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Venezia si difende contro l’acqua alta, ecco la nuova barriera a Palazzo Ducale

Calle della canonica, piazza San Marco, la riva sotto palazzo dei Camerlenghi a Rialto, le rive del rio di Cannaregio (almeno fino ad un anno fa, prima dell’inizio dei lavori). Ci sono punti della città dove basta buttare un occhio per rendersi conto che l’acqua alta è in arrivo. Uno di questi è anche l’angolo di Palazzo Ducale, lato ponte della Paglia. Bene, qui da d’ora in poi l’acqua alta sotto il porticato sarà un ricordo. Merito della barriera in acciaio inox che innalza da quota 82 centimetri a 110 la difesa di quel lato di Piazza.

La barriera è stata pensata per avere una guarnizione di battuta che garantisca un’aderenza adeguata con il piano di calpestio. Insomma, nessun rischio di infiltrazioni: da lì l’acqua non dovrà passare. Almeno fino a quota 110: oltre quella quota, entra in funzione il Mose; entro quella quota, l’insula marciana sarà difesa dal lavoro di impermeabilizzazione in corso. Di fatto, comunque, si tratta del primo passo delle misure cosiddette attive, previste nel maxi cantiere inaugurato ormai due anni fa per l’impermeabilizzazione della Piazza, e che prevedono l’innalzamento dei bordi a 110 centimetri.

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Sarà interessato la riva del Molo, il Bacino Orseolo, alcuni punti lungo le calli che oltre che alcuni tratti lungo le calli che immettono in calle larga San Marco e Canonica. Qui le rive saranno portate a quota 110. L’inizio dell’intervento è previsto in autunno. Nel caso del Molo, poi, sarà sostituito l’attuale frangionde con uno più efficiente. Nel complesso, interventi lunghi e dispendiosi. Quanto alla difese passive, invece, sono quasi pronte le valvole per la difesa dalle maree medio basse dell’insula marciana. A mancare, però, è almeno per il momento un protocollo che stabilisca le regole d’ingaggio per l’entrata in funzione del sistema chiamato a difendere l’insula dalla marea. Se infatti il cantiere è quasi concluso, tutto ancora in alto mare per quanto riguarda il funzionamento del sistema. Ad occuparsene dovrà essere il Provveditorato, insieme al Comune e al Centro Maree.

Resta infatti da stabilire a chi spetta l’azionamento delle valvole, la manutenzione, la quale quota di marea raggiunta la quale dovranno funzionare. Solo una volta stabilite le regole, infatti, l’opera potrà dirsi completa. Anche se sul fronte dei cantieri, gli operai sono al lavoro per concludere gli ultimi interventi sulle valvole. Già utilizzate con attivazione meccanica, manca il collaudo della parte elettromeccanica, con le centraline che dovranno coordinare il loro funzionamento. Nelle prossime settimane si lavorerà alla taratura del meccanismo per poi procedere all’ultimo collaudo.

Si avvicina così il primo vero risultato concreto del maxi cantiere inaugurato due anni fa per mettere in sicuro l’insula marciana dalle maree fino alla quota Mose dei 110 cm. Gli ultimi mesi di lavori hanno portato al risultato di separare la rete di acque bianche dalle acque nere che scorre al di sotto del manto di piazza San Marco. Così facendo, la rete dei cunicoli storici resta dedicata esclusivamente alla gestione delle acque piovane, mentre quella delle fognature potrà scaricare in maniera indipendente. Questo evita di avere quella promiscuità di scarichi che fino a oggi non avrebbe consentito di bloccare l’ingresso della marea – e quindi la risalita attraverso la rete delle acque piovane in Piazza – senza “tappare” le fognature. —

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