Falqui, basta la parola! Ricordate il famoso spot della caramelle che teneva banco in Rai negli anni Settanta, quando le parole “lassativo” o “purgante” erano vietata dalla censura? A distanza di decenni, una parola, “fratelli”, diventa terreno di scontro politico per il solo fatto che qulcuno osi utilizzarla nella stessa frase che contiene anche un riferimento all’Italia. Basta la parola, come per Falqui. E’ quello che sta accadendo all’ingenuo Luciano Spalletti, a cui sfugge che oggi, come ieri per “Forza Italia”, quando fu fondata da Berlusconi, gli odiatori di sinistra in servizio permanente sono pronti ad aprire il processo politico in stile sovietico.
“Più che squadra siamo stati fratelli che hanno saputo formare una squadra dentro questa partita qui. Si è visto proprio un atteggiamento da fratelli, non solo di squadra. E quella è la chiave che poi trova la soluzione a qualsiasi difficoltà che hai”. Non l’avesse mai detto: la parola “fratelli” abbinata all’Italia, pronunciata dall’allenatore della Nazionale Luciano Spalletti dopo la vittoria con la Francia, nella conferenza stampa di presentazione del match di Nations League di stasera, contro Israele, ha subito fatto storcere il naso a sinistra…
Spalletti e i “fratelli d’Italia” non politici…
Spalletti, notoriamente uomo di sinistra, figlio della (ex) rossa Toscana, lo scorso anno si era permesso perfino di intervenire alla festa di Atreju di Fratelli d’Italia, facendo storcere la bocca ai “compagni” che se lo aspettano sempre pronto a cantare “Bella Ciao” piuttosto che Mameli. Spalletti ha rispolverato il concetto di “fratellanza” quando gli è stato chiesto se questa Nazionale, che ha battuto la Francia al Parco dei Principi, ha insito uno spirito di gruppo e di patria. “Sento discorsi contrastanti su di noi, allora parto dal mio pensiero, che è questo: l’Italia, qualunque sia il momento che attraversa, avrà sempre venti giocatori forti. Magari bisogna essere bravi a capire i momenti e magari in questo specifico non abbiamo il purosangue tecnico, il Baggio, il Totti, il Del Piero. Però abbiamo tanti che sanno adattarsi, sacrificarsi, sanno essere squadra. Anzi, a Parigi più che squadra siamo stati qualcosa in più: siamo stati fratelli, che poi è la chiave per la soluzione a qualsiasi difficoltà. Aiutare il compagno, essere sempre disposti al sacrificio”.
Le reazioni degli haters di sinistra
“Sì a fratelli italiani in campo, mai Fratelli d’Italia!”, è il primo dei commenti che appare nello spazio libero di “Repubblica web”, sotto l’articolo che richiama quella definizione del mister per i calciatori azzurri. “Pure questo con la fratellanza d’Italia! Ridicolo, fa giocare a pallone e non così bene come crede, si sente Platone”, scrive un altro. Poi arriva l’umorisa rosso: “La squadra di Fratelli d’Italia… da oggi allora, forza San Marino. Una domanda al mister. Fino a ieri il quartier generale della Nazionale durante i vari tornei si chiamava Casa Italia, da oggi come la chiameremo: CasaPound?”. Qualcuno di buon senso, però, spunta fuori: “Ma state scherzando?? Adesso ci sono anche vocaboli di destra e vocaboli di sinistra? Ma che è Ma ragazzi qua ce la cerchiamo proprio. Ci manca solo che a questi gli lasciamo il calcio. Siete fuori come dei balconcini”. Tentativo inutile: arriva un altro odiatore. “E’ tanto che non abbia detto camerati, non trova?”.
L'articolo Spalletti parla dei calciatori come “fratelli d’Italia”, gli haters di sinistra lo processano… sembra essere il primo su Secolo d'Italia.