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Fritz in semifinale (Bertellino). Sinner-Medvedev, la sfida (Bertolucci, Strocchi, Piccardi)

Clamoroso Fritz! Prima semifinale (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Questa volta Taylor Fritz è andato oltre le incertezze e i dubbi che spesso lo hanno fermato a un passo dai grandi risultati. Ha battuto in 4 set il prossimo numero 2 del mondo, Alexander Zverev, al termine di una partita spettacolare. E ha centrato la prima semifinale Slam in carriera per di più davanti al suo pubblico. Che potesse esaltarsi in casa lo aveva già dimostrato nel 2022 quando si era imposto nel 1000 di Indian Wells, ma averlo fatto ieri davanti ai 24.000 spettatori nell’Artur Ashe Stadium ha un significato maggiore. […] Fritz, predestinato da ragazzo, fa sognare l’America. E fa un favore a Sinner per la classifica in proiezione n. 1 di fine 2024. Partita dalle molte implicazioni emotive quella che ha promosso in semifinale l’americana Emma Navarro, n° 13 del seeding, ormai in orbita top ten, e la spagnola Paula Badosa, tornata ad alto livello negli ultimi mesi. […] Sfida anche un po’ derby poiché entrambe sono nate a New York. […] Oggi il programma prevede gli ultimi match dei quarti nei due singolari. Alle 18 ora italiana apriranno Haddad Mala e Muchova; a seguire Draper contro De Minaur. La sessione serale vedrà in gara nella notte italiana (all’una) Swiatek contro Pegula e in chiusura Sinner – Medvedev.

Può vincerla così (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

[…] Il colpo di inizio gioco sarà ovviamente un elemento in grado dl indirizzare la sfida. Le possibilità di vittoria di Sinner aumenteranno in modo direttamente proporzionale alla percentuale di prime, che dovranno essere ben superiori al 49% messo in campo contro Paul. Da Medvedev bisognerà aspettarsi la solita prestazione dl sostanza alla battuta, cui Jannik dovrà controbattere con la continuità nel fondamentale arricchita […] dalla possibilità di usare più variazioni rispetto al rivale. Peraltro, strettamente legata alle statistiche del servizio di Sinner sarà la posizione del russo in risposta: se come al solito deciderà di rimanere tre metri dietro la riga di fondo per rimettere semplicemente in gioco la palla e non avvicinarsi […], un’alta percentuale di prime palle consentirebbe all’azzurro di prendere subito in mano il controllo dello scambio e magari approfittare della distanza dal campo dell’avversario per provare anche qualche proficuo serve&volley.

[…] Prepariamoci a una partita di scacchi cerebrale in cui ciascuno degli sfidanti proverà a trovare gli aggiustamenti adatti a inceppare gli oliati ingranaggi dell’altro. L’ultimo precedente, il quarto di finale di Wimbledon, potrebbe tuttavia fornire indicazioni interessanti a Sinner: allora, nel momento di maggior difficoltà atletica Jannik abbandonò il canovaccio abituale della pressione da fondo campo per affidarsi a soluzioni più estemporanee che evirassero scambi prolungati […]. Di fronte a quell’improvvisa variazione degli schemi abituali, Medvedev perse i riferimenti e si ritrovò senza contromisure. Dunque, per sottrarsi alla prevedibile ragnatela del russo, che è abilissimo ad appoggiarsi al gioco altrui ma non possiede alternative più fantasiose, Sinner dovrà cercare di uscire dal canovaccio consolidato ogni volta che gliene capiterà l’occasione.

