“Ho detto alla dirigenza la richiesta di Ferdico, poi gli ho scritto che aveva fatto quello che dovevo”: le parole di Inzaghi agli investigatori
“Rappresentai alla società, alla dirigenza, ma non ricordo a chi, la richiesta di Ferdico“. Sono le parole di Simone Inzaghi nella testimonianza in merito all’inchiesta milanese sulle curve. Secondo quanto trapela, l’allenatore dell’Inter – nella deposizione come persona informata sui fatti resa mercoledì mattina in un ufficio della polizia di stato di Milano – dopo aver parlato con il capo curva Marco Ferdico nel maggio 2023, disse alla società che “c’era bisogno di qualche biglietto in più” per la finale di Istanbul.
Dopo aver riferito la richiesta alla dirigenza, Inzaghi ha spiegato di avere mandato un messaggio al capo ultrà scrivendogli “ho fatto quello che dovevo fare“. Inzaghi ha chiarito che il suo “desiderio era che ci fossero i tifosi della squadra per poterla incitare” per la finale di Champions. Simone Inzaghi agli investigatori che indagano sulle curve di Milan e Inter avrebbe anche riferito di avere ricevuto dagli ultras “richieste” ma mai “minacce“. Il tecnico dell’Inter ha confermato l’intercettazione che lo vede coinvolto del 26 maggio 2023 con il capo curva Ferdico che lo sollecita a intervenire sul presidente Giuseppe Marotta per ottenere 200 biglietti in più rispetto ai mille previsti per la finale di Champions League di Istanbul del 2023 (saranno alla fine 500 in più) in quella che gli inquirenti definiscono “escalation di contatti con esponenti della società neroazzurra” da parte del tifo organizzato. Da quanto si apprende il 48enne piacentino non ha citato altri episodi simili con la tifoseria organizzata avvenuti nel tempo.
Inzaghi, sentito dagli investigatori della Squadra mobile milanese, nell’inchiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra, ha ammesso di aver parlato al telefono con Ferdico e di aver avuto rapporti di interlocuzione con i capi curva, che parlavano con tutti, con l’allenatore, con la dirigenza e ciò rientrava nelle dinamiche del rapporto tra i supporter del tifo organizzato e la squadra. Ha precisato, però, che in quei dialoghi lui non ha manifestato alcun timore, alcuna paura, che non si è sentito mai minacciato dal capo ultrà e dalle sue richieste.
Nell’intercettazione del 26 maggio 2023 Ferdico – ora in carcere con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dalla agevolazione mafiosa – spiegava che “vista la situazione di stallo sulla vicenda biglietti” avevano “attuato uno ‘sciopero del tifo‘ in occasione della finale di Coppa Italia“, precedente a quella di Champions. E diceva a Inzaghi: “Te la faccio breve Mister…ci hanno dato 1.000 biglietti…noi ci siam fatti due conti…ne abbiam bisogno 200 in più per esser tranquilli…ma non per fare bagarinaggio mister (…) arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta”. E l’allenatore: “Parlo con Ferri con Zanetti con Marotta … parlo con quelli (…) verrò su…poi ti faccio sapere qualcosa…gli dico…che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti (…) Marco io mi…mi attivo e ti dico cosa mi dicono“. Ferdico: “È il direttore Marotta…bisogna parlare con lui…perché lui ha l’ultima parola…tutto qua”. Gli ultrà alla fine ottennero i 1.500 biglietti, come chiedevano inizialmente. Inzaghi ha chiarito, da quanto si è saputo, che per una squadra, quando è sul campo, è molto diverso se a supportarla ci sono 800 o invece 1500 persone che fanno il tifo e, dunque, l’interesse suo e della squadra era di non perdere quel supporto, che non ci fosse un altro sciopero della curva.
L'articolo “Ho detto alla dirigenza la richiesta di Ferdico, poi gli ho scritto che aveva fatto quello che dovevo”: le parole di Inzaghi agli investigatori proviene da Il Fatto Quotidiano.