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Guide alpine, torna l’allarme abusivi: «Improvvisati: si rischia l’incidente»

Destagionalizzano anche le guide alpine. La stagione delle arrampicate e delle ferrate infatti non è finita. Anche se la neve la sta ipotecando. Continua, infatti, la domanda di accompagnamenti da parte dei turisti italiani, ma soprattutto stranieri, sui percorsi delle quote più alte.

«Ma attenzione» raccomanda Enrico Geremia, presidente del Collegio regionale delle Guide Alpine, «ci vuole un doppio di prudenza. E soprattutto bisogna stare in guardia dagli accompagnatori abusivi: non garantiscono in professionalità».

Le guide alpine in Veneto sono 125, poi ci sono 14 aspiranti e 61 accompagnatori di media montagna: in totale 200 patentati, di cui circa la metà in provincia di Belluno.

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Rintracciamo Andrea Piccoliori, presidente delle Guide Alpine di Cortina, su Punta Fiames, a 2.240 metri. Sta accompagnando dei clienti lungo la Ferrata Michielli Strobel. Ci risponde a salita conclusa: «Quassù c’è una bellissima neve, 40 centimetri circa. Il panorama non potrebbe essere più bello di così. È immaginabile che riprendano le escursioni, per godere di questo spettacolo. Ma è necessaria la massima prudenza. Anzitutto sono indispensabili i ramponi. Non sono sufficienti i ramponcini. E poi è necessario un abbigliamento e calzature appropriati. In particolare occorre prestare la massima attenzione al ghiaccio: questa neve va a sciogliersi e le temperature che scendo di notte la trasformano in ghiaccio».

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Meglio, insomma, fa capire Piccoliori, affidarsi a una guida alpina patentata, non improvvisata. Non solo, è da tener presente che la gran parte dei rifugi sono chiusi, quinti in quota non ci sono presìdi. Ieri ha fermato l’attività il Biella, fino a fine mese continueranno il Palmieri e il Città di Fiume, l’Auronzo concluderà domenica prossima.

«A Cortina e dintorni abbiamo ancora parecchi stranieri, che sono innamorati delle ferrate, oltre che del foliage. Considerato l’innevamento, prima di ogni uscita è saggio chiedere informazioni. Magari con una telefonata alla sede delle guide». Gli appassionati di arrampicata possono comunque salire sul sicuro anche scegliendo itinerari meno esposti. È il consiglio del “padovano” Geremia: «Anche l’autunno è una stagione che si presta per l’arrampicata. Le opportunità non mancano anche sulle Prealpi, sulle Piccole Dolomiti, persino sui Colli Euganei. La domanda è crescente, perché la voglia di montagna, soprattutto dopo le chiusure del Covid, è molto forte».

Allarme abusivi

Ma proprio per questo il coordinatore delle guide alpine del Veneto consiglia di affidarsi all’esperienza dei «veri professionisti». Ritorna, insomma, il tema degli abusivi che tanta polemica aveva suscitato l’autunno scorso: «Ci sono associazioni di accompagnatori che si qualificano come sportive ma che non hanno i titoli professionali per specifiche attività, quali l’arrampicata o l’assistenza sulle ferrate, lungo i percorsi attrezzati» spiega Geremia, «Si improvvisano organizzatori di gite, escursioni, uscite in quota senza essere professionalmente preparate per l’assistenza. Approfittano del fatto che mancano i controlli di verifica. Ma la verità è che continuano a rubare il lavoro a chi si è professionalizzato, si è specializzato».

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Il Cai, con il presidente Antonio Montani, già la primavera scorsa ha provato a mettere d’accordo le varie componenti sulla base della proposta di disegno di legge 194, a firma del senatore Borghi. Ddl che ha l’obiettivo di modificare le disposizioni della legge del 1989, relative al comparto delle professioni di montagna. Si punta a «istituire elenchi speciali e per la formazione dei professionisti».

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