secolari che si esprimono nella passione dell’allevamento – hanno invocato – per continuare le tradizioni nei nostri territori». La Pro Sacile ha consegnato il simbolico Trofeo del tordo nazionale, anche senza gare, a Zanardelli e per tutta la categoria. «Il nostro sostegno – ha detto la presidente Bin – è agli allevatori».

La soluzione? «Controlli sugli esemplari nelle case e allevamenti – ha ipotizzato Romano Zambon vicepresidente Pro –. Le ispezioni e sequestri della Forestale non devono interrompere le manifestazioni». Una famiglia era arrivata dalla Germania all’alba per assistere al canto nei concorsi. «È stata invitata – ha detto Zanardelli – alla Sagra dei Osei numero 752 nel 2025».

La sagra

«Un’edizione a numeri alti – ha sottolineato Bin, presidente Pro – e la Sagra dei Osei è viva». Tra gli ospiti del sindaco Carlo Spagnol e Pro, l’assessore regionale Sergio Bini («Complimenti ai volontari Pro – ha detto – e alla presidente»), il viceministro all’Ambiente Vannia Gava («Orgogliosa della mia città»), l’europarlamentare Anna Cisint, il consigliere regionale Andrea Cabibbo con i chioccolatori europei e tanta gente. «L’edizione 751 ha premiato il grande impegno di un centinaio di volontari – ha aggiunto Bin –. Nel nostro chiosco abbiamo cucinato oltre mille polli allo spiedo e trippe a gogò». Affari d’oro nelle casette gastronomiche, bar, gelaterie, ristorantini aperti e stand: a ruba pappagalli, canarini, conigli, galline. I veterinari dell’Asfo di Pordenone hanno controllato l’accoglienza e il benessere animale.

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