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Senza viadotto i tir sfrecciano nel centro di Pontebba: si pensa al transito gratuito in A23

Mentre i tecnici hanno trovato la quadra per alleggerire il traffico leggero sul centro, si profila all’orizzonte la soluzione anche per quello pesante che da due giorni si sta riversando a Pontebba, prevedendo il transito gratuito in autostrada. Sembra infatti di essere tornati indietro nel tempo di almeno 40 anni, imboccando la strada che conduce all’abitato.

Dalla serata di lunedì 7 ottobre, il passaggio dei camion ha fatto sentire nuovamente la sua pressione a qualunque ora del giorno e della notte. Un costante va e vieni che si mischia allo sciame di auto che scorre lungo la viabilità interna, così come accadeva fino agli inizi degli anni Ottanta quando la strada Pontebbana tagliava in due l’area. Il vertice in prefettura di mercoledì 9 ottobre ha fatto il punto sulla situazione, dopo la chiusura del viadotto a causa di un cedimento stradale.

Prima di poter risolvere la situazione nei 2,5 chilometri interdetti serviranno non poche settimane, se non mesi. Da qui l’auspicio che si segua velocemente l’esempio del 2003, quando la fortissima alluvione costrinse ad aprire due caselli mobili in autostrada A23 per i tir: a Resiutta in entrata e Chiusaforte in uscita.

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Nel frattempo, tra i compaesani è evidente una certa preoccupazione per i rischi alla sicurezza legata al passaggio dei camion.

«Qualcuno corre troppo – rileva Mara Mattiussi, impegnata nell’edicola in piazza – e di sera siamo senza luce pubblica. Ho due bambini piccoli e un po’ di preoccupazione c’è». Dall’altra parte, però, constata il fatto che «qualcuno si ferma e fa acquisti».

Ciò non viene però registrato da Renzo Vuerich dietro al bancone dell’alimentari di via Mazzini: «Anzi la gente sfreccia. La cosa positiva è che non sia caduto il ponte e non si sia fatto male nessuno. Speriamo ora che ci sia la deviazione del traffico in autostrada».

Al netto dell’attuale situazione d’emergenza che si è venuta a creare, c’è chi guarda anche in prospettiva futura: «D’estate ci sono anche molti ciclisti che passano - commenta Patrizia Fochesato - e diventa pericoloso. L’altro giorno stavo parlando con una signora sul marciapiede e un camion l’ha sfiorata perché la strada è stretta». Proprio per le ridotte dimensioni della carreggiata, sono stati rimossi temporaneamente alcuni stalli lungo via Mazzini a ridosso di un bar, per consentire il passaggio in ambo le direzioni. Nei giorni scorsi, proprio in quella zona sono stati tranciati alcuni specchietti retrovisori delle auto in sosta da quei giganti su ruote.

«Passano comunque a stento - osserva il titolare del locale, Claudio Cavan - ora siamo tutti senza parcheggio qui. Per fortuna non siamo d’estate e ci sono poche bici, ma la preoccupazione più grande è sui tempi che si prospettano lunghi».

L’aspetto della sicurezza è sottolineato anche come genitore di un bambino piccolo da Lara Soprano: «Ho mia figlia che viene a scuola qui, entrare in paese è diventato un problema perché è aumentato il traffico. La situazione viene scaricata sulla gente».

Dal canto suo, Denny Agnola guarda la situazione senza imputare colpe a nessuno: «La situazione è un po’ scomoda perché la strada è stretta, a volte sei costretto a salire sul marciapiede per passare. Però non ci sono altre vie dove passare, non c’era alternativa».

Ironia della storia, come rileva il sindaco Ivan Buzzi, alla fine degli anni Settanta si era formato anche un comitato contrario al viadotto per deviare il flusso: «Dicevano che il paese sarebbe rimasto isolato, ma con il tempo ci siamo abituati». Lo stesso capo della giunta, che mercoledì 9 ottobre ha emesso un’ordinanza per imporre il limite di 30 chilometri orari, ha ricevuto rassicurazione dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, sui fondi attesi nell’assestamento di bilancio della prossima settimana: «È importante che stanzino subito i soldi». Già questa estate, complice la strada chiusa al passo di Monte Croce Carnico, il centro ha visto un aumento significativo dei transiti di targhe straniere.

Dal canto suo il presidente di Fvg Strade, Simone Bortolotti, ringrazia il prefetto Domenico Lione per la celerità con cui ha riunito i soggetti coinvolti. «Se tutto va bene – spiega – riapriremo un’unica corsia sul viadotto in 10 giorni, per il traffico pesante serviranno invece tra i 3 e 4 mesi».

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