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Infarto dopo la truffa, la disperazione del marito: «Ora prego perché si possa salvare»

«Sono entrati in casa senza suonare il campanello, mi hanno diviso da mia moglie e mi sono trovato seduto su una sedia dietro casa, come se fossi stato drogato da qualcosa». Racconta così, il signore di 75 anni, la truffa di cui è stato vittima assieme alla moglie, lo scorso venerdì, mentre erano in casa a Biancade in via Erbe, per mano di due finti addetti dell’acquedotto. Sua moglie si trova ora ricoverata presso l’ Unità cardiaca di terapia intensiva al Ca’ Foncello: una volta realizzato di essere stata raggirata e derubata di tutti gli ori accumulati durante l’intera vita è stata colta da un infarto post trauma.

Il racconto del marito

«Attualmente si trova ricoverata in ospedale a Treviso, ma i medici mi hanno detto che dovrebbe rimettersi e che da domani (oggi per chi legge,ndr) potrà uscire dal reparto di intensiva», racconta il marito della donna mentre inizia a piangere. È ancora scosso per quanto accaduto a lui e a sua moglie pochi minuti prima di mezzogiorno. Per lui è difficile ripercorre i momenti in cui i due uomini si sono intrufolati in casa sua, il furto dei monili, del portafogli e poi l’infarto post trauma di sua moglie, la corsa in ospedale ed ora, le ore di attesa per rivedere sua moglie e sperare possa migliorare senza grandi conseguenze per la sua salute.

«Sono entrati improvvisamente dicendo di essere due tecnici», racconta, «la porta era già aperta perché stavamo scaricando la spesa e subito ci hanno detto che si sentiva odore di gas e che bisognava fare dei controllo. Erano in due, non mi ricordo se in auto ci fosse qualcuno ad attenderli. Uno di loro mi ha chiesto se potevo accompagnarlo nel retro della casa per vedere le tubazioni e capire il punto preciso in cui c’era la perdita». La voce dell’anziano si fa sempre più rauca.

«Quel malvivente mi ha tenuto dietro alla casa per una quindicina di minuti, poi mi sono ritrovato seduto su una sedia dietro casa sul marciapiede, come se fossi stato drogato, non capivo cosa mi stava succedendo». Improvvisamente, sente la moglie chiamare. «Ci hanno preso tutto! Vieni dentro, dove sei, ci hanno preso tutto. Sentivo che mi chiamava». Il marito è corso dentro, il tempo di riprendersi un attimo e poi tutto gli è stato chiaro: erano stati ingannati e derubati: «Tutto hanno portato via, anche il portafoglio andando fuori dalla casa. Avevano le mascherine, non sono riuscito a capire chi erano, se erano o meno italiani. So solo che guidavano una Volkswagen bianca». Anche il vicino di casa conferma il tipo di veicolo utilizzato dai malviventi.

Il malore

Ma quando tutto sembrava finito, sua moglie ha iniziato ad accusare un malore a causa dell’agitazione per quanto accaduto. «Prima ho chiamato i carabinieri e poi ho visto che mia moglie aveva le labbra nere e ho capito subito che qualcosa non stava andando. Ho chiamato subito l’ambulanza e sono arrivati immediatamente. Neanche dieci minuti ed erano qui fuori, se non li chiamavo subito, forse non avrei più rivisto mia moglie».

Ancora un pianto, poi il desiderio di rivedere al più presto sua moglie. «Tra poco andrò in ospedale con mia figlia», racconta ancora, «l’unica cosa che importa adesso è che lei stia bene e che torni a casa. Non mi importa niente dei soldi e dell’oro che mi hanno rubato. Certo, mia moglie ci teneva, era affezionata ad alcuni doni di famiglia ma ora l’importante è che lei stia bene e che altre persone come noi non vengano imbrogliate. Bisogna sensibilizzare su queste vicende. I carabinieri sono stati gentilissimi con noi e anche i medici del Suem. Ripeto, ora spero soltanto che mia moglie torni da me e che si rimetta presto».

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