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Quali sono i criteri per diventare Università telematica certificata?

Undici sono ufficialmente riconosciute, certificate e accreditate presso il Miur. Altrettante sono quelle finite nella lente d’ingrandimento di una serie di esposti per aver ingannato gli studenti/iscritti, rilasciato titoli di Laurea senza poterlo fare e per aver venduto le specializzazione e i pacchetti di CFU. Un numero ridondante che, però, fa capire come i paletti imposti dal Ministro dell’Istruzione siano molto stringenti per quel che riguarda le Università Telematiche e la loro equiparazione a quelle che potremmo definire “tradizionali”.

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È molto importante, alla luce delle notizie delle ultime ore, parlare di quali siano i requisiti richiesti dal Miur agli Atenei che hanno come caratteristica principale la formazione attraverso l’e-learning (non saltuario, come invece avvenuto durante le fasi più critiche della pandemia COVID e le conseguenti restrizioni), perché occorrono degli standard molto elevati – a partire da quelli infrastrutturali – per ottenere l’accreditamento in Italia e, dunque, rendere equiparato il certificato di Laurea (o simili).

Le 11 riconosciute in Italia dal Miur

Innanzitutto, occorre sottolineare come – storicamente – quando si parla di Università telematiche in Italia si fa riferimento (nella maggior parte dei casi) ad Atenei privati, anche si sarebbe più corretto parlare di Università non statali legalmente riconosciute. Nell’ultimo decennio, però, questa dinamica è cambiata grazie alla creazione – e al riconoscimento da parte del Miur – di due realtà “digitali” che sono legate ad altrettante Università “tradizionali”. Secondo il sito del Ministero dell’Istruzione, dunque, quelle che hanno risposto a tutti i requisiti di legge (con una valutazione continua da parte dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, ANVUR) sono:

 

  • Università telematica degli studi “IUL”
  • Università telematica “e-Campus”
  • Università telematica “Giustino Fortunato”
  • Università telematica “Guglielmo Marconi”
  • Università telematica internazionale “Uninettuno”
  • Università telematica “Leonardo da Vinci”
  • Università telematica “Niccolò Cusano”
  • Università telematica “Pegaso”
  • Università telematica “San Raffaele”
  • Università telematica “UNITELMA Sapienza”
  • Università telematica “Universitas Mercatorum”

Solo queste consentono di completare un percorso di Laurea – in alcuni casi anche di specializzazione – riconosciuto e certificato. Infatti, per loro è prevista l’abilitazione a corsi all’erogazione delle lezioni utilizzando modalità e-learning, ma con l’obbligo di svolgere in presenza gli esami di profitto (ai fini dell’ottenimento dei CFU) e la discussione della tesi.

Università telematiche, i requisiti per la certificazione in Italia

Solo queste vedono il titolo di Laurea rilasciato equiparabile a quello degli Atenei tradizionali. Ma quali sono i requisiti di legge che deve rispettare un’Università telematica in Italia e quali sono i punti-chiave oggetto della valutazione – come indicato nella nota del Miur del 2016? Si parte da tre princìpi cardine: offerta formativa, organizzazione didattica e – ovviamente – infrastrutture tecnologiche adatte a una fruizione a distanza delle lezioni (compresi i materiali sui quali studiare). Poi si passa all’accreditamento di ogni singolo corso di studi presso il Miur che deve valutare la coerenza con gli standard nazionali relativamente al programma di studi.

Per quel che riguarda il rispetto dei requisiti tecnologici, l’ANVUR verifica che le piattaforme di e-learning utilizzate da ogni singolo Ateneo telematico certificato rispettino i criteri di accessibilità, sicurezza e facilità di utilizzo da parte degli utenti. A tutto ciò, trattandosi di strumenti che possono registrare delle problematiche tecniche, occorre avere la presenza di un team in grado di rispondere alle richieste degli utenti. Inoltre, la piattaforma utilizzata deve rispettare standard di robustezza e affidabilità.

Infine, tra i requisiti per accreditare un Ateneo telematico presso il Miur (quindi consentire il rilascio di attestati equiparati e validi nel nostro Paese), occorre rispettare i criteri di trasparenza nelle informazioni e di trattamento dei dati degli utenti. Dunque, appare evidente come i paletti siano molti e – per questo -, nonostante l’introduzione del concetto di “Università Telematiche” risalga al 2003 in Italia, non sorprende che il numero di quelle accreditate sia fermo a 11 da molto tempo.

 

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