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“L’autoerotismo di un uomo ferito rischia bloccarlo in una zona di comfort. In Italia viviamo una sessualità meno libera”: Giampaolo Morelli rompe il tabù

Giampaolo Morelli torna alla regia con “L’amore e altre seghe mentali”, al cinema dal 17 ottobre. Il regista è anche il co-protagonista della pellicola con Maria Chiara Giannetta e interpreta Guido, un uomo che rifiuta l’amore in ogni sua forma e limita i rapporti umani alle chiacchierate con i suoi amici storici Niky e Armando. La sfera del sesso è invece ridotta alla pratica compulsiva dell’autoerotismo. L’arrivo inaspettato di Giulia nella sua quotidianità, però, stravolge le carte in tavola e lo porta a adottare una nuova visione dell’amore e della vita.

Nel cast al fianco di Giampaolo Morelli e Maria Chiara Giannetta troviamo anche Leonardo Lidi, Marco Cocci, Giulia Fiume e con Marco Messeri.

Guido è un uomo ferito, è un uomo che è rimasto ancorato al suo dolore del passato. – racconta a FqMagazine Giampaolo Morelli – È un uomo piegato su se stesso, cinico, cupo, che pratica l’autoerotismo attraverso un visore che permette di realizzare le sue fantasie, che è una cosa che più o meno esiste già, esistono già dei visori per fare sesso. Il rischio è proprio quello, è proprio quello di rimanere chiusi una propria zona di comfort e quindi di non darsi la possibilità di lanciarsi nella vita e di abbandonare le proprie ferite e le proprie paure. Molto spesso quello che non fa vivere una nuova storia d ‘amore sono proprio le nostre paure, le paure del dolore che possiamo aver provato per una storia precedente o anche quello che ci ha ferito quando eravamo bambini. È l’incontro con Giulia, la scintilla che fa mettere di nuovo in gioco Guido”.

“L’autoerotismo credo di averlo scoperto sui 12 anni. – continua il regista – Ho provato una sensazione. penso buona, perché continuo ancora oggi. Cioè, era brutto abbandonare, eh? (ride, ndr). Detto questo penso che in Italia, il sesso rappresenti ancora un tabù. Siamo un po’ più indietro su alcune cose, su alcuni temi, quali la sessualità, a causa della nostra cultura, della presenza, della forte, della Chiesa sul nostro territorio… Questo ci fa vivere la sessualità in maniera in maniera meno libera. La sessualità è importante, con questo non voglio dire che va vissuta così, senza la responsabilità perché la sessualità mette in gioco tutto noi stessi. Quindi è una cosa molto importante”.

In qualche modo i frequenti casi di cronaca legati alle violenze sulle donne sono anche attribuiti alla scarsa educazione sessuale nell’infanzia? “Sì, secondo me anche. Sicuramente è importante cercare di educare uomini e donne. Sono atti anche violenti legati all’ignoranza e non solo della sfera sessuale, ma anche affettiva, amorosa in generale”.

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