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Industria, caduta senza fine. Produzione in calo a luglio per il 18esimo mese di fila. Crolla il tessile (- 18%)

Diciottesimo calo mensile consecutivo per la nostra produzione industriale. Per trovare un segno più bisogna risalire al gennaio del 2023 (+ 2,6%). Lo scorso luglio, fa sapere l’Istat, la produzione è scesa del 3,3% rispetto allo stesso mese del 2023 ed è arretrata dello 0,9% sul mese di giugno. Appena il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva parlato di “segnali incoraggianti”.

Tra i singoli settori si segnala un crollo per l’industria tessile e dell’abbigliamento che in luglio segna un – 18,3% su base annua. Nei primi sette mesi del 2024 la flessione si avvicina all’11%. Arretramenti pesanti anche per i mezzi di trasporto (-11,9% su luglio 2023) con l’auto che continua ad affossare il comparto. La meccanica, principale comparto manifatturiero italiano, segna un meno 4,3%. La farmaceutica arretra dell’ 1,9%, l’industria del legno del 5,1%. Pochi i settori che si salvano. Il migliore è la chimica (+ 3,9%), seguito da alimentare (+ 2,5%) ed elettronica (+ 1,2%).

“I dati della produzione industriale sono inquietanti, appare lecito chiedersi: ma quali sarebbero i dati economici che Giorgia Meloni sta arditamente festeggiando? Il crollo dei salari? Gli effetti dell’inflazione? Il dramma dei mutui sulla casa? L’aumento delle bollette? Meloni esca dai salotti e faccia un bagno di realtà. Nel nostro Paese, a festeggiare, ci sono solo le lobby sue amiche”. Ad affermarlo in una nota è Francesco Silvestri, capogruppo del M5S alla Camera.

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