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Cucinotta svela l’altra faccia del meetoo: “Weinstein aveva la fila di ragazze in attesa”

Maria Grazia Cucinotta, in un’intervista al Corriere, racconta la sua vita e la sua carriera, gli attacchi di panico e la dislessia della sua giovinezza, lo scampato stupro e il rapporto con Massimo Troisi, l’uomo che le cambiò la vita scegliendola per “Il postino”.

Cucinotta e l’incontro con Troisi

Cucinotta parla de Il postino e di Troisi: “Trent’anni e non me ne sono accorta. Mi scelse dai provini. Fu Nathaly Caldonazzo a riferirgli di me. Le sono grata e le voglio bene, anche se non ci parliamo più”.

“La dislessia e gli attacchi di panico”

“Da giovane avevo gli attacchi di panico alle interrogazioni. Non sono cresciuta in un quartiere facile, a un certo punto pensarono che fossi drogata, perché di droga ne girava tanta. Mia madre era disperata. Più collassavo e più passavo per la scema del villaggio”, racconta l’attrice, parlando delle sue difficoltà sul lavoro: “A teatro soprattutto, al cinema rigiri la scena. Quando feci ‘Figlie di Eva’ a teatro avevo molta paura, fortunatamente con me recitavano Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi che mi hanno aiutata moltissimo”. E sul fatto di aver chiuso la casa di produzione: “In Italia ci sono circoletti chiusi, è durissima. Quasi ho odiato il mestiere, nonostante i successi”.

“Se Massimo non fosse morto gli avrebbero dato l’oscar”

Cucinotta sottolinea ancora il grande successo de Il postino. “Se Massimo fosse stato vivo, agli Oscar, avrebbe vinto tutto. Susan Sarandon, Sharon Stone, Madonna, De Niro, Clooney, tutti ne erano innamorati. Ricordo l’abbraccio stretto di Oliver Stone quando mi ha riconosciuta, mi disse che Il postino era il film più bello che avesse mai visto”.

Il rifiuto di girare L’Avvocato del diavolo

Maria Grazia spiega il rifiuto di girare” l’Avvocato del diavolo”, il film con Pacino e Reeves, per le scene di nudo. “Bisogna essere realisti: non credo l’avrei fatto bene. Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio fisico, soprattutto con il mio seno. Mi hanno anche definita sex symbol ma io mi sono sempre sentita ingombrante. Se a vent’anni avessi avuto la consapevolezza del mio corpo che ho adesso, sarebbe stato tutto molto più facile. Oggi ringrazio Dio di essere come sono”.

Il tentato stupro a Parigi

L’attrice siciliana racconta del tentato stupro subito in Francia: “Ho camminato per anni col gas paralizzante stretto in mano, perché in quei momenti non hai tempo di aprire la borsa. Successe di giorno, a Parigi, era un uomo in giacca e cravatta. Credo proprio ci sia stato l’intervento di un angelo perché cadde mentre mi stava strattonando, così riuscii a scappare. La polizia non fece niente. Ho trasmesso la paura anche a mia figlia, mi dice sempre che le metto l’ansia”.

Maria Grazia ha conosciuto anche Harvey Weinstein, il produttore in carcere negli Usa per violenza sessuale: “C’ho fatto tutta la promozione de Il postino. Con me non ci ha mai provato. Aveva la fila di ragazze che volevano stare con lui”.

 

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