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United Rugby Championship, i leoni Benetton a caccia dei playoff

Può capitare che gli astri si allineino, che gli avversari ti sottovalutino, che tu faccia l’exploit della vita. E che arrivi un traguardo bello, meraviglioso. Ma è quando finisce tutto che, paradossalmente, comincia il difficile. Il Benetton è reduce dalla stagione migliore della storia, con i quarti dei playoff in Urc e semifinale in Challenge. Sia chiaro: non vuol lasciar intendere che è stata fortuna, anzi.

C’è un lavoro strepitoso alla base dei successi del club biancoverde, dentro e fuori dal campo. Ma l’episodio isolato ci sta, va messo in conto. È qui che serve il salto di qualità: non si possono fare passi indietro, vietato pensare a qualcosa in meno di un’altra cavalcata verso la post-season, di un Monigo-fortezza, di una squadra ancora in grado di far innamorare la Marca e l’Italia intera.

La tribuna di Treviso, media partner del Benetton Rugby, è idealmente in campo con i biancoverdi, per raccontare ancora una volta una stagione che si annuncia scintillante. Quella che dovrà cristallizzare il nome di Treviso tra le big del pianeta ovale.

Massimo Guerretta

Nuovo giro di giostra

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Oggi sabato 21 settembre il Benetton inizia il suo quattordicesimo giro sulla giostra celtica. Dapprima c’erano stati l’entusiasmo dei novizi, le difficoltà, la triste lotta con le Zebre per non finire ultimi. Poi, terminato l’apprendistato, man mano società e squadra si sono irrobustite grazie all’esperienza, le ambizioni sono aumentate fino ad arrivare, nelle stagioni più recenti, a puntare stabilmente ai playoff, centrati due volte e sfiorati un paio. E in Challenge Cup a toccarne quasi la finale, oltre a vincere la Rainbow Cup. Percorso certamente impervio, ricco di cadute ma adesso anche di qualche soddisfazione. E è proprio da qui che i Leoni vogliono ripartire: far capire definitivamente che la loro ambizione di dare del tu alla zona vip della classifica è ormai matura.

Treviso vuole un posto al sole, si sente pronta a stare al livello di quelli che ora comandano, sudafricane ed irlandesi. E l’unico sistema per riuscirci è sul campo: vincere. Quest’anno sono state più le partenze (13) che gli arrivi (5: Lynagh, Gallagher, Bazan Velez, Genovese e Manfredi, in attesa della firma di Creevy e dell’annuncio de numero 8 figiano Simon Koroiyadi, 20 anni) e, tra questi ultimi, uno solo sarà in campo in questo debutto di Urc, Louis Lynagh, figlio d’arte.

Un segnale preciso: è una stagione nella quale, per raggiungere gli obiettivi iniziali (playoff ed almeno secondo turno in Champions Cup) si è voluto non stravolgere il roster ma consolidare l’impalcatura tecnica già esistente, ritoccando ove serviva. E adesso vediamo quel che succede.

Coach Bortolami punta a vincere l’apertura di campionato per il quarto anno di fila, e per farlo ha varato un XV con protagonisti, a parte uno, già ben noti alla tifoseria: mancano ancora diversi nazionali ed infortunati, però in questo momento è di certo il Benetton più affidabile da mettere in campo con questi Scarlets l’anno scorso piuttosto deludenti, tredicesimo posto per i gallesi, il cui orgoglio li porterà quest’anno a battersi con vigore e coraggio ancora maggiori.

La media delle presenze in maglia biancoverde per quelli in campo dal kickoff è di 38: a parte il debuttante Lynagh, si passa dalle 81 di Zanon alle 13 di Scrafton. Sarà con questa formazione che Treviso tenterà di continuare a rendere Monigo sempre più il suo fortino, l’anno passato espugnato solo dai Warriors di Franco Smith. Ed il leader non può essere che Rhyno Smith, elemento imprescindibile per versatilità, velocità, imprevedibilità, capacità di terminare l’azione con successo.

