World News

A Padova il 10% delle caldaie è fuorilegge, Cna: «Il taglio degli incentivi produce maggiore insicurezza»

Con l’arrivo dell’autunno e delle prime ondate di freddo si riaccendono nelle case i termosifoni. Martedì in tutto il Veneto scatta il via libera ufficiale (anche se a Padova era già scattato nei giorni scorsi, ndr), ma il 10% delle caldaie è potenzialmente a rischio e Cna alza la voce.

Decurtare gli incentivi per le riqualificazioni edilizie è una mossa che stride con gli obiettivi a cui l’Italia mira e per cui si è impegnata a livello europeo. Nella sola provincia di Padova termosifoni e caldaie sono circa 450 mila, e ameno il 10% del totale, pari a 46 mila caldaie, sono di vecchia generazione. Quelle per cui, cioè, la manutenzione è particolarmente importante perché il tecnico ne verifica, di fatto, anche il grado di sicurezza.

Per molti, quindi, l’unica soluzione nonché la più sostenibile è scegliere di investire nell’efficienza del proprio impianto, con un intervento di riqualificazione energetica. Ma da questo punto di vista le notizie non sono positive: il bonus ristrutturazione, che fino alla fine di questo dicembre continuerà ad avere un’aliquota al 50% e un tetto di spesa a 96 mila euro, verrà modificato per effetto del decreto Superbonus: dal 1 gennaio 2025 al 31 dicembre 2027 questo si ridurrà al 36% per passare dal 2028 al 2033 addirittura al 30%. Il tutto con un tetto di spesa massima dimezzato rispetto ai 96 mila euro attuali e pari a 48 mila euro.

Di questi e altri temi si è recentemente discusso in occasione della Giornata dell’impiantista, un appuntamento che Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), associazione territoriale di Padova e Rovigo, rinnova ormai da diversi anni per fare il punto sulle novità del settore e su temi energetici, ambientali e di sicurezza. «In un contesto in cui il Paese si è impegnato in sede europea in una revisione del proprio patrimonio edilizio attraverso l’approvazione della direttiva Casa Green dell’Ue», spiega Luca Montagnin, presidente di Cna Padova e Rovigo, «una riduzione così significativa del sistema degli incentivi per le riqualificazioni edilizie è per lo meno incoerente con gli obiettivi che il Paese si è dato.

Non solo: ancora una volta il sistema delle nostre imprese, realtà che sono uno dei pilastri della produzione e della redistribuzione della ricchezza sul territorio, si trovano a soffrire di una profonda incertezza a proposito del proprio futuro.

A distanza da pochi mesi dalla fine di un sistema di incentivi che è stato storicamente un supporto strategico per l’edilizia, si torna a non sapere nulla di certo in merito alle scelte del Paese».

Per Montagnin questo rappresenta un danno per l’edilizia del territorio, «volano formidabile per l’economia, per i cittadini e per la qualità di un patrimonio immobiliare che, ancora in larga parte, necessita di interventi».

Читайте на 123ru.net