Vendola a La7: “Conte o Renzi nel campo largo? Nessuna esitazione, mai col secondo”. E su Meloni: “Con lei un matriarcato liberista”
“Chi sceglierei tra Conte e Renzi se fossi Elly Schlein? Non ho nessuna esitazione nel dire che non sceglierei mai Renzi e non capisco tutta questa enfasi nei giornali e nei talk show sul fatto che senza Renzi vada in crisi il campo largo. Senza di lui si perde un centimetro, quello di Renzi, mica va in crisi il campo largo“. Così a In altre parole (La7) l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola risponde a Massimo Gramellini sul tanto dibattuto campo largo.
E spiega: “Quel centimetro di Renzi ci fa perdere chilometri di consenso col mondo del lavoro, coi giovani precari, con tutti quelli che hanno subito una ferita profonda quando lui ha immaginato la cancellazione dell’articolo 18, che stabiliva che nessuno può essere licenziato se non vi è una giusta causa, e quando ha fatto il Jobs Act, che ha generalizzato la precarietà nel mercato del lavoro. E quella ferita è stata talmente grande che ti spiega il motivo per cui Renzi, che era uno dei leader più popolari e veleggiava oltre il 40%, oggi ha numeri da prefisso telefonico“.
E aggiunge: “Su Renzi c’è anche il problema della commistione tra il fare politica e attività lobbistica. Io penso che chi fa politica non debba avere nessun contratto privato e non debba svolgere lobbismo, questo dovrebbe essere nel gene della politica”.
Il presidente nazionale di Sinistra Italiana si pronuncia poi sulla prossima manovra economica, riguardo alla quale il ministro Giorgetti ha prospettato un contributo dai big dell’economia, scatenando la contrarietà di Meloni, di Tajani e di Salvini: “L’Italia è un posto incredibile, evocare la tassazione delle grandi ricchezze o degli extraprofitti genera sempre un turbamento cosmico. Sapete cosa farà il governo Meloni? – continua – Siccome la sorella d’Italia e sua sorella Arianna hanno detto ‘niente tasse’ e siccome la manovra dovranno pur farla, sposteranno tutto il problema sui Comuni e sulle Regioni, in modo tale che per i tagli sugli ospedali, sui servizi sociali, sulle scuole i cittadini dovranno prendersela, appunto, con Comuni e Regioni. È un classico”.
E lancia un’ultima scudisciata alla presidente del Consiglio: “In realtà, Giorgia vorrebbe tassare gli extraprofitti, perché questo ha a che fare col suo teatrino. Però basta una telefonata di Marina (Berlusconi, ndr) per interrompere, diciamo, questa sua volontà di giustizia sociale”.
Gramelliini ironizza: “Quindi, abbiamo 3 donne di destra: Giorgia, Arianna, Marina”.
“Sì, abbiamo un matriarcato liberista – chiosa Vendola – Thatcher docet“.
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