Fra i trequarti fari su Lynagh, figlio di cotanto padre, già in meta contro gli Harlequins in preseason, mentre Fekitoa è al secondo anno a Treviso ed anche da lui ci si attende qualcosa degno della sua fama. In mischia da verificare soprattutto la prima linea, orfana di elementi chiave come gli argentini Gallo, Bernasconi e Nemer ma composta in ogni caso da gente di mestiere.

A parte chi c'è e non c'è conterà, una volta di più, la mentalità, la volontà di andare ad aggredire gli avversari, non farli respirare, braccarli e non solo placcarli. In ciò darà una mano il pubblico: quota abbonamenti per la prima volta già oltre il migliaio, Monigo vuole già sentire il ruggito dei Leoni, e accompagnarli lungo tutta l’avventura.

Silvano Focarelli

Difesa e attacco

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Meglio a difesa dell’attacco, sin qui. Un po per gli standard di possesso ancora poco accurato, un po per l’uscita di palla dai raggruppamenti non sempre veloce, un po’ per automatismi da registrare in mediana.

Dice molto, sul piano offensivo che almeno tre delle mete segnate nelle due amichevoli di precampionato nascano più da prodezze individuali che da costruzione. Prima la volata di 85 metri di Ratave a Belfast; poi l’altra impressionante cavalcata di Izekor su calcio a seguite di Spagnolo (!) contro Harlequins, e sempre contro il club londinese, lo slalom alla Tomba di Louis Lynagh contro i suoi ex compagni, che ha esaltato o Monigo e battezzato il suo debutto casalingo davanti ai tifosi molti dei quali già osannarono papà Michael, Leone negli anni ’90.

Certo, come ha dimostrato la marcatura del baby Zanandrea contro Ulster, se il gioco viene alimentato a dovere, l’attacco ha mille opzioni ed è in grado di far male.

Il Benetton è ancora in cantiere, con la pattuglia di nazionali che stanno rientrando ora a scaglioni (Fekitoa oggi, Ferrari la prossima settimana di necessità, e seguire gli altri, Pumas esclusi ovviamente).

Margini di miglioramento molto evidenti in alcune basi, vedi il gioco aereo che ancora procura insicurezze poi la touche, che ha bisogno di migliore intesa di lanci meno naif, specie vicino all’area di meta avversaria. Proprio gli Scarlets fanno ricordare la Caporetto della touche nel match della scorsa stagione contro i gallesi, a campi invertiti, costato certamente un miglior piazzamento in classifica e forse la storica prima semifinale di Urc.

Ma è meglio guardare avanti, fra un settimana si dovrà far visita ai campioni in carica del bene noto Franco Smith. Sotto osservazione, data l’emergenza per infortuni, il rendimento della prima linea e del pack, con Chaparro spostato a destra e le scommesse Genovese e Manfedi chiamati subito ad assicurare qualità e performance adeguate là davanti.

La diga difensiva, invece, ha già convinto. Come la condizione fisica - Treviso meglio alla distanza contro li Harlequins, è mancato pochissimo alla rimonta – e l’approccio mentale dei giovani chiamati ad esprimere le loro potenzialità.

Su queste basi procederà ora la costruzione progressiva della squadra, anche in prospettiva della Champions. A coach Bortolami, la rosa rafforzata, specie nella linea arretrata, offre molte più opzioni.

Andrea Passerini

Tutti gli avversari

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L’attesa è finita, con il fischio d’inizio di stasera a Monigo inizia lo United Rugby Championship dei Leoni, la quarta edizione del torneo nel formato a 16 squadre con l’inserimento delle quattro sudafricane nel fu Pro 12 e Pro 14. Sarà un URC ostico e lunghissimo come negli ultimi anni, stavolta il Benetton inizia il campionato da big con il dovere di riconfermarsi. Conviene presentare tutte le avversarie ai blocchi di partenza.

