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Hacker all’assalto: la TV di stato russa in blackout nel giorno del compleanno di Putin

Nel giorno del 72esimo compleanno di Vladimir Putin, la Russia ha subito un attacco informatico di proporzioni straordinarie. Il bersaglio? L’emittente di Stato VGTRK, cuore della propaganda mediatica russa, responsabile della trasmissione di alcuni dei più importanti canali televisivi e radiofonici del Paese, tra cui Russia1 e Russia24. L’attacco ha bloccato i servizi online e le trasmissioni interne per diverse ore, generando un blackout comunicativo che ha colpito milioni di spettatori in tutta la Russia. Le accuse si sono subito rivolte verso l’Ucraina, alimentando ulteriormente la tensione tra i due Paesi in guerra.

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, non ha esitato a descrivere l’evento come “un’azione informatica senza precedenti”, sottolineando come gli hacker abbiano preso di mira quello che per la Russia è “uno snodo cruciale dell’infrastruttura”. Secondo le informazioni preliminari, riportate da Gazeta.ru, il gruppo di hacker noto come Sudo rm-RF, legato all’Ucraina, sarebbe responsabile dell’attacco.

Questa non è la prima volta che le infrastrutture mediatiche russe vengono colpite, ma l’attacco del 7 ottobre sembra essere stato particolarmente mirato e simbolico, coincidente proprio con il compleanno del presidente Putin. Una fonte anonima ucraina citata da Politico ha dichiarato che “gli hacker ucraini si sono congratulati con Putin per il suo compleanno”.

Sebbene da VGTRK abbiano comunicato che “tutto ora sta funzionando normalmente” nelle ore successive all’attacco, la gravità dell’evento ha sollevato preoccupazioni tra le autorità russe. Peskov ha confermato che “specialisti sono al lavoro per identificare i responsabili ed eliminare le conseguenze dell’interferenza”, e che sono stati compiuti “sforzi colossali” per ridurre i danni. Tuttavia, fonti vicine alla compagnia hanno riferito che il processo di ripristino potrebbe richiedere molto più tempo del previsto. Infatti, sembra che gli hacker abbiano cancellato i dati dai server, inclusi i backup, rendendo il recupero delle informazioni un’operazione lunga e complessa.

L’attacco hacker si inserisce in un contesto di escalation digitale tra Russia e Ucraina, dove entrambe le nazioni hanno intensificato le loro capacità offensive nel cyberspazio. Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, gli attacchi informatici sono diventati una forma di guerra complementare, utilizzata per destabilizzare infrastrutture critiche e manipolare l’opinione pubblica.

Nonostante l’attacco sia stato attribuito a gruppi hacker pro-ucraini, il governo di Kiev non ha ancora ufficialmente rivendicato l’azione. Questo modus operandi, mantenere il silenzio ufficiale, è coerente con altre operazioni simili condotte da gruppi legati all’Ucraina, che preferiscono operare nell’ombra, lasciando che siano i media e gli analisti a trarre le conclusioni.

Il gruppo Sudo rm-RF non è nuovo a queste azioni: in passato ha già rivendicato attacchi contro altri obiettivi russi, tra cui il popolare servizio di streaming RuTube. L’obiettivo degli hacker in questo caso era probabilmente quello di sabotare la copertura mediatica delle celebrazioni legate al compleanno di Putin, bloccando la trasmissione di programmi e documentari celebrativi previsti per quella giornata.

L’attacco alla VGTRK è solo l’ultimo esempio di come la guerra tra Russia e Ucraina non si limiti ai campi di battaglia fisici, ma si estenda anche al cyberspazio. Già nel 2022, diversi media russi, tra cui RBC, Izvestia e TASS, erano stati presi di mira da attacchi simili. Questo tipo di sabotaggio non mira solo a interrompere le comunicazioni, ma anche a minare la fiducia del pubblico nei media controllati dallo Stato.

Mentre le autorità russe si affrettano a identificare i responsabili e ripristinare la piena operatività delle infrastrutture colpite, la comunità internazionale osserva con preoccupazione. L’attacco hacker è avvenuto nelle stesse ore in cui le forze armate ucraine colpivano con un raid missilistico il più grande terminal petrolifero della Crimea, a Feodosia, un punto strategico utilizzato per rifornire le truppe russe. Le autorità di Mosca hanno confermato che l’impianto è stato colpito e che circa 300 persone sono state evacuate. Le tensioni continuano a salire in Crimea, un’area di importanza cruciale per la Russia sia dal punto di vista militare che simbolico.

Nel frattempo, gli scontri sul fronte continuano senza sosta. Nelle ultime 24 ore, le difese ucraine hanno abbattuto 32 droni russi e due missili ipersonici Kinžal diretti verso Kiev. Il ministero della Difesa russo ha riportato l’abbattimento di 21 droni ucraini, 12 dei quali in Crimea. La guerra, sia fisica sia digitale, si sta intensificando, senza segni di tregua.

L’attacco hacker alla VGTRK rappresenta un’ulteriore escalation nel conflitto tra Russia e Ucraina, una guerra che si combatte ormai su più fronti. Le battaglie cibernetiche non solo danneggiano le infrastrutture critiche, ma minano anche la stabilità politica e la fiducia nei sistemi governativi. Mentre Mosca cerca di contenere i danni e ripristinare il controllo sui suoi media, la tensione rimane alta, e il cyberspazio continua a essere uno dei campi di battaglia più imprevedibili e letali.

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