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Cittadinanza, Forza Italia deposita la legge per lo “Ius Italiae”: ecco cosa dicono i due articoli

Forza Italia ha depositato al Senato e alla Camera la proposta di legge sullo “Ius Italiae”. Il testo consiste in due articoli: il primo propone di limitare il riconoscimento del principio dello Ius sanguinis entro parametri ben definiti e chiari, stabilendo paletti per chi non ha reali legami con il Paese; il secondo di attribuire la cittadinanza al ragazzo straniero, che risiede in Italia e ha frequentato e superato la scuola dell’obbligo, avendo maturato un legame effettivo con il Paese. Più nello specifico, la proposta azzurra prevede che il riconoscimento della cittadinanza avvenga dopo la frequenza di dieci anni di scuola dell’obbligo da parte di ragazzi stranieri nati o arrivati in Italia entro il quinto anno di età. Questi ragazzi dovrebbero dunque poter ottenere la cittadinanza italiana all’età di 16 anni.

Forza Italia: “Lo Ius Italiae introduce un elemento di serietà qualitativa per la cittadinanza”

Un comunicato di Forza Italia sottolinea che “si introduce, quindi, un elemento di serietà qualitativo nella procedura di riconoscimento della cittadinanza che, mentre a oggi è concessa al diciottesimo anno di età, senza alcuna verifica sul reale inserimento nella società e senza alcun riferimento al livello di istruzione raggiunto, nel nostro testo è, invece, strettamente correlata all’acquisizione – attraverso un percorso scolastico – di quegli elementi linguistici, culturali e di diritto necessari per essere definiti veramente italiani”.

I capigruppo primi firmatari della legge depositata a Camera e Senato

Al Senato il primo firmatario della legge è il capogruppo Maurizio Gasparri, che l’ha sottoscritta con i vicepresidenti Adriano Paroli e Roberto Rosso e i componenti della Prima commissione Daniela Ternullo e Mario Occhiuto. Anche alla Camera il primo firmatario è il capogruppo Paolo Barelli, insieme ai vice presidenti Raffaele Nevi, Deborah Bergamini, Rita Dalla Chiesa, Francesco Cannizzaro e i componenti della prima commissione Nazario Pagano e Paolo Emilio Russo.

FdI: non è una priorità, ma non ci sono preclusioni

Rispondendo a una domanda sul tema nel corso della trasmissione radiofonica Un giorno da Pecora, il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, ha spiegato che “non la vedo come una priorità o come qualcosa di indispensabile”. “Lo scorso anno – ha ricordato – sono state assegnate in Italia 220mila cittadinanze, un record europeo. Questo dimostra come la legge attuale in Italia funzioni e funzioni bene”. Questo non significa comunque che, come raccontato da alcune cronache politiche o sperato dalla sinistra, la proposta rappresenti un motivo di frizione tra FdI e gli alleati azzurri. “Ha diversi spunti interessanti, se ne può discutere”, ha chiarito in un’intervista di un paio di giorni fa a Repubblica il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan. “Non è assolutamente una riforma devastante, sono proposte di aggiustamento delle attuali norme, non solo sulla scuola. Mi sembra giusta anche la parte in cui si mette un limite al diritto di avere la cittadinanza italiana se discendenti da italiani: il legame dev’essere reale”, ha sottolineato Malan, chiarendo dunque che, sebbene per il partito non sia una priorità, non vi è alcuna preclusione al confronto e alla discussione e, anzi, “sarà sicuramente esaminato”.

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