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Palazzo Uffici Ivrea, un piano quinquennale da 20 milioni per riqualificare gli spazi

IVREA

Con il concerto “Suoni delle architetture” che sabato sera ha visto protagonista il Venus String Quartet si è aperta una nuova fase di vita di Palazzo Uffici, l’edificio che dagli anni Sessanta è uno dei simboli di Ivrea e che poco meno di una anno fa è stato acquistato da O srl. Nelle ultime settimane si sono susseguiti i lavori per migliorare l’impatto estetico dell’edificio, ma già da tempo sono in corso lavori che fanno parte di un piano quinquennale che prevede l'investimento di oltre venti milioni di euro (cifra inclusiva di fondi derivanti da bandi o finanziamenti). «Un progetto ambizioso ma ponderato – spiega Gennaro Palmieri, building manager di Tower RE, la società che gestisce l’immobile per conto della proprietà - che coinvolge non solo Palazzo Uffici, ma anche il centro elaborazione dati e Palazzo Uffici 2. Il piano prevede il rispetto dell’antica vocazione della struttura, come sede di uffici, ma anche l’adeguamento di alcuni spazi alle esigenze attuali, del mondo del lavoro e della vocazione turistica dell’area, sviluppatasi anche con l’inserimento delle architetture olivettiane nel patrimonio Unesco».

Un bistrot al pianterreno

Proprio ai visitatori, sempre più numerosi, saranno dedicati gli interventi già pianificati per i prossimi mesi: al pianterreno dell’ala C (ovest) verranno realizzati un bistrot e altri servizi destinati al pubblico, anche in un’ottica di sempre maggiore sfruttamento a fini culturali e ricreativi degli spazi non destinati alle attività economiche. A breve prenderanno il via anche i lavori di ammodernamento dell’ingesso al piano “meno uno” (quello utilizzato abitualmente dai lavoratori delle aziende che hanno sede a Palazzo Uffici): verranno eliminati i “gabbiotti delle guardie” per lasciare spazio a una reception più moderna e funzionale che troverà spazio al centro dell’ampio atrio di ingresso. In questo lotto di lavori si procederà anche all’automatizzazione delle porte di accesso e dovrebbe essere riparata la porta sventrata da una Panda nell’ottobre 2023.

La sala monumentale

Già individuato anche un restauratore che provvederà (probabilmente nel 2025) a restituire all’antico splendore la sala monumentale, occupandosi dei marmi e del legno, che nel corso dei decenni hanno perso in parte il loro splendore; in questo ambito è previsto anche un intervento sulla copertura del vano scale, costituita da un velario in vetro di Murano, opera delle vetrerie Venini di Venezia. Le difficoltà non sono poche, nel mettere le mani su quello che a tutti gli effetti è un monumento, legato ai vincoli posti da Sovrintendenza e Unesco. «Ogni intervento deve essere preventivamente approvato e spesso questo allunga i tempi di realizzazione e la proprietà ne era conscia quando ha deciso di investire su questo complesso, ma la O srl ha deciso di investire qui, anche se si tratta di un’operazione sui generis, rispetto alla sua abituale attività».

Un intera ala (6B) è stata recentemente occupata dalla Dayco Europe, che ha trasferito gli uffici manageriali che erano a San Bernardo: l’azienda si aggiunge ad altre piccole realtà che già dai tempi della precedente proprietà avevano trovato sede a Palazzo Uffici e a Konecta (ex Comdata) che storicamente occupa diversi piani dell’edificio.

Servizi per le aziende

«L’obiettivo è di rendere, anche attraverso l’erogazione di servizi, sempre più attrattivo il palazzo per le aziende, sfruttando la sua storia, il suo fascino, ma anche la sua posizione, funzionale per chi arriva a Ivrea». Gli interventi più a lungo termine riguarderanno anche Palazzo Uffici 2 oggi tristemente vuoto: qui è prevista una destinazione prevalentemente ricettiva, con la realizzazione di stanze e mini appartamenti, anche in relazione a un importante progetto che potrebbe riportare Ivrea alla ribalta del mondo dell’innovazione: sono in corso trattative con il Politecnico di Torino per ospitare qui realtà legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un’attenzione particolare è stata messa finora e proseguirà con i prossimi interventi, nell’efficientamento energetico. «È un tema dal quale oggi non si può prescindere – conferma Palmieri – sia per una questione economica che ambientale. Tutti gli interventi sugli impianti di illuminazione, riscaldamento e climatizzazione dovranno essere improntati alla razionalità. Discorso a parte, legato alla salute di chi vive a Palazzo Uffici, è la bonifica dell’amianto, alla quale provvederemo presto, per eliminare oltre 7mila metri di tubazioni. In futuro, poi, bisognerà mettere mano anche agli infissi, ma questo sarà un lavoro davvero ciclopico, per i costi e i vincoli».

Un OLivetti nello staff

Tra i professionisti coinvolti nella rilettura del complesso olivettiano c’è anche l’architetto Matteo Olivetti, presidente dell’Associazione Spille d’Oro e pronipote di Adriano (che era zio di suo papà Davide): «Averlo nel nostro gruppo ha diverse valenze – sottolinea Palmieri - perchè unisce la sua professionalità a una maturata conoscenza della realtà territoriale ed è erede di chi ha voluto questi edifici. E’ un vero e proprio valore aggiunto al progetto».

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