Cortina, gli stranieri trainano il boom degli alberghi di alta gamma
L’estate appena conclusa ha fatto registrare a Cortina un rilevante incremento del settore alberghiero di alta gamma, quantificabile in un +28,1% rispetto allo scorso anno. Questo trend, già parzialmente anticipato dalle analisi di metà stagione relative all’acquisito nella Conca, ha poi trovato definitiva conferma nei dati sul consolidato, stando alle ultime rilevazioni elaborate da HBenchmark per l’Associazione degli Albergatori di Cortina.
Il fenomeno è trainato principalmente dai visitatori stranieri, che di fatto dimostrano di avere una netta predilezione per le strutture a 4 stelle e oltre. Negli ultimi quattro mesi il turismo internazionale ha giocato un ruolo chiave, con 7 ospiti su 10 provenienti dall'estero e gli Usa quale principale mercato di riferimento per la Regina delle Dolomiti: gli Stati Uniti hanno coperto il 20,6% degli arrivi complessivi della stagione, seguiti da Francia (5,9%), Regno Unito (3,6%), Corea del Sud e Germania (entrambi al 2,9%), e poi via via Canada, Brasile, Taiwan, Thailandia, Cina, Giappone e Nuova Zelanda. Tra gli americani, ad esempio, ben il 75% ha optato per sistemazioni di fascia alta, mentre solo il 25% ha scelto di soggiornare in hotel di categoria inferiore, che costituiscono invece la soluzione preferita dagli italiani, le cui prenotazioni hanno contribuito comunque a determinare un notevole sviluppo (+ 4,7% sul 2023) anche del comparto 2/3 stelle.
«La forte presenza di ospiti stranieri», sottolinea Stefano Pirro, presidente dell'Associazione degli Albergatori di Cortina, «l’ascesa della quota di visitatori provenienti dall'Estremo Oriente e il consistente aumento del tasso di occupazione nel settore high luxury testimoniano in primis l’attrattività crescente di Cortina come mèta turistica d'eccellenza e il suo posizionamento strategico sul mercato globale. Gli stranieri, rispetto ai nostri connazionali, hanno generalmente una maggiore capacità di spesa. E mi riferisco in primis agli americani che possono contare sul cambio favorevole».
Non solo: chi arriva da fuori, specialmente da paesi extraeuropei, prevede soggiorni prolungati e tende a scegliere soluzioni “all inclusive”, con servizi che non sempre è possibile rintracciare all’interno di un 2 o 3 stelle: «Uno su tutti», spiega Pirro, «l’opportunità di alloggiare in strutture dotate di ristorante interno: non dimentichiamo che in Italia si viene anche e soprattutto per apprezzare l’enogastronomia locale e averla a portata di mano costituisce indubbiamente un valore aggiunto se rapportato a una proposta che magari prevede solo la formula B&B. Occorre poi ricordare che numerosi hotel extralusso sono stati rilevati - o sono comunque gestiti - da importanti catene internazionali, ulteriore garanzia di qualità per il turista straniero che cerca rassicurazioni nei grandi nomi. Di contro gli italiani, che generalmente conoscono il territorio e preferiscono viverlo in maniera più intima, optano per soluzioni a conduzione familiare, altrettanto valide, e spesso e volentieri già “testate” in passato. Alla fine quindi è vero che c’è una divisione abbastanza netta, ma si tratta comunque di una ripartizione che accontenta tutti e che ha contribuito a far salire indistintamente la prestazione complessiva della nostra destinazione».
Nonostante questa decisa polarizzazione, infatti, la stagione estiva ha riportato risultati molto positivi per tutte le tipologie di alloggio. Il tasso medio di occupazione si è attestato intorno all'81%, con un aumento del 15,1% sul 2023. L'apice si è raggiunto ad agosto, sfiorando il sold out con il 96% di presenze complessive nel lungo weekend di Ferragosto. Anche luglio e settembre hanno performato bene, chiudendo rispettivamente all'82% e 80%, mentre giugno ha chiuso al 73%, più staccato principalmente a causa delle condizioni meteorologiche estremamente sfavorevoli.
Conclude Pirro: «Siamo chiamati a soddisfare le esigenze di una clientela sempre più internazionale. Proprio per questo affrontiamo il futuro proseguendo sulla via dell'innovazione in termini di qualità dell'offerta turistica. Ad oggi ciò che ci rende maggiormente orgogliosi è la buona riuscita della nostra idea di destagionalizzazione, con settembre che ha registrato numeri pressoché equivalenti a quelli di luglio e agosto, dimostrando finalmente come Cortina sia Regina delle Dolomiti non solo nel pieno dell'estate o durante le vacanze di Natale, ma per periodi sempre più estesi. Anche quest’anno molte strutture resteranno aperte fino a ottobre inoltrato, e intanto stanno già iniziando ad arrivare le prime significative prenotazioni per l’inverno; anche se purtroppo perderemo il ponte dell’8 dicembre – che cade di domenica – speriamo in ogni caso di poter ripetere l’exploit estivo».