A le “Giornate del Cinema muto” omaggio a Anny Ontra, la star ceca che incantò Hitchcock
Donne e dive ancora in primo piano, alle Giornate del cinema muto di Pordenone, dove sullo schermo del Teatro Verdi lunedì 7 ottobre è Anny Ondra (1902-1987), star di origine ceca, riccioli biondi e boccuccia a cuore, a conquistare la scena. Dopo aver rivisto domenica 6 ottobre nel film in prima serata, la “Bohéme” di King Vidor, Lillian Gish, stella del periodo d’oro del cinema muto e “musa” di David W. Griffith, e in mattinata Anna May Wong, prima attrice di origine cinese a diventare una diva del “silent” cui le Giornate rendono un tributo, è il momento dell’attrice entrata nella storia del cinema per essere stata interprete dell’ultimo film muto di Hitchcock, “The Manxman”, ma anche la disinvolta e provocante donna bionda nel suo primo film sonoro, “Blackmail”. Alle 21, nel Teatro Verdi, è protagonista del film tedesco che girò all’apice della sua carriera, “Saxophon-Susi”, del 1928, diretto da Carl Lamač, suo pigmalione e marito per alcuni anni, con il quale dette vita anche a una casa di produzione.
Un pellicola che il direttore Jay Weissberg consiglia vivamente anche a chi non è avvezzo ai film muti, “commedia esilarante, con un’attrice gioiosa, divertente, semplicemente strepitosa nel suo stravagante numero di ballo, un film che fa innamorare del cinema”, impreziosito dalla musica di uno degli storici pianisti del festival Neil Brand, insieme a Francesco Bearzatti al sax e Frank Bockius alle percussioni (il pianista Donald Sosin commenta invece il film nella versione in streaming, on-line dalle 21 di lunedì 7 ottobre per 48 ore).
Girato in tre capitali europee, Berlino, Parigi e Londra, in occasione della prima di Berlino fu accompagnato dal vivo da una partitura originale del compositore Paul Dessau, ora perduta, e integrata da una canzone all'epoca molto popolare, un fox-trot jazzato dal titolo “Susi suona il sassofono”. Anche la versione appena restaurata di Pordenone rispecchia la natura internazionale del film poiché i vari elementi sono stati reperiti in Francia, Italia, Repubblica Ceca e Russia.
Nel periodo del sonoro, Ondra, oltre che per Hitchcock fu protagonista di molti film tedeschi di Carl Lamač, dal quale aveva nel frattempo divorziato. In seconde nozze sposò il pugile tedesco Max Schmeling (famosissimo per aver battuto Joe Louis) a cui rimase legata tutta la vita.
Anche nell’ambito della rassegna che le Giornate dedicano a Ben Carré, nel film di oggi “La Tare” (1911) di Louis Feuillade, per la serie Gaumont La vie telle qu'elle est (racconti realistici di vita quotidiana con risvolti drammatici che si richiamavano ai romanzi naturalistici dell'800) protagonista è una delle attrici predilette di Feuillade, Renée Carl. E una figura femminile è al centro anche del film messicano del 1918 “Santa” di Luis Gonzaga Peredo con Elena Sánchez Valenzuela, ammirata diva del cinema muto e poi cineasta e fondatrice del primo archivio cinematografico del Messico.
Sempre lunedì 7 ottobre, segnaliamo la retrospettiva sul cinema uzbeko che presenta alle 17.30 uno dei titoli più interessanti, “Ajal Minorasi” (Il minareto della morte,1925) con la regia di Viacheslav Viskovskii e con il commento musicale dal vivo eseguito con strumenti tradizionali da due artisti provenienti dall'Uzbekistan, Abror Zufarov e Sobirjon Tuyokov. Nel fitto programma (www.giornatedelcinemamuto.it), alle 14.45, l’importante restauro internazionale, condotto nel biennio 2023-2024 dal Deutsches Filminstitut & Filmmuseum in collaborazione con l'olandese Haghefilm e l'italiana L’Immagine Ritrovata, del raro film tedesco del 1926, “Dagfin” (Dagfin lo sciatore) di Joe May (protagonisti il grande attore espressionista Paul Wegener e l’italiana Marcella Albani) considerato il fondatore del cinema tedesco.
Alle 17.30 nel Ridotto del Verdi, prendono il via gli incontri con l’autore, che proseguiranno fino a venerdì. I libri di oggi sono strettamente collegati al programma del festival e in particolare ai “frammenti femministi” e all’omaggio alla star sinoamericana Anna May Wong. —