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Agrigento, il Comune taglia il 40% delle ore di assistenza all’autonomia per gli alunni con disabilità

Ancora non vengono riconosciuti i diritti degli alunni con disabilità. Questa volta a essere inadempiente è il Comune di Agrigento che, proprio mentre si prepara alle celebrazioni come capitale della cultura 2025, ha ridotto del 40% le ore obbligatorie di assistenza all’autonomia e alla comunicazione in classe dedicate agli studenti disabili. L’amministrazione locale si difende, contattata da ilfattoquotidiano.it, dicendo di essere stata costretta “per mancanza di risorse a disposizione nel bilancio dato l’aumento delle richieste degli aventi diritto”. Contro questa scelta, definita “discriminatoria”, hanno fatto ricorso decine di famiglie, 25 delle quali sostenute a livello legale dall’avvocata Chiara Garacci. “L’amministrazione”, ha dichiarato, “così come tanti altre, sta strumentalizzando ed utilizzando come giustificazione della loro condotta illegittima una recente sentenza del Consiglio di Stato n. 1798/2024, che in merito all’assistenza agli alunni con disabilità, solleva un tema delicato: il conflitto tra il diritto all’inclusione scolastica e i limiti di bilancio imposti alle pubbliche amministrazioni, che a dire del Consiglio di Stato costituisce un limite legittimo nell’erogazione dei servizi”.

A non essere garantita è l’inclusione scolastica e a essere tagliati sono servizi essenziali disposti per legge, assegnati anche da una commissione medica ad hoc e realizzati da figure professionali chiamate Asacom, che ricoprono una fondamentale funzione. Le ore dell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione sono previste e indicate nei Piani Educativi Individualizzati (PEI) che rappresentano gli strumenti dedicati al supporto personalizzato degli studenti con disabilità per valorizzare le loro peculiari esigenze e capacità. Si tratta di operatori socio-educativi specializzati che affiancano gli alunni con disabilità soprattutto sensoriali oltre che psicofisiche o disturbi dello spettro autistico. Figure professionali importantissime senza le quali tali studenti in condizione di grave fragilità certificata non potrebbero partecipare alle lezioni didattiche insieme ai loro compagni e vivere a pieno il loro diritto allo studio come tutti. L’assistente all’autonomia e alla comunicazione, che non è l’insegnante specializzato sul sostegno, fornisce supporto diretto per consentire agli alunni disabili di raggiungere, per quanto possibile e a seconda dei singoli casi, le capacità per essere autonomi nelle ore di frequenza scolastica e permettere un’adeguata istruzione.

Interpellato da ilfattoquotidiano.it, l’assessore comunale con delega all’Istruzione pubblica, Gioacchino Alfano, ha dichiarato che la riduzione dell’assistenza è dovuta alla mancanza di fondi: “Servirebbero oltre 200mila euro per il periodo settembre-dicembre 2024 ed oltre 600mila euro per integrare il budget previsto per tutto il 2025″. Dati aggiornati visto l’aumento del numero degli alunni fragili “dai 107 iniziali ad oltre i 110”. Servirebbe ovvero un milione di euro da investire per il diritto allo studio di questi studenti in condizione di grave fragilità e che il Comune non è riuscito a reperire.

Alfano dichiara che “non c’è stato nessun taglio al budget destinato al servizio, il cui costo è passato negli ultimi anni da 750mila euro a 1 milione circa di euro attuali, a fronte dell’aumento degli aventi diritto. Abbiamo avuto anche un incremento del costo del personale di oltre il 60% complessivo dal 2022”. La legislazione vigente prevede però, in presenza di un aumento degli alunni aventi diritto, l’obbligo di garantire a tutti le prestazioni essenziali. L’assessore ammette che “per tali ragioni (economiche, ndr), tantissimi Comuni hanno difficoltà nella gestione del servizio Asacom, perché all’aumento dei costi spesso corrisponde una rigidità di bilancio e di risorse che non consente di rispondere pienamente alle richieste avanzate. Ed ecco perché – continua Alfano – seppur con rammarico e sofferenza, abbiamo, per il periodo settembre-dicembre 2024, ridotto le ore del 40% rispetto al monte ore previsto dal PEI, preferendo far partire il servizio, seppur parzialmente, anziché non avviarlo del tutto”. Alfano ha ribadito che in giunta è stata approvata una delibera “per verificare la sostenibilità di un incremento delle ore per il servizio”. “Siamo del tutto consapevoli del disagio a cui sono costrette le famiglie”, ha detto. Per ora però, il taglio rimane.

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