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Ex macello, a Padova via al primo appalto: rinasce il fabbricato Bene comune

Quasi cinque anni dopo lo sgombero delle associazioni, che ha segnato un prima e un dopo nella storia dell’ex macello, il Comune sblocca un primo intervento di recupero all’interno del complesso di via Cornaro.

Non sul frontone, dove pure i lavori di ristrutturazione sarebbero dovuti partire mesi fa per trasformare l’edificio in un bar-ristorante, ma nel fabbricato dei servizi accessori, quello a forma di L che sta più in fondo rispetto all’ingresso.

È, più per caso che per scelta, proprio quello destinato alle associazioni - comprese quelle sgomberate - per effetto del riconoscimento come Bene comune che la giunta ha approvato nel marzo scorso.

L’appalto

A fine ottobre dell’anno scorso la giunta di Sergio Giordani aveva approvato uno stanziamento di 568 mila euro per il restauro del fabbricato.

Svolte tutte le procedure, l’intervento è stato appaltato qualche giorno fa all’impresa Roma srl di Catania con un ribasso di quasi il 13 per cento e dunque per un importo di 407 mila euro. I lavori, stando a quello che ha più volte annunciato l’amministrazione, dovrebbero durare sette-otto mesi dall’apertura del cantiere.

È ragionevole pensare che, se non ci saranno intoppi, la riqualificazione possa concludersi a settembre dell’anno prossimo.

Come sarà

Il fabbricato dei servizi accessori negli ultimi anni è stato utilizzato in parte da compagnie teatrali come magazzino. Dopo l’intervento di recupero, sarà uno spazio destinato alle associazioni, che però - è stato chiarito - non potranno farci la loro casa, né occupare gli spazi stabilmente.

«L’idea è che non sia la sede di nessuno ma un luogo per tutti», ha specificato l’assessora Margherita Colonnello. «C’è una comunità di riferimento che si è fatta avanti, ma anche altri hanno chiesto di entrare, crediamo che la cooperazione sia possibile».

L’edificio ha una superficie di 232 metri quadrati e si sviluppa su tre sale, di 68, 44 e 65 metri quadrati. A questi spazi vanno aggiunti altri locali finora dedicati a uffici e servizi.

I lavori interesseranno tutta la struttura, dalle fondamenta al tetto, con la completa riqualificazione anche dell’impiantistica, dei muri, dei pavimenti e l’adozione di un sistema di riscaldamento e raffrescamento attraverso pompe di calore.

Sotto l’edificio c’è anche una galleria sotterranea che corre parallela alle Mura: sarà ripulita e resa accessibile.

L’accesso all’edificio dovrebbe essere possibile dall’area golenale sul retro, attraverso una passerella, così che non sia necessario attraversare tutto l’ex macello dall’ingresso di via Cornaro.

Intorno all’operazione, che pure soddisferà la richiesta principale delle associazioni e della comunità di riferimento - che è quella di rientrare all’ex macello - non mancano le perplessità perché il progetto di recupero - a dispetto dell’etichetta di co-progettazione che gli è stata data dall’amministrazione comunale - non ha coinvolto le stesse associazioni che ne faranno uso.

La scienza intorno

Il resto del complesso di via Cornaro, se andrà in porto il progetto del Comune e della cooperativa Le Pleiadi, diventerà invece una cittadella della scienza.

Si dovrebbe chiamare “Children’s and planetarium museum”, sarà un polo scientifico che assorbirà il planetario candidandosi a diventare il più grande di tutto il Nordest.

Pleiadi propone di realizzare un museo interattivo e uno spazio per mostre temporanee nella Cattedrale, l’edificio principale del complesso, che avrà bisogno di un importante ammodernamento, dal tetto agli impianti.

Il planetario, anch’esso da riqualificare, dovrebbe diventare un museo interattivo di astronomia. L’edificio accanto, invece, potrebbe ospitare la collezione Piva di computer e calcolatori. Il frontone - con un milione e mezzo stanziato dalla Fondazione Cariparo - ospiterà invece un bar e un punto ristoro.

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