World News

Chiaverano, si sposano nella chiesa di Santo Stefano in Sessano e riaprono il vecchio bar come ristoro bioculturale

CHIAVERANO. Si sono sposati nel gioiello romanico di Chiaverano, la chiesetta di Santo Stefano in Sessano, solo poco tempo fa. Già a gennaio, a dire il vero, avevano adocchiato il vecchio bar della zona, chiuso ormai da anni. Così Marta Miolo, 29 anni, e Pietro Ganni, di 32, che oggi risiedono ad Albiano di Ivrea, hanno deciso di rilevarlo e intendono aprire lì un ristoro bioculturale entro il prossimo mese di maggio. Per raggiungere questo obiettivo, hanno avviato una raccolta fondi sul sito “Produzioni dal basso”. Vogliono arrivare a 20mila euro, come scrivono sul sito della raccolta fondi per «rendere accessibile a tutte le persone la bellezza di questo luogo». I bagni, ad esempio, vanno resi accessibili alle persone disabili. E ci sono altri lavori interni da affrontare.

[[ge:gnn:lasentinella:14709790]]

Hanno deciso di chiamare il loro ristoro “Ansema”, dalla parola piemontese che significa “Insieme”. Per dargli il valore, la dignità, di una comunità. Chi conosce quell’area, sa che da tempo il Comune di Chiaverano ci ha ricavato un giardino delle erbe officinali, creato dall’associazione Rosmarino.

La Sentinella, in effetti, ha già parlato di Marta e Pietro. È stato esattamente tre anni fa, quando si sono inventati “La primavera delle erbe spontanee tra l’Eporediese e il Biellese”. L’obiettivo era ambizioso: volevano abbassare la Serra e riunire i due versanti sotto il segno della cucina. E ci sono riusciti. Hanno messo insieme una serie di ristoranti in cui proporre dei menu, da chef specializzati in questo campo. Di Pietro, su Produzioni dal basso, è scritto: «Si iscrive all’Università del Gusto dove scopre la passione per la botanica e le erbe spontanee, che lo riportano con la memoria alle passeggiate nei boschi con il nonno Carlo. Da lì decide di lasciare gli studi per dedicarsi a una ricerca più integrata con la natura: lavora in un rifugio alpino, dove inizia ad utilizzare in cucina la flora spontanea commestibile». Invece Marta «Al liceo si forma sui libri dei classici greci e latini, ma la sua passione per la terra la porta a laurearsi in scienze gastronomiche. Inizia a lavorare come cuoca e nel mondo dell’associazionismo».

[[ge:gnn:lasentinella:14709788]]

Poi si incontrano e che succede? «Tra loro sboccia un amore gentile, leggero e delicato come un germoglio primaverile: assieme progettano attività e reti, ricostituiscono un’associazione e danno vita a progetti territoriali legati alla valorizzazione dei saperi sulle erbe spontanee commestibili. Il loro progetto “Erbass” si arricchisce di persone, eventi, belle realtà che collaborano per valorizzare il territorio alto-piemontese».

E, allora, che coronamento migliore ci sarebbe per questo storia che un matrimonio in Santo Stefano e la conseguente apertura del loro ristoro dedicato alla cucina, alla cultura, al paesaggio chiaveranense e alle erbe spontanee?

A chi donerà ad Ansema, saranno date delle ricompense. Quindici euro: il nome verrà scritto nel "libro delle erbacce". Trenta euro: un aperitivo selvatico dopo l’apertura. Sessanta euro: un pomeriggio di corso di riconoscimento delle erbe, con “aperitivo selvatico”. E così via, aggiungendo cene e lezioni varie.

Читайте на 123ru.net