SCOZZESI

Onore e oneri a chi ha vinto: i Glasgow Warriors di Franco Smith hanno rovesciato le gerarchie portandosi a casa il secondo titolo dopo quello del 2015 grazie all’impresa di Pretoria. Al Loftus Versfeld erano caduti i Leoni e Leinster tra quarti e semifinali, dopo il terzo posto in regular season Glasgow ha fatto il colpo grosso regalando la seconda delusione ai sudafricani: prima gli Stormers e dopo i Bulls, nonostante i successi degli Springboks è cambiata la musica nel rugby dei club. Ora i Warriors devono riconfermarsi: il mercato non ha stravolto la rosa, occhio all’impatto dell’apertura Hastings arrivata da Gloucester, fu uno dei mattatori della semifinale di Challenge Cup contro a Kingsholm contro i Leoni. Glasgow sarà il secondo avversario del Benetton in campionato e sfiderà la formazione di Bortolami due volte come l’altra scozzese, Edimburgo. La squadra di Sean Everitt, al secondo anno da capo-allenatore, è una delle tante formazioni che ha nel mirino i play-off. Edimburgo da sempre dona colonne portanti alla nazionale scozzese, van der Merwe e compagni lasceranno sguarnita la propria franchigia durante il Sei Nazioni e per i capitolini le cose potrebbero complicarsi tra febbraio e marzo. Attenzione a tutti gli scontri diretti.

GALLESI

Chi non sorride sono le gallesi: il periodaccio della nazionale riflette le difficoltà dei club a farsi largo in URC, l’anno scorso solo gli Ospreys strapparono il pass per i play-off, salutando tutti poi ai quarti. Il nucleo è consolidato anche dopo gli addii di Cuthberth, Nicky Smith e North, sarà l’ultimo anno per coach Booth. Ripetersi, come tutti, non sarà semplice, ma per dna e tradizione guai ad escluderli dalla lista delle potenziali ottave. Chissà, invece, che la scorsa stagione non abbia dato loro lo slancio giusto per affrontare questa con maggior consapevolezza, le prime settimane daranno già le prime risposte in questo senso. E gli Scarlets? I tifosi del Benetton faranno i giusti scongiuri, ma per la formazione di Llaneli questo sarà l’anno zero. Mischia e poco altro, tra addii pesanti (Davies, Williams e Jones) e ritiri (Owens e Lee), sarà dura per Dwayne Peel fare meglio del 13° posto dell’anno scorso. Spazio ai giovani con la licenza di fare qualche sgambetto, soprattutto in casa. Anche i Dragons sembrano destinati a rimanere distanti dal treno play-off, e Cardiff non promette bene oltre qualche giovane, le gallesi si affidano con coraggio e incoscienza alla nuova generazione.

IRLANDESI

Per i bookmaker, però, il favorito è Leinster, appena sotto c’è Munster. Le irlandesi hanno tutte le carte in regola per comandare il campionato e per fare la voce grossa in Champions Cup dopo la finale persa contro Tolosa. In attesa di Jordie Barrett la corazzata di Cullen fa ancora paura, Connacht di disimpegnerà ancora tra campionato e Challenge con il mirino nei play-off, Ulster parte appena sotto il gruppone delle contendenti al titolo nelle gerarchie, ma è già stata capace di stupire.

SUDAFRICANE

Per quanto riguarda le sudafricane, invece, la regular season rappresenta l’occasione massima per portare dalla propria parte il fattore campo ai play-off. I Bulls vogliono rifarsi, gli Stormers vogliono tornare a gridare il proprio nome in chiave titolo. Non entusiasma ancora il progetto Sharks, la squadra di Durban se la vedrà pure in Champions, mentre i Lions saranno un osso durissimo e partono per prendersi un posto tra le prime 8.

l’altra italiana

E le Zebre? Ultime l’anno scorso, in questa stagione sarà tutto di guadagnato per la banda di Brunello.

Pietro Nalesso

La pressione dei media

E lunedì alle 18.30, alla Cantera della Ghirada, si parlerà dell’influenza della pressione mediatica su dirigenti, giocatori, allenatori, preparatori, medici, manager. Modera Giorgia Costaloga, intervengono  Antonio Pavanello, Marco Bortolami e capitan Lamaro; Giorgio De Lucchi, dirigente della Regione; Alessia Cecchini (Erasmus-Gioventù-Sport);  Federico Arigano, responsabile marketing e comunicazione del Benetton; Marcella Bounous, psicologa dello sport; Giacomo Vigna, preparatore del Benetton; Alberto Bichi, executive director di Epsi; Giacomo Mazzon, responsabile fisioterapisti del Benetton. Ingresso libero.

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