Emodinamica Ivrea, stop per tre mesi per la sostituzione dell’angiografo
IVREA. Dal 10 settembre, all’ospedale di Ivrea sarà sospeso il servizio di emodinamica e cardiologia interventistica. Riprenderà a dicembre. In questi tre mesi saranno ristrutturati i locali e sarà installato il nuovo angiografo, acquistato grazie ai fondi del Piano di ripresa e resilienza. Il nuovo apparecchio radiologico, di ultima generazione, avrà, rispetto ad ora, maggiore implementazione di supporti tecnologici e intelligenza artificiale integrata.
In sintesi: la nuova apparecchiatura consentirà l’acquisizione di immagini di migliore qualità per l’attività di angiografia e angioplastica e, a miglior beneficio dei pazienti e degli operatori, con un minor carico di radiazioni. Per Ivrea, la spesa Si aggira su 590mila euro. Subito dopo, i lavori si sposteranno a Ciriè, sempre per adeguamento locali e installazione nuovo angiografo, con un investimento di circa 700mila euro, sempre grazie ai fondi Pnrr.
Lo stop del servizio a Ivrea, dove il servizio di emodinamica è attivo 24 ore su 24 sette giorni su sette dal maggio del 2016, impone una riorganizzazione del servizio. In sintesi: le emergenze territoriali tempo-dipendenti (e l’infarto lo è) continueranno ad essere gestite dal numero unico di emergenza 112 «grazie – informa una nota dell’Asl/To4 – alla collaborazione delle aziende sanitarie e dei presidi ospedalieri limitrofi e sarà sempre valido e collaudato il sistema di refertazione di elettrocardiogramma, così da garantire l’invio dei pazienti alla sala di emodinamica a loro più prossima, nel rispetto dei tempi delle linee guida». Per quanto riguarda, invece, i pazienti definiti subacuti, cioè che non necessitano di procedure di emergenza-urgenza, saranno ricoverati nel reparto di cardiologia a Ivrea e le procedure interventistiche saranno eseguite in rete con la cardiologia di Ciriè in primis e, in caso di sovraffollamento, con quella di Chivasso. Tutto quello che, invece, riguarda l’attività ordinaria del reparto di cardiologia e ambulatoriale, non subirà alcuna variazione.
Quanto al personale, quello del comparto resterà a Ivrea e lavorerà in cardiologia mentre il personale medico del servizio momentaneamente chiuso sarà coinvolto nella turnazione dell’emodinamica a Ciriè e continuerà con la reperibilità come accade già ora.
E se la chiusura temporanea del servizio di emodinamica è indispensabile per poter realizzare i lavori e procedere con l’installazione del nuovo angiografo, ricorrente da più parti in questo momento è l’esigenza di una riorganizzazione del servizio per garantire, in questo caso a Ivrea, una piena autonomia.
A Ivrea, il servizio di emodinamica, ha avuto una nascita piuttosto tormentata. Esiste dal 2013, avviata inizialmente in via sperimentale e gestita da Ciriè, in quanto, a quell’epoca, Ivrea non aveva una struttura di cardiologia propria, ma era appunto unica con Ciriè. E per arrivare ad ottenere il servizio, non era stata affatto indifferente una campagna massiccia sul territorio come se ne sono viste poche. Una campagna a sostegno del servizio che aveva coinvolto associazioni, amministrazioni, raccolte firme. Il senso della richiesta era, in fondo, piuttosto semplice: in una patologia tempo-dipendente (come l’infarto) in tutta l’Asl/To4 (oltre mezzo milione di residenti) c’era un unico servizio di emodinamica a Ciriè. A Ivrea erano stati comprati i macchinari senza mai attivare il servizio.
Dal 2013 sono cambiate molte cose. Oggi il servizio è presente in tutti e tre gli ospedali con una sofferenza legata alla carenza personale registrata su Chivasso per il funzionamento nell’arco delle 24 ore e un’unica struttura (che fa capo a Ciriè) che gestisce Ciriè e Ivrea. La cardiologia di Ivrea aveva poi recuperato una propria autonomia con la modifica dell’atto aziendale dell’Asl/To4 del 2019, ma non per l’emodinamica che è rimasta accorpata a Ciriè. Da allora, la cardiologia di Ivrea ha un proprio direttore di struttura complessa (Walter Grosso Marra, ndr), si è ricostituita ed opera a pieno regime di personale e attività con ottimi risultati ed è diventata attrattiva anche per pazienti non residenti nell’Asl/To4.