Un consorzio modello Treviso Basket per la rinascita del Montebelluna calcio: c’è il progetto
Vi spieghiamo come rinasce il Calcio Montebelluna. Sarà convocata nei prossimi giorni un’assemblea pubblica per illustrare il progetto.
Questo, in sintesi: un consorzio di imprese e privati del territorio, modello di azionariato simile a quello del Treviso Basket, per dare la struttura economica necessaria a far ripartire anche la prima squadra, scomparsa la scorsa estate dopo 105 anni di storia. E con l’idea di allargare la nuova gestione ad altre società calcistiche del territorio (Caerano?).
Non è il coniglio dal cilindro, perché questa era una delle ipotesi sul piatto già nei mesi scorsi. La tragica scomparsa prematura a maggio del presidente Alberto Catania, che aveva impresso il marchio della sua Prodeco Pharma sulla storica società di via Biagi, aveva però drammaticamente spazzato via tutto. Prima del lutto, era solo un’idea.
Dopo, mancavano condizioni e tempi per dare concretezza al progetto. Che è stato accantonato, non accartocciato. E ora viene rispolverato. Registi dell’operazione dal punto di vista sportivo sarebbero Marco Cecchet e Simone Zanella, dirigenti del Calcio Montebelluna che in questi mesi, senza la prima squadra ma solo con il settore giovanile, sono rimasti alla guida. Per quanto riguarda la parte societaria, invece, i nomi sono quelli del notaio Matteo Contento e di Nicola Palumbo, consulente e già presidente dell’Ente Palio. Palumbo, che stava lavorando al lancio del suo Mattorosso Music Festival, aveva incontrato i dirigenti del Monte per parlare della concessione del campo per l’evento musicale. Lì si è riallacciato il discorso già ipotizzato lo scorso anno: perché non ci riproviamo?
Sostenibilità economica, questa la stella polare. I settori giovanili, tendenzialmente, camminano sulle proprie gambe, da questo punto di vista. Se il modello è virtuoso – e quello del Monte è da sempre uno dei migliori a livello nazionale – la fucina di talenti è anche redditizia: la cessione dei giovani talenti mantiene l’equilibrio dei conti.
Discorso diverso la prima squadra, che a livello dilettantistico costa più di quanto renda: o dietro c’è uno sponsor munifico, oppure tenere in ordine il bilancio è complicato. Complicato ma non impossibile, e qui si inserisce lo studio di fattibilità messo in piedi con la consulenza di Palumbo: un azionariato diffuso, quote da mille a diecimila euro, e una sorta di consorzio di squadre che – con il Monte al centro della galassia – mettano in piedi non una fusione, bensì sinergie ed economie di scala per costi operativi, campi, sponsorizzazioni, trasporti, allenatori.
Ecco, la presentazione del progetto spiegherà questo e altro: si terrà forse a fine ottobre. Poi, non è da escludere la ricerca di un ambassador, sorta di presidente non operativo. Uno potrebbe essere un signore che campeggia in un murale in via Biagi, dove le domeniche ora sono troppo silenziose: si chiama Aldo Serena