Morto l’artigiano del legno Daniele Nodale: era il re dei mobili su misura
Era noto e stimato per la sua particolarità di creare mobili rigorosamente su misura (una rarità oggi) e per quella maestria di artigiano del legno di chi possiede tutti i segreti del mestiere.
Imprenditore e falegname esemplare, le sue lavorazioni erano richieste in tutto il Fvg e pure in Trentino Alto Adige. A 78 anni Daniele Nodale aveva da poco deciso di ritirarsi (avrebbe chiuso l’azienda a dicembre) dall’attività di mobiliere, iniziata quando aveva appena 14 anni, al fianco del padre Osvaldo (che aveva fondato l’impresa) a Sutrio, terra storica di marangons.
Voleva dedicarsi, dopo una vita votata al lavoro (ben 64 anni) e alla famiglia (l’altro suo cardine) e un passato pure di sportivo, ai suoi affetti più cari e alle sue amate passeggiate nei boschi assieme alla moglie Maria e all’inseparabile cane, Dark. Invece, un male implacabile ha scompigliato le carte di quest’uomo di buon cuore, riservato ma sempre pronto ad aiutare i bisognosi.
Anteponeva i fatti alle parole, Nodale. È spirato lunedì nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Udine a causa di una grave malattia scoperta due settimane prima e che purtroppo non gli ha lasciato scampo. Gli sarà tributato giovedì 10 ottobre, alle 15 nella chiesa di San Ulderico a Sutrio, l’ultimo saluto. Lascia la moglie Maria, le figlie Elisa e Arianna, le sorelle Daniela ed Elena.
«In punta di piedi ci ha lasciati – afferma affranta la sorella Daniela – in soli 15 giorni». Una vita condotta tra lavoro, famiglia e, fino a pochi anni fa, sport. «Da giovane – ricorda Daniela – aveva giocato a calcio coi Gialli, così li chiamavano, di Sutrio. Nodale era un valente sciatore sia di discesa sia di fondo: gli piaceva sciare sul monte Zoncolan e sulle piste di sci di fondo carniche. Conduceva uno stile di vita sano, a contatto con la natura e attento alla salute. Aveva frequentato la scuola professionale a Paluzza, ma il mestiere l’aveva imparato specie sul campo da nostro padre. Lui faceva tutti i mobili su misura, non in serie», conferma Daniela.
Fin da ragazzino Daniele Nodale aveva visto quali meraviglie si potessero creare col legno e le proprie mani, nel paese carnico reso famoso dall’abilità dei suoi falegnami, e aveva respirato l’aria del mobilificio fondato dal padre Osvaldo (l’azienda si chiama infatti “Nodale Osvaldo & figlio”), di cui aveva seguito le orme, con altrettanta passione, nel capannone vicino alla casa dove ha sempre abitato.