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Morto il sindacalista Ezio Martone, animatore della “giunta rossa” a Trieste

È morto a Trieste Ezio Martone, storico esponente della sinistra triestina, sindacalista, protagonista della stagione del centro-sinistra negli anni Settanta e Ottanta, autore di diversi volumi memorialistici. Martone aveva 91 anni. Ha attraversato tutto il dopoguerra da militante della causa socialista, laica e libertaria, partendo dal Partito socialista e quindi aderendo allo Psiup e poi al Pci, di cui seguì la parabola fino alla vicinanza al Pd.

Martone era nato a Sondrio, ma ha vissuto tutta la vita a Trieste. Gli anni della formazione sono quelli da socialista, vicino a figure come Bruno Pincherle, Livio Paladin e Livio Pesante.

Fu vicepresidente e assessore ai tempi della Provincia guidata dal socialista Lucio Ghersi fra 1977 e 1980, ricordata per l’appoggio dato alla rivoluzione di Franco Basaglia nell’ambito della psichiatria.

Entrò da esponente del Pci in quella che passò alla storia come la “giunta rossa”, composta da esponenti del Psi e del Pci, nella fase di avvicinamento tra sinistra triestina e Democrazia cristiana, che per Trieste furono anche quelli delle conseguenze del trattato di Osimo.

Si trattò di un esperimento di sostanziale desistenza (la Dc alla guida del Comune, la sinistra della Provincia) e l’unico caso per Trieste di un governo a trazione Pci, come ricordato da Martone nel volume Quei 1254 giorni rossi. Quando a Trieste governò la Sinistra. Successivamente venne candidato dal Pci nel 1983 per il Senato, senza riuscire eletto.

Fu autore di diversi volumi: l’ultimo in ordine di tempo Il lungo viaggio del leone di Trieste. Mogliano, Polis, City Life, dedicato al mai realizzato progetto Polis, con il quale si sarebbe voluto aprire il Porto Vecchio a Generali e Fiat.

Martone lavorò alle Generali dal 1958 al 1999, mettendosi in evidenza nelle vicende sindacali del settore assicurativo come rappresentante sindacale esterno ai confederali.

Come richiamò lui stesso in una recente intervista al Piccolo, «quando entrai mi resi conto che da otto anni nessun lavoratore si era mai messo in lista per formare la commissione interna. Nel ’61 riuscimmo a formare la commissione: fu un cambiamento di pagina, un riconoscimento della voce dei lavoratori».

A ricordare Martone è la senatrice Pd Tatjana Rojc, che piange la perdita di «un vero progressista, un amico saggio, un intellettuale libero. Con lui scompare un altro pezzo di quella generazione eticamente solida e antifascista, culturalmente aperta, competente e disincantata, che ha dato una speciale impronta a Trieste. Ricordo con affetto i confronti sinceri che mi ha regalato». —

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