[…] È forse il dettaglio che suscita più incertezze riguardo alla partita di Sinner. Perché non c’è dubbio che negli ultimi tre mesi, per sua stessa ammissione, la preparazione non sia stata intensa come vorrebbe un lavoratore quasi maniacale come lui. È vero, Jannik ha appena vinto il torneo di Cincinnati giocato in condizioni climatiche ostiche e quindi molto usurante per il fisico, ma si trattava di un torneo al meglio dei due set su tre, mentre sappiamo che l’allievo di Cahill e Vagnozzi qualche volta ha sofferto le fatiche prolungate del tre su cinque. Quali siano le sue attuali condizioni atletiche lo sa soltanto lui, ma non è difficile prevedere che se la sfida con Medvedev si trasformasse in una maratona, le possibilità di successo per il nostro giocatore potrebbero diminuire. Anche perché il russo, comunque abituato a gestire scambi prolungati per più tempo, ha avuto senza dubbio un avvicinamento più lineare determinato certo dalle precoci eliminazioni nei tornei giocati dopo Wimbledon che tuttavia gli hanno permesso di dedicarsi subito agli allenamenti sul cemento newyorkese. Ecco perché sarà fondamentale, per Sinner, provare ad accorciare gli scambi non appena avrà uno spiraglio e ovviamente trovare punti facili con il servizio.

[…] Sinner non potrà certamente permettersi un approccio poco aggressivo al match come gli è accaduto contro Paul: difficilmente Medvedev, con due break di vantaggio, si lascerebbe sfuggire l’occasione di vincere il primo set. Ma se l’avvio del torneo di Jannik era stato sicuramente turbato dalle vicende vissute alla vigilia con il caso dello spray proibito, il prosieguo sicuramente conforta, perché come al solito il numero uno del mondo ha alzato il livello nei momenti decisivi delle partite […]. Il successo di Wimbledon, arrivato dopo cinque sconfitte consecutive potrebbe aver restituito al russo le certezze smarrite in precedenza, ma si giocava su una superficie totalmente diversa e con un Sinner alle prese con una condizione generale piuttosto labile. Sicuramente una sfida difficile come quella contro il più forte giocatore del mondo alzerà il livello d’attenzione di Medvedev, che tende spesso ad abbandonare parti del match dal punto di vista mentale, una debolezza che nessuno dei due potrà ovviamente permettersi. I risultati ottenuti in questi quattro mesi trascorsi con la tagliola di una possibile squalifica testimoniano la forza mentale di Sinner e la sua capacità di tenere le difficoltà fuori dal campo, per quanto possibile: per questo mi sento di dire che mentalmente Jannik parte avvantaggiato.

«Il gioco migliora. Amo sfidare Danil» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Sin dal momento del sorteggio gli occhi di tifosi e addetti ai lavori erano caduti sulla possibile rotta di collisione fra i due nei quarti. Del resto, hanno avuto sempre risvolti significativi i precedenti 12 incroci fra Jannik Sinner e Danil Medvedev (avanti 7 a 5) e anche stavolta l’esito potrebbe risultare determinante sull’epilogo degli US Open. «Sarà una partita dura, ci saranno un sacco di scambi lunghi – il parere del n.1 del mondo – Sarà un match fisico ma anche mentale e tattico, anche perché ormai ci conosciamo piuttosto bene essendoci incontrati in diverse occasioni. Danil ama questi campi, questo torneo lo ha vinto e mi aspetto una partita completamente diversa da quelle disputate in Australia e a Wimbledon. È un giocatore che mi ha fatto crescere, per cui sono contento di affrontarlo. So che sarà una sfida assai difficile, ma a me piacciono le sfide». L’azzurro ci arriva con un bagaglio di consapevolezze accresciuto passo dopo passo dopo le incognite di inizio torneo e i mesi difficili per il caso doping con l’agognata assoluzione arrivata a Cincinnati. Anche negli ottavi contro Tommy Paul […] «La partenza non è stata delle migliori ma sono riuscito a rimanere concentrato ed è stato fondamentale restare nel primo set. Si trattava della prima volta in sessione serale, del tutto diversa come condizioni dal giorno, e ho visto cose positive […]. Sono felice di essere riuscito ad alzare il livello quando serviva, di aver trovato il ritmo giusto alla fine e di essere di nuovo in un quarto di finale Slam. Faccio fatica a confrontare il livello che ho espresso in altri tornei, comunque per come sta andando questo Slam direi che è un percorso di crescita. […]». In vista di uno snodo cruciale per il major della Grande Mela lancia la sua sfida Danil Medvedev. «Sento che sto crescendo partita dopo partita, servo meglio e rispondo meglio — sottolinea il russo, n.5 del ranking -. […] Nei precedenti tornei americani non avevo trovato il mio tennis, ma ora è cambiato tutto. So che gioco meglio le prove dello Slam rispetto agli altri appuntamenti, forse trovo maggiori motivazioni. Con Jannik ci conosciamo molto bene ormai e cerchiamo di capire cosa farà l’altro, ma poi alla fine tutto si risolve nei momenti decisivi […]. Senza dubbio sono consapevole che se voglio batterlo dovrò dare il meglio di me stesso».

Il tempo di Jannik (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Del ristretto club fanno parte in otto. Gli otto giocatori che dal 2000 hanno raggiunto i quarti in tutte le prove stagionali del Grande Slam. I Big Three, naturalmente: Djokovic e Federer (8 volte), più Nadal (5); due bastoni tra le ruote di quei fenomeni: Murray (4) e Wawrinka (1); un antenato (Agassi nel 2001, un’altra era geologica) e un grande terraiolo negli anni d’oro (Ferrer, 2012 e 2013). Più lui, Jannik Sinner da Sesto Pusteria, il 23enne […] che stanotte ritrova un’ex nemesi addomesticata cinque volte di fila prima del crollo fisico di Wimbledon a luglio. C’è ancora lo scacchista di Mosca Danil Medvedev sulla strada tra Jannik e la semifinale a New York, il traguardo mai raggiunto, l’ultimo tabù a livello Slam da rompere. Questo, l’Open Usa, era il Major che il numero uno pensava di espugnare per primo, e non solo per averne raggiunto il tabellone principale nel 2019, fresco maggiorenne, nell’anno in cui aveva ancora l’età per Next Gen, il Master Under 21 che avrebbe conquistato poco dopo […]. Nessuno ha vinto come Jannik Sinner, nel 2024. 52 match su 57, cinque finali su cinque, 130 set su 158, eppure gli imprevisti non sono mancati: dai guai fisici, agli errori arbitrali, alla storiaccia della positività da cui è stato prosciolto. La vigilia di Slam con più turbolenze che si ricordi, l’impossibilità di prevedere una sua reazione alla pressione, un ambiente diviso su cui ieri Rafa Nadal […] ha spalmato parole al miele: «Credo nelle persone e nella giustizia — ha detto l’hombre dei 22 titoli Slam, autorevole come ogni volta che apre bocca—. Conosco Jannik: se non è stato sanzionato è perché il tribunale ha giudicato che non c’era intenzione di doparsi. Non penso che l’abbiano ritenuto innocente solo perché è il numero uno del mondo». Sulla vicenda è intervenuto anche Roger Federer, di solito restio a sbilanciarsi: «Tutti crediamo che Jannik non abbia fatto nulla ma la possibile incoerenza sul fatto che non sia dovuto rimanere fermo mentre la situazione veniva chiarita è la domanda a cui bisogna dare una risposta». Chi vede in Sinner-Medvedev atto 13 (5-7 i precedenti) una finale di New York anticipata, ha le sue buone ragioni per pensarlo. Un tabellone terremotato dalle uscite di Djokovic (che tornerà nel girone di Davis, rinvigorito come sempre dalla bandiera) e Alcaraz, lasciato a corto di emozioni da una finale olimpica incandescente; il re-match dell’Australia, la finale che Jannik sbranò in rimonta quasi sorprendendo sé stesso per la velocità con cui era arrivato a ficcare le unghie nel primo Major della carriera […]. «Con Danil ci conosciamo molto bene: sarà una partita mentale, dovrò alzare il livello nei momenti importanti» è la previsione di Sinner. «Se voglio batterlo, so che dovrò dare il meglio di me» risponde Medvedev. In questa stagione è la quarta volta che si affrontano (2-1 Italia), la terza sul veloce all’aperto, che a Jannik piace come la moquette di casa. È lo snodo dell’ultimo Slam ma anche il bivio di uno stato d’animo per Sinner. Se vuole tornare a divertirsi, ha tutta la notte per farlo